«Boris, vattene o il terremoto ti seppellirà»

«Boris, vattene o il terremoto ti seppellirà» «Boris, vattene o il terremoto ti seppellirà» Gorbaciov: un'assemblea costituente per fermare il disastro LA CASSANDRA DI MOSCA E MOSCA ora devono andarsene, devono andarsene tutti i responsabili di questa tragedia». Mikhail Gorbaciov è nella sua dacia, davanti al televisore. Scorrono le immagini della tremenda sconfitta delle truppe russe e si respira un'aria greve, di imminenti tempeste. Andarsene? Ma come? «Non hanno scelta, sempre che sia rimasto loro un grammo di senso di responsabilità. Che riconoscano, Presidente in testa, che ha la maggiore responsabilità, di avere perduto il contatto col Paese. Che prendano atto che c'è ormai un abisso tra questo potere e la società». Ma lei ritiene realistica una tale previsione? «Non lo so. La crisi politica è evidente, inevitabile. Data la situazione, può essere Eltsin stesso a prenderne atto, facendo qualche proposta. Spetta a lui, se ha ancora la testa sul collo, sciogliere questo nodo. Se lui non avrà sufficiente coraggio e realismo politico non c'è che il Parlamento che possa farlo. La Duma e il Consiglio della Federazione, anche se la Costituzione non dà loro sufficienti poteri, hanno il dovere di sollevare la questione. Non solo chiedendo conto al Presidente e al governo di cosa han¬ no fatto, ma formulando proposte concrete per uscirne. In primo luogo chiedendo l'immediata cessazione delle azioni militari. Il minimo indispensabile, da fare subito, prima che a qualcuno venga in mente di scatenare un'altra offensiva». Si deve ricercare una soluzione politica, come suggerisce il presidente della Duma, Ivan Rybkin? «Una soluzione politica bisognava cercarla all'inizio. Ora è irrealistico pensare di trovarla facilmente dopo tanto sangue. I ceceni stanno vincendo, per quanto strano potesse sembrare agli ideatori di quest'avventura, e si presenteranno al tavolo del negoziato con una forza enorme, morale. Ma ormai il guaio è fatto. Si può solo cer¬ care di limitare i danni». In che modo, con quali meccanismi? «Trattare si dovrà comunque. Ma il problema della Cecenia non è l'unico. C'è il problema del potere che governerà la Russia. Molti si sono illusi che avessimo bisogno di un potere esecutivo forte, sottratto a ogni controllo democratico. Abbiamo avuto un potere non democratico, pasticcione, debole. Non spetta a me trovare il meccanismo giuridico per uscirne, che purtroppo non c'è. Ma se si vuole evitare un colpo di Stato vero e proprio, l'instaurazione dello Stato di polizia in tutto il Paese, bisogna pensare a una fase di transizione. Verso che cosa? Verso nuove elezioni parlamentari e presidenziali, che ricostruiscano un potere legittimo il più presto possibile». Con l'attuale Costituzione? «No, questa Costituzione è all'origine del disastro odierno. Essa ha conferito troppi poteri al Presidente, che per giunta ne ha fatto un uso arbitrario, e ha sottratto tutti i poteri al parlamento, che, per altro, non ha saputo neppure frenare il Presidente, lo sono sempre stato contrario a elucubrazioni istituzionali. Dico da tempo che occorre andare a elezioni subito. Ma oggi penso che l'emergenza imponga una soluzione realistica e responsabile. Per esempio un'Assemblea Costituente che raccolga nelle sue mani le dimissioni del Presidente e del Parlamento e ponga mano a necessarie modifiche costituzionali. I poteri esistenti, esecutivo e legislativo, dovrebbero assecondare questo processo e prendervi parte, fino a nuove elezioni democratiche». Ripeto la domanda. Lei pensa che possano accet¬ tare di farsi da parte? «Ripeto la risposta: se non hanno perduto la testa del tutto dovrebbero farlo. Solo a queste condizioni, del resto, potranno ricevere garanzie per la loro sorte futura. Altrimenti pongono se stessi in una situazione di estrema difficoltà e di estremo pericolo. E, soprattutto, pongono il Paese, la Russia, la democrazia, di fronte a un pericolo mortale». Quale? loro dittatura. Perché sarebbe l'unico modo per non rendere conto del loro operato. E evitare di rendere conto si può soltanto chiudendo la bocca ai mass media, impedendo al parlamento di esprimersi e agli elettori di pronunciarsi. Il disastro è troppo grande, morale, politico, militare, per poter essere occultato o sminuito». Giuliette Chiesa Il centro è in mano alle milizie di Dudaev rinforzate da volontari che continuano ad arrivare dalle montagne «Ma se il presidente non ha abbastanza coraggio, la Duma prenda in mano la situazione» ., . ■ ->:-;:xyr:::..;:.;:-. ... Gorbaciov attacca duramente la politica di Eltsin e chiede la creazione di un governo costituente

Persone citate: Dudaev, Eltsin, Giuliette Chiesa, Gorbaciov, Ivan Rybkin, Mikhail Gorbaciov

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Russia