Il Cavaliere «sotto vetro »

Il Cavaliere «sotto vetro Il Cavaliere «sotto vetro » «Chi cerca un governo ■ L'ATTESA AD ARCORE SARCORE ILVIO Berlusconi ha deciso. In queste ultime ore di privatissima vacanza, prima su a St. Moritz, poi giù in padania, ha messo in fila gli eventi e le parole, gli schieramenti e i colpi bassi. Tirate le somme, ecco il risultato: Berlusconi si mette sotto vetro. Si accomodi Scognamiglio, si faccia avanti Dini, oppure Monti, oppure Martino. Fate il vostro governo, macinate la vostra opportunità. Quando arriveranno le elezioni, noi romperemo il vetro e saremo pronti per l'incasso. «Sono sereno, aspetto» ripete Silvio atterrato con famiglia, a metà pomeriggio, nel parco del villone. Umore migliorato dopo l'irritazione dell'altra sera, Capodanno, quando le parole del presidente Scalfaro minacciavano di rovinargli il brindisi. Invece il momentaccio è passato, la strategia messa a punto. Nasca pure un governo. Non riuscirà a fare nulla, né in aula, né nelle commissioni. In poche settimane «la realtà dei fatti» farà piazza pulita «sulle illusioni». Gianni Pilo fornisce l'esegesi del Berlusconi pensiero: «A noi ora conviene stare fermi, anche perché si è capito che Scalfaro vuole fare a tutti i costi un governo. Le nostre ricerche continuano a confermarci due cose. La prima è che la maggioranza degli italiani è contro il ribaltone, indignata con Bossi, inviperita con Buttiglione, pronta a schierarsi con noi. La seconda è che il Paese, in questa situazione bloccata, è sempre più ingovernabile». Perciò? «Chi vuole candidarsi al governo lo faccia. A noi interessa solo una cosa: che venga fissata la data delle elezioni». Tutti gli uomini del presidente, quelli vicinissimi a lui, quelli che in queste ore stanno appesi al suo telefono, confermano l'armistizio armato, purché le urne si aprano il prossimo 26 marzo. Urne destinate a ripulire il parlamento «delegittimato», a risarcire il tradimento bossiano, a fare scomparire (per esempio) anche quel Carlino Scognamiglio miracolato un anno fa e ora in perpetua disgrazia azzurra. E' massima l'irritazione contro gli uomini di Forza Italia che in questi giorni di battaglia stanno civettando con il nemico. Non solo Sco- gnamiglio («Lui con me ha chiuso» avrebbe detto Berlusconi), ma anche Martino e Urbani raccolgono ben poca simpatia nelle stanze di Arcore. Riferiscono i collaboratori: «Cosa pensa Berlusconi di loro? Per queste persone ha la considerazione che si meritano». E ancora: «Devono essersi dimenticati che sono lì grafie a lui. Giocano a fare i pre¬ mier? Tra breve si sveglieranno e il loro sogno svanirà». Dunque la parola d'ordine è aspettare. Dopo mesi di sovraesposizione Berlusconi lascerà che il tempo lavori per lui. Lascerà che la nuova coalizione, quella che lui e le sue tv chiamano «i ribaltati» (Lega, ppi, pds) facciano il governo. Che consumino la loro candela (Fede insegna) men¬ tre Forza Italia ne fabbricherà una invincibile. Tant'è che uno dei suoi assistenti sorride ottimista: «Lo sa a cosa sta lavorando il presidente? Alla campagna^elettorale. Si stupisce? Lei non conosce Berlusconi. Come sempre, mentre i suoi avversari si concentrano sui dettagli, lui punta al cuore del problema». E il problema (ignorando dettagli tipo deficit dello Stato, antitrust, nuova legge elettorale) è l'appuntamento elettorale. Lo ripete Cesare Previti: «Facciano un governo, purché ci sia una data per scioglierlo». Lo dice Fini: «La parola torni alla gente». Lo strilla Pannella e tutti i portaparola della maggioranza, giù giù, sino a Sgarbi, Maiolo, Meluzzi, tutti gli agit prop spediti ne"p piazze vere e in quelle elettroniche. Persino Fede: «Cresce tra la gente la voglia di elezioni», eccetera. Sotto vetro gli uomini di Berlusconi già lavorano con alacrità. Previti sta risistemando l'organigramma di Forza Italia: i vertici li ha convocati per giovedì prossimo a Roma. Gianni Pilo ha rimesso la spina ai suoi sensori per passare al setaccio umori e orientaménti dei mólti elettorati in libera uscita: «Non ci sono solo gli elettori della Lega a essere massimamente disponibili a cambiare voto, ma anche quelli del partito popolare. Che Bossi fosse in caduta libera lo sapevamo già, la novità è con non cade da solo, Buttiglione e i suoi gli fanno compagnia». Ieri ad Arcore (tra una telefonata di Letta e l'altra) si è studiata per l'appunto l'ossatura della nuova campagna elettorale. Oggi a Roma si esamineranno solo i dettagli contingenti. Riunione di maggioranza in mattinata, pomeriggio per preparare l'appuntamento serale su Raidue (Berlusconi ospite di Cecchi Paone). E poi domani di nuovo al colle per il definitivo faccia a faccia con Scalfaro. Il presidente gli ha chiesto pubblicamente di farsi da parte, anzi di accettare «grandi rinunzie e qualche sacrificio»? Berlusconi è prontissimo. In cambio di una data. Pino Corrias Il presidente del Consiglio dimissionario Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Arcore, Roma