La grande mostra dedicata alla moglie del Faraone Ramesse II
la grande mostra dedicata alla moglie del Faraone Ramesse II la grande mostra dedicata alla moglie del Faraone Ramesse II Schiaparelli: varcata la porta che reca sugli stipiti il nome e i titoli della regina, mentre sull'architrave campeggia un disco solare affiancato da simboli e immagini divine, si accede all'anticamera dove si possono ammirare dipinti che rappresentano la regina mentre gioca a scacchi, l'uccello a testa umana simbolo dell'anima sottoposta al giudizio del dio Osiri e, ancora, Nefertari inginocchiata in preghiera. Il visitatore sprofonda in un susseguirsi di scene e testi che alludono ai riti antichissimi della morte che si trasforma in vita, ispirati agli «Incantesimi» e ai testi sacri tratti dal «Libro della morte». Effetti speciali consentono di partecipare, con un viaggio attraverso il tempo, alla ricerca dell'eternità da parte di Nefertari, con alla fine la suggestiva camera del sarcofago, dove la regina si presenta agli dei dell'aldilà. Subito dopo aver assistito a quello splendore e aver imprecato contro la furia dei tombaroli che avevano lasciato ben pochi oggetti «rubando» anche la mummia della stessa regina, Schiaparelli prese carta e penna e comunicò la sua grande emozione a Vittorio Emanuele ìli: «La tomba della regina Nefertari-miamut, moglie di Ramesse II, era di tale bellezza da rappresentare il migliore risultato ottenuto dalla missione italiana nella Valle delle Regine... Tutte le pareti erano coperte di pitture e di iscrizioni nello stile largo e bellissimo della prima parte del regno di Ramesse II, cadute in piccola parte per l'azione dell'acqua penetrata nella tomba, ma nella parte maggiore conservatissime e di freschezza veramente meravigliosa». Ora quella tomba rivive a Torino, nelle preziose pitture murali e negli oggetti più cari che Nefertari portò con se nell'aldilà. Tra i pochi oggetti salvati, vi sono comunque gioielli come l'anello con incisi i nomi della regina e del faraone, profumi, cosmetici, frammenti di vasi di alabastro e smalto, amuleti e statuine di terracotta dipinta. Del sarcofago sono rimasti alcuni pezzi di granito rosa insieme INFORMAZIONI UTILI Dopo il successo riscosso a Roma (oltre 500 mila visitatori), la mostra «Nefertari - luce d'Egitto», organizzata da The Getty Conservation Institute e dalla Fondazione Memmo di Roma, aprirà i battenti a Torino il prossimo 15 dicembre e rimarrà aperta al pubblico fino al successivo 8 aprile. Gli organizzatori della «tappa» torinese (il Museo Egizio, la Regione Piemonte e la Città di Torino, oltre agli sponsor Enel, Argus, Publitalia '80, Stet, INA Assitalia, Rinaldi trasporti) hanno scelto come sede espositiva il Palazzo della Promotrice delle Belle Arti (Viale B. Crivelli 11 - Parco del Valentino). La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 20 (il 24 e 31 dicembre gli orari saranno limitati alle 1014, mentre il 25 dicembre e il 1 gennaio alle 14-22). Il prezzo del biglietto è di lire 15.000 ( 10.000 quello ridotto). Il catalogo della mostra è stato realizzato dall'editore Leonardo (85.000 lire). Informazioni alla Dogma, telefono 011-882168 (fax 885258). ad alcuni resti della mummia e delle tele finissime che l'avvolgevano. Di grande fascino e suggestione sono sicuramente i sandali della regina. Oltre a tutti gli oggetti del corredo funerario sono esposti nella mostra molti altri reperti, tra cui le statue di Ramesse II, inseriti in un ricco itinerario archeologico che, grazie ai materiali provenienti da prestigiosi musei quali il Louvre, il British Museim, il Museo Egizio di Torino e il Museo Archeologico di Antichità Egizie di Firenze, ricreano l'atmosfera dell'epoca e permettono di «passeggiare» nella storia e la civiltà egizia. Sarà anche appositamente allestito, all'interno del Museo Egizio, un percorso ramesside che offrirà, accanto ai monumenti del faraone e della sua corte, un variegato quadro della vita quotidiana dell'epoca. La scoperta dello studioso italiano è poi ampiamente documentata dalla serie di 780 negativi in lastra alla gelatina-sali d'argento con cui Schiaparelli immortalò quegli attimi emo-
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