I falchi del Polo contro il Colle

Riunione dei «fedelissimi» di Berlusconi: subito alle urne. Ma Casini: «Corretti i rilievi del Quirinale» Riunione dei «fedelissimi» di Berlusconi: subito alle urne. Ma Casini: «Corretti i rilievi del Quirinale» I falchi del Polo contro il Colle Fini: avallare il ribaltone è golpe bianco ROMA. Al Quirinale una reazione così violenta al messaggio presidenziale proprio non se l'aspettavano. Uno dopo l'altro, a cominciare dalle 15 di ieri, sono scf.sì in campo gli uomini dell'alleanza berlusconiana per fronteggiare l'effetto delle parole di Scalfaro che invitavano, di fatto, Berlusconi a farsi da parte, a «privilegiare gli interessi generali anche alle legittime aspettative di parte». «Lo dico con affetto al presidente del Consiglio» aveva aggiunto Scalfaro, nel caso non si fosse capito chi era il destinatario del suo appello. C'era nell'aria l'attesa per una risposta diretta di Berlusconi, forse durante il tg delle 13,30. Si teneva, invece, una riunione dei fedelissimi nel primo pomeriggio per dare il via al fuoco di sbarramento contro il messaggio presidenziale, contro l'eventualità che dalla consultazioni in corso nasca un governo con una maggioranza diversa dall'attuale. La linea era quella già annunciata da Berlusconi nella sua ultima conferenza stampa di attacco al «Parlamento delegittimato»: occorre solo un governo formato dall'attuale maggioranza che porti il Paese alle elezioni entro il 26 marzo. Berlusconi è disposto a concedere il suo ritiro, purché a Palazzo Chigi ci vada persona di cui si fida, come Dini. Ma si parla anche di Monti o di Urbani. E' escluso il presidente del Senato, Scogna- miglio, visto in modo ostile anche perché domenica ha contraddetto Berlusconi replicandogli che le Camere elette appena otto mesi fa non possono essere considerate delegittimate «solo perché una dalle forze che si erano presentate unite alle elezioni, ha deciso di abbandonare la coalizione che appoggia il governo». Secondo la linea concordata Cesare Previti, coordinatore di Forza Italia, negava a Scalfaro il «potere-dovere istituzionale» di far nascere un governo nuovo che «gestisca una lunga fase preelettorale nella quale si mo- difichino le regole in vigore». Ancora più pesante era Gianfranco Fini, solitamente misurato. Con tono quasi di minaccia dichiarava che «il presidente della Repubblica dovrà prendere atto che avallare la nascita di un governo del "ribaltone", sostenuto da popolari e pidiessini, rappresenterebbe un autentico golpe bianco, di cui il Quirinale non può essere complice». Anche Marco Pannella si schierava dalla parte dei critici di Scalfaro: «Alcune delle affermazioni fatte da Scalfaro non sono necessariamente condivisibili», «non sono tali da carat¬ terizzare una visione tradizionale e classica delle funzioni del presidente della Repubblica». In tanto clamore si attacchi, emergeva la voce di Casini, del Ccd, in difesa di Scalfaro, «arbitro e non parte», che ha espresso «rilievi costituzionalmente corretti e valutazioni senz'altro apprezzabili». Certo Scalfaro non si aspettava tutto questo. «Siamo chiamati forse a grandi rinunce, forse a cercare momenti di tregua, forse a qualche sacrificio» aveva detto. E .iveva presentato come «entrambe corrette dal punto di vista costituzionale» le due soluzioni di cui si discute: le elezioni immediate chieste da Berlusconi e la volontà del Parlamento, in maggioranza contraria alle elezioni, «che il capo dello Stato deve raccogliere e deve registrare». Il richiamo al Parlamento che non si sente affatto delegittimato, combinato con la volontà di Scalfaro di usare la Costituzione come «bussola sicura», ha scatenato la reazione dura dei «falchi» governativi. I quali sembrano considerare come un'ipotesi sempre più vaga e irrealizzabile l'alleanza Lega, ppi, pds, ma considerano possi¬ bile e, per loro, inaccettabile che Scalfaro dia l'incarico di formare il governo a persona di sua fiducia che vada a cercarsi la maggioranza in Parlamento. Il capo dello Stato ha promesso che concluderà «entro pochi giorni». Par di capire che la decisione sarà presa all'inizio della prossima settimana. Da do¬ mani a giovedì ci sarà il secondo giro di consultazioni. Venerdì è l'Epifania e poi c'è il fine settimana. Lunedì la Corte costituzionale dovrebbe dire quali referendum ammette e quali no. E, a quel punto, si avrà un quadro completo della situazione. Alberto Rapisarda li leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

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