NEFERTARI Luce d'Egitto

Si apre il 15 dicembre alla Promotrice delle Belle Arti al Valentino Si apre il 15 dicembre alla Promotrice delle Belle Arti al Valentino tm razie alla realtà virtuale la tomba della «Signora delle due terre» apparirà così come la vide nel 1904 l'archeologo torinese Schiaparelli che scoprì i teson d'un regno al culmine del suo splendore più di tremila anni fa m NEFERTARI IL cerchio si chiude: la fama di Nefertari, «Signora delle due terre», «Grande moglie del Re», «Amata dalla dea Mut», come la presentano i geroglifici ritrovati nella sua tomba, torna a Torino. Perché da Torino, o meglio da un torinese, era partita. Fu infatti Ernesto Schiaparelli (1856-1928), direttore del Museo Egizio dal 1894, a portare alla luce la tomba della moglie adorata di Ramesse II, il faraone più potente dell'antico Egitto che regnò ininterrottamente dal 1298 al 1233 avanti Cristo. Nefertari, il cui nome probabilmente significava «la più bella tra le donne», era di umili origini ma il suo splendore convulse il sovrano a sposarla quando entrambi avevano 15 anni. Non fu certo l'unica donna di Ramesse II, noto per il suo sconfinato harem, ma la sua abilità e le sue doti diplomatiche ne fecero la favorita fino alla sua morte, avvenuta all'età di 45 anni. In sei lustri di regno, Nefertari governò al fianco dell'incarnazione del Sole, svolgendo, rara figura nell'antichità, un importante ruolo politico. Accompagnò il faraone nel viaggio di incoronazione lungo il Nilo ed è autrice di una lettera a Pudukhepa, regina degli odiatissimi ittiti, contro i quali Ramesse II aveva combattuto strenuamente e con i quali poi cercò la pace. Dal sovrano, Nefertari ebbe cinque o sei figli, alcuni dei quali, come il primogenito Amunhi-wenemef, morirono in giovane età. Nessuno di loro salì al trono ma quando Nefertari morì, un grande vuoto si aprì al fianco del sovrano: chiamò i migliori architetti e pittori del tempo, fece costruire in suo onore la più bella tomba che donna egizia avesse mai avuto e, soprattutto, fece tramandare ai posteri l'immagine della sua sposa come quella della «divina», «della più amata», della «signora del fascino», della «dolce

Persone citate: Ernesto Schiaparelli, Schiaparelli

Luoghi citati: Egitto, Torino