Arabi e israeliani uniti dalla fisica

Arabi e israeliani uniti dalla fisica Arabi e israeliani uniti dalla fisica Einstein, fisico e pacifista, visto da Levine A sinistra Arafat e Rabin, gli artefici della pace tra israeliani e palestinesi NELL'ULTIMA settimana di novèmbre tisici di estrazione e origini geogi afiche diverse si sono riuniti a convegno noi piccolo villaggio di] labab, che, dalla penisola del Siimi egiziano, si affaccia sul Golfo di Aqaba. Un forte terremoto (che ha raggiunto il grado 7,2 della scala Richter, per fortuna senza grandi danni) ha ricordalo a lutti i partecipanti la potenza dei fenomeni naturali e, metaforicamente, «l'instabilità» della regione, ma non ha impedito che i lavori del convegno venissero portati regolarmente a termine. Tema dell'incontro eia <<La fisica delle alte energie, della materia condensata e dell'ambiente». Innante il convegno sono state presentate relazioni su argomenti come la superconduttività, la rottura spontanea delle simmetrie, i monopoli magnetici, la dinamica delle correnti mai ine nel Mediterraneo orientale. In un'epoca di crescente specializzazione della conoscenza, un incontro che spazia su argomenti cosi diversi può suscitare qualche perplessità. I.a fisica ha visto da decenni due tendenze principali: una riduzionistica e una olistica. La prima ha cercato di determinate gli elementi fondamentali, i mattoni dell'universo. La fisica, nel percorrere questa strada, ha (accolto numerosi successi in una gara continua tra conferme sperimentali e analisi teoriche. I!na delle quantità determinate con maggiore precisione e in cui l'accordo tra risultati sperimentali e teorici ha raggiunto livelli altissimi e il momento magnetico di due dei costituenti fondamentali della materia: l'elettrone e il unione. La fisica delle alte energie è il ramo di | questa scienza in cui la tendenJ za riduzionistica si ò manifestaI ta con maggior vigore. Nello stesso tempo; da sempre la fisica si ò cimentata nello studio di fenomeni nei quali, vuoi per la presenza di un grande numero di costituenti, vuoi per la complessità delle interazioni, un approccio riduzionistico non era praticabile. Tuttavia tinche in questo caso, si sono formulate leggi «semplici» e si sono raggiunti risultati di altissima precisione: per esempio, nello studio della superconduttività e di fenomeni come l'effetto Hall, nonostante la notevole complessità dei sistemi e della loro dinamica, l'accuratezza dei risultati sperimentali la loro comprensione a livello teorico ni- offrono un'ampia confermai Oneste differenze di approccio si manifestano anche in altro modo. Nella ricerca degli elementi ultimi della materia, la fisica delle alte energie si è, almeno in apparenza, allontanata dalla «vita di tutti i giorni»: quark e gluoni sembrano non avere alcun ruolo nell'ambiente in cui viviamo. La fisica della materia condensata, invece, con le sue scoperte fondamentali, ha fornito strumenti i he hanno riempito le nostre L'Italia mediatrice UN accordo di collaborazione scientifica in fisica tra i Paesi del Vicino Oliente è il primo frutto concreto del convegno organizzato a Dahab, nella penisola del Sinai, per iniziativa di Sergio Fubini (Università di Torino e Cera) con il sostegno del ministero della Ricerca italiano. Firmatari dell'intesa sono Miguel Virasoro (direttore del Centro internazionale di fisica teorica di Trieste), gli italiani Daniele Amati, Franco Bonaudi, Sergio Fubini e Alberto Devoto, Mohamed El Fiki e Ahmed El Ibiary per l'Egitto, Hanna Hallak per la Palestina, Humam Ghassib per la Giordania ed Eliezer Habinovici per Israele. Il «Sinai Meeting» è stato possibile anche per la decisiva collaborazione del ministero della Ricerca egiziano, dell'Accademia delle scienze di Israele, delle Università di Gerusalemme e di Betlemme. I partecipanti, provenienti da tutto il mondo, sono stati circa 150. Al di là del significato scientilieo, e evidente la portata storica di un incontro che per la prima volta ha visto collaborare fisici palestinesi e fisici israeliani. case e sembra riservare ulteriori sorprese in un futuro vicino. Comunque, il tema dei lavori non è stato l'unica «anomalia» del convegno di Dahab. Ad esso hanno partecipato fisici americani, egiziani, israeliani, italiani, giordani, marocchini e palestinesi. In un'area in cui le distanze non sono solo quelle geografiche, in cui la possibilità di studiare e di seguire le lezioni non dipende solo dalla disponibilità di docenti e di aule, avere sotto un unico tetto fisici di diverse bandiere può costituire o sembrare un'anomalia. In realtà la collaborazione scientifica rappresenta da sempre una strategia ben collaudata per superare differenze politiche o nazionali. 1 primi esempi che vengono alla mente di un fisico sono il Centro Internazionale di Fisica Teorica (Ictp) di Trieste ed il laboratorio del Cern di Ginevra. Nel primo, da più di trent'anni fisici di oltre 80 nazioni fanno ricerca ad altissimo livello in tutti i campi della fisica teorica. All'Ictp, fisici di nazioni ostili sul campo politico hanno lavorato insieme. Al Cern, fondato in un'Europa appena uscita dal più tremendo conflitto della storia, fi- R m A LA STAMPA sici di tutto il mondo collaborano attivamente da più di quarant'anni dando vita non soltanto a uno dei gioielli della ricerca ma a profondi e duraturi rapporti transnazionali. E proprio come i fisici nella loro disciplina superano confini geografici e politici, anche la fisica rifiuta inutili e arbitrarie divisioni e metodi di approccio. L'importanza del convegno di Dahab sta anche in questo tentativo di porre fisici delle due diverse tendenze a confronto: dallo scambio di tecniche e di metodologie tra fisici delle alte energie e fisici della materia condensata può sorgere una maggiore comprensione di quei fenomeni che ancora restano irrisolti o incompresi. L'augurio di tutti i partecipanti affinché incontri di questo genere possano ripetersi nell'immediato futuro, ci indù- Storico congresso nel Sinai regista Sergio Fubini ce ad essere fiduciosi che tutte le bairiere politiche e mentali potranno essere superate. E chiudiamo con una frase tratta dal messaggio inviato dal ministro della Ricerca, Salvini: «Cerchiamo di essere promotori di pace e di affrontare con modestia il nostro lavoro, restando consci che, come ha detto Claude Lévi-Strauss, lo scienziato non può essere soltanto colui che dà risposte esatte: egli è soprattutto colui che si pone domande giuste». Alberto Devoto Università di Cagliari