Un giorno in cella per errore di Fabio Albanese
«Non è così grave» «Non è così grave» Un giorno in cella per errore CATANIA. Per quindici ore è stato in galera dopo essere stato ammanettato, all'alba dell'ultimo giorno dell'anno, con un'accusa infamante. Per poco più di mezza giornata è stato «il capo di una temibile banda di usurai legata alla mafia». Un equivoco, un assurdo quanto banale scambio di persona. Perché Ciuseppe Galeano, 48 anni, impiegato deiufficio tecnico comunale di Catania, ha avuto la sfortuna di avere lo stesso nome del vero, anche se allo stato ancora presunto, capo di una banda di usurai, un tassista di Misterbianco. La mattina del 31 dicembre, Galeano, impiegato comunale si ò visto recapitare in casa un ordine di custodia cautelare. I poliziotti gli hanno stretto le manette attorno ai polsi e lo hanno portato nel vecchio carcere di piazza Lanza, nonostante le sue proteste. Poche ore, e l'equivoco ò stato chiarito: è stato lo stesso magistrato, il sostituto Sebastiano Ardita, tra i più impegnati nelle inchieste su corruzione e usura, a presentarsi in carcere assieme al gip Edo Gari, con le scuse e il provvedimento di scarcerazione. Nello stesso momento, i poliziotti arrestavano il «vero» Giuseppe Galeano. Per la vittima dell'errore, il Capodanno in famiglia è stato dunque ancora più sentito: «Quando sono tornato a casa, non ho più trovato l'albero di Natale: mia figlia per la rabbia lo aveva smontato - ricorda .Poi siamo andati a brindare al nuovo anno a casa di mia sorella. E' stato molto bello, perché ho scoperto di avere l'amore della mia famiglia e dei miei amici». Ieri, «L'Osservatore Romano» ha pubblicato un duro commento sulla vicenda di Galeano: «Certo, ò stato un errore che e stato possibile riparare - è scritto - ma chi risarcirà il geometra e la sua famiglia dalle ferite, non visibili ma sicuramente difficili da rimarginare, subite mentre si preparavano a salutare nel calore domestico la fine dell'anno? Non è la prima volta, infatti, che da parte di alcuni ci si comporta verso presunti imputati come padroni della loro vita». Il ragionici' Galeano, però, non condivide il commento: «No, non ci siamo proprio - dice -, nessuno con me si è comportato come padrone della mia vita. Certo, in questura qualcuno ha sbagliato. Ma non ho nulla da recriminare nei confronti dei magistrati, che si sono comportati in maniera impeccabile sia su) piano professionale che su quello umano». Ieri, il geometra Galeano è tornato al suo lavoro abituale. In ufficio lo hanno accolto con molto calore, abbracci c lacrime comprese. E il vicesindaco, Paolo Berretta, ò andato a salutarlo e dargli la solidarietà dell'amministrazione. Lui ha ringraziato commosso. «Questa vicenda dice - mi ha insegnato due cose: che la nostra democrazia ò importante e va difesa, e che non siamo in uno stato di polizia. Altrimenti, sarei ancora dentro a chiedermi il perché». Fabio Albanese
Persone citate: Ciuseppe Galeano, Edo Gari, Galeano, Giuseppe Galeano, Paolo Berretta, Sebastiano Ardita
Luoghi citati: Catania, Misterbianco
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