I libri inglesi? Carta straccia

I libri inglesi? Carta straccia Il «Times» scatena un vero movimento di protesta contro gli editori I libri inglesi? Carta straccia Qualità pessima, si sfasciano in pochi anni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Più nulla è sacro. Neppure quei bei volumi prodotti dagli editori inglesi, solidamente rilegati, stampati con chiarezza su una bella carta spessa, belli dopo trent'anni come da nuovi; il sogno, insomma, di molti lettori europei e l'invidia, tutto sommato, degli editori di mezzo mondo. Ebbene, c'è rivolta in Inghilterra: una ribellione, prima sorda, che ora ha trovato un paladino nel Times e quindi una voce. Perché anche quei bei volumi inglesi stanno diventando una rarità. Taluni, lamentava nei giorni scorsi in prima pagina l'autorevole giornale, sono prodotti così male che s'ingialliscono e si sfasciano nel giro di pochi anni. E' bastato il grido del Times perché la rabbia e la frustrazione di mille lettori trovassero uno sbocco concreto. Ed ecco piovere denunce, accuse, lamentele. Anche dal mondo stesso dell'editoria: sì, è la sorprendente ammissione, i libri d'oggi sono i peggiori in cinque secoli di tradizione libraria. Tom Rosenthal, presidente della casa editrice André Deutsch, ammette che molti sono «sgradevoli e totalmente inadatti ai posteri», con le loro pagine pronte a ingiallire e le rilegature fatte di «materiale rivoltante». La lettera di un libraio londinese spiega lo sfacelo con la scelta di metodi e materiali usati per ridurre i costi. La causa principale, dice, è la carta con alti contenuti di acidità; ma poi l'incollatura delle pagine piuttosto che la loro cucitura, l'uso di surrogati della tela. «La carta decente dice - è usata piuttosto per gli opuscoli pubblicitari». Afferma che i risparmi, poi, sono ridicoli: qualcosa come mille lire per copia. Rosenthal replica, in una visuale industriale, che si parla piuttosto di una sterlina (2500 lire) destinata poi, nel canale della distribuzione e della vendita, a moltiplicarsi per sei; e sei sterline vogliono dire 15 mila lire, un balzello che non molti lettori sarebbero disposti a pagare. Il romanziere (e accademico) David Lodge lamenta che non ci sia in Inghilterra uno standard nazionale come negli Stati Uniti sulla qualità della carta, mentre1 la «giallista» P. D. James trova «deprimente» che certi libri, destinati a vivere per sempre, non siano più gli «amici per tutta la vita» che erano una volta. Va detto che rimane qualche tentativo di resistenza: alcuni autori insistono, per contratto, sull'uso di una carta decente. Ma sono casi isolati; le realtà commerciali li sconfiggono. lf. gal.]

Persone citate: André Deutsch, David Lodge, Rosenthal, Tom Rosenthal

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Stati Uniti