Con gli occhi aperti di Lietta Tornabuoni

Album dei 50 anni: l'Italia 1945-1995 Album dei 50 anni: l'Italia 1945-1995 Con gli occhi aperti MEZZO secolo di democrazia in Italia, 1945-1995. L'anniversario cade all'inizio di un anno diffìcile e rischioso di transizione, in un momento politico di novità e incertezza, di ripudi liquidatorii e rimpianti tenaci, di resurrezioni impossibili e tentazioni allarmanti, di un caos a cui non si era abituati, di bilanci negativi: e di infiniti interrogativi (sul Paese, su noi stessi) ai quali soltanto il coraggio dell'analisi e la lucidità della cultura possono forse dare le risposte che con una sua inchiesta «La Stampa» si propone da oggi di cercare. Cinquantanni fa, finita la seconda guerra mondiale, c'era in Italia, per la prima volta, la democrazia. Non c'erano la televisione, la lavatrice, la plastica, l'automobile come veicolo di massa, la pubblicità come linguaggio collettivo, l'elettronica coi suoi computers. Non c'era granché da mangiare, nelle macerie belliche mancavano gli alloggi: e neppure il sette per cento delle famiglie aveva in casa elettricità, acqua potabile e gabinetto insieme. Non c'era lavoro, bisognava andarselo a cercare fuori, tra il 1916 e il 1957 quasi due milioni di persone emigrarono per lavorare nelle Americhe o in Europa: erano gli unici viaggi degli italiani e per chi restava i salari erano miseri. Non c'era una lingua comune, davvero usata, 'quotidiana: ài di là dei libri, ciclla scuola, delle leggi o dei documenti, l'italiano rimaneva un'astrazione, si parlavano i dialetti. Non c'era la pratica dei consumo, ma l'etica del risparmio; non la pratica dell'edonismo, ma l'etica del sacrifìcio. Paese rurale, l'Italia era pure un Paese sottosviluppato. In cinquantanni, la nostra vita è immensamente cambiata, migliorata. Meno fame, meno fatica, meno freddo, meno malattie, più benessere, più libertà, più diritti, più informazione, più divertimento: sono dati indiscutibili e risulta abbastanza ozioso stare a chiedersi se simili mutamenti siano stati portati o agevolati dalla democrazia oppure se si sarebbero comunque verificati nello sviluppo industriale europeo indipendentemente dalla forma politica. Certo è che all'evoluzione (.lei modo di vivere non ha corrisposto l'evoluzione del sistema politico. Mezzo secolo dopo l'avvento della democrazia e dopo un periodo quasi altrettanto lungo di egemonica stabilità politica, ci siamo ritrovati con l'Italia economicamente e ambientalmente devastata, con la società occupata dai partiti e tra di essi spartita, con un ceto governante é una classe dirigente caratterizzati da una vasta corruzione sistematica e capillare, con i giovani senza lavoro e senza futuro e con milioni di disoccupati, con una criminalità organizzata Lietta Tornabuoni CONTÌNUA A PAG. 2 QUARTA COLONNA

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