le imprese vedono rosa di Zeni

le imprese vedono rosa le imprese vedono rosa Finito Vanno dei salvataggi sul mercato bilanci più sani MILANO. Qualcuno, come l'autorevole Financial Times, ha usato parole d'ammirazione: non si sa come - ha scritto - ma questi italiani, nonostante i guai della politica, ce l'hanno comunque fatta. Altri, come i ricercatori di Mediobanca, hanno fatto parlare le cifre mettendo in fila (nell'ultima edizione di R&S) i numeri della riscossa, quelli delle prime stime semestrali del '94 dai quali si deduce che l'Italia delle aziende e delle società nell'anno che si è appena chiuso ha finalmente imboccato la via delle ripresa lasciandosi alle spalle le macerie del '93. Certo, a guardare il cambio della lira e gli indici della Borsa, non si direbbe. Ma qui, ahimè, c'entrano la poMca^la^crisi di governo, lo scontfo^tra partiti: meglio incrociare le dita, e concentrarsi sull'Italia delle aziende, quell'Italia che nel bene e nel male, complice la lira svalutata e il boom dell'export, nel '94 ce l'ha fatta a superare il suo momento peggiore e che nel '95 è pronjta a fare anche meglio. Le premesse sono buone: in dodici mesi i principali gruppi industriali (quelli recensiti da R&S) hanno recuperato perdite per 1723 miliardi che non sono certo pochi e, quel che più conta, hanno azzerato debiti per un importo di 13 mila miliardi rispetto a dodici mesi prima. E nel '95? Grazie al recupero del '94 e all'operazione pulizia in quasi tutti i bilanci lo scenario promet-. te - almeno sulla carta - quella «ripresa più accentuata e più consistente» di cui avevano parlato già un anno fa autorevoli economisti. Restano dei problemi, è ovvio. Primo fra tutti quello concentrato nell'area delle società pubbliche dove convivono (male) l'universo delle comunicazioni capeggiato da una Stet-Telecom sempre più ricci e pronta alla privatizzazione e l'universo dei «buchi neri»; siderurgia, trasporti... Sarà l'anno della Stet ai privati, il 1995, la società più attesa, il gioiello che investitori di tutto il mondo aspettano al varco. Ma ci sono anche altri colossi pronti al via: l'Enel, l'energia dell'Eni, operazioni che, tutte insieme, promettono di ridisegnare la nostra geografia industriale e finanziaria. Non a caso, gli uomini di Piazza Affari aspettano impazienti: in queste grandi privatizzazioni, dicono, la Borsa potrà trovare linfa nuova. C'è aria di ottimismo, insomma. Anche perché, a differenza di un anno fa, quelli che erano i casi di crisi più difficili sono alle spalle. La vicenda del gruppo FerruzziMontedison è da antologia. Un anno e mezzo fa sembrava inevitabile il crack: nonostante il buon andamento di molte attività industriali, il peso dei debiti (oltre 30 mila miliardi) non lasciava speranze sul futuro. E invece, un anno e mezzo dopo, il miracolo è cosa fatta: una gestione rigorosa, una rapida campagna di dismissioni, e i debiti sono scesi ai 23 mila miliardi di fine giugno '94 con il ritorno a un utile di 144 miliardi. Insomma, per la Borsa e per l'economia italiana il «caso Ferruzzi» è ormai chiuso, archiviato tra i salvataggi meglio riusciti. Caso da manuale ma non l'unico. C'era anche il futuro della Ciga, principale catena alberghiera italiana, tra gli interrogativi d'inizio '94. Un anno dopo anche per la Ciga l'operazione salvataggio è andata in porto: uscito di scena il principe Karim Aga Khan, gli americani dell'Itt-Sheraton sono ormai gli azionisti principali con il 70% del capitale. Mentre si è risolto proprio nelle ultime settimane dell'anno il salvataggio del Gruppo finanziario tessile. Mesi e mesi di trattative, di accordi quasi raggiunti, di rinvìi: vicenda lunga e complessa, quella del Gft. Prima l'interesse di Fabio Cavarubbias, poi l'entrata in campo degli araboamericani della Plaid, poi la cordata Usa guidata dal Cvc Capital del gruppo Citicorp. Infine l'accordo decisivo, siglato il primo dicembre con gli italianissimi di Gemina. Un'altra mina disinnescata, una speranza in più di un '95 migliore. Sempre che l'incertezza politica... Armando Zeni

Persone citate: Fabio Cavarubbias, Karim Aga Khan

Luoghi citati: Italia, Milano, Usa