Parla Teocoli, a Milano per «Papà dice messa» con Pozzetto

Parla Teocoli, a Milano per «Papà dice messa» con Pozzetto Parla Teocoli, a Milano per «Papà dice messa» con Pozzetto Teo: «Lavora, Gialappa's» «Lippi? Così estraneo chefa rìdere» MILANO. «Lunedì il numero dei telespettatori di "Mai dire gol" era più o meno lo stesso: ma con uno share più basso...». E l'ottavo giorno Teocoli parlò. A una settimana dalla notizia-boom dell'abbandono del programma, il comico commenta l'accaduto. Sul set milanese del film di Renato Pozzetto «Papà dice messa», a parte qualche frecciatina, getta acqua sul fuoco. «Ho deciso di lasciare Italia 1 solo perché mi era impossibile far fronte a tutti gli impegni presi», dice, come da versione ufficiale del primo giorno di Teocoligate. «Incavolati con me quelli della Gialappa's? Ma no, sono grandi e vaccinati. Dovranno solo lavorare un po' di più...», Insiste pure, su questa strada, l'ex Felice Caccamo di Italia 1. Calze a rete, parrucca e borsetta di vernice, nel film impersona il travestito Zobeide, che nel ciak di ieri, all'Istituto dei Martinitt, si reca al commissariato per denunciare un tentativo di scippo. Spiega l'attore: «Non ce la facevo a fare tutto: il film, "Mai dire gol", "Scherzi a parte". Renato mi ha proposto il ruolo all'inizio dell'autunno. In fondo ho fatto "Mai dire gol" per sei anni, come esperienza può bastare». Sarà ma non ci credo, diceva una vecchia canzone dello Zecchino d'Oro. Dalle voci e da ciò che è successo con i tre del gruppo - Marco Santin, Giorgio Gherarducci e Carlo Taranto - non pan? che la cosa sia filata cosi liscia. Ma come erano, per davvero, i rapporti con la Gialappa's? «Non ce l'ho con loro - dice il comico -. Contrasti sul modo di intendere la trasmissione? Mah, anche se fòsse, il nostro sodalizio è durato sei anni: un record». Abbottonatissimo sulle persone, Teocoli si lascia scappare qualche battuta un po' piii cattiva sul programma. «Lunedi l'ascolto era lo stesso, ma lo share era più basso», annota, pignolo. Puntuale, arriva il contro-comunicato di Italia 1, che per la verità non fa confronti di share (la percentuale dei telespettatori) , ma elenca i numeri dell'ascolto medio di «Mai dire gol». Da cui risulta che quella di lunedi, con i suoi 2.79G.000 spettatori, è «la terza puntata piti seguita». Amen. Ma come e sembrato a Teocoli, lo show di lunedi sera? «L'ho trovato ancora un po' impapocchiato». Così com'è non la convince? «Mah, devono inventarsi qualcosa La trasmissione è forte, può funzionare anche senza di me: si faranno senz'altro venire qualche buona idea». Di idee, la Gialappa's Band in quésti anni ne ha avute parecchi';; a «Mai dire gol» sono nati molti personaggi televisivi di rilievo, che hanno innamorato il pubblico. «Si - dice Teocoli - Marco, Giorgio e Carlo hanno il pallino di fare i talenl scout. Questa è cosi per loro una buona occasione. Con me in trasmissione non avevano bisogno di arrovellarsi troppo. Senza di me faranno loro, inventeranno qualche nuovo personaggio». Spazio per nuove cose da in- Teo Teocoli nelle vesti del ^giornalista sportivo» Felice Caccamo ventare ce n'è tanto. Lo si ò visto bene lunedì sera, nella seconda puntata dell'era post-Teocoli. La mancanza di Pericoli, Caccamo e gli altri ha lasciato un vuoto che è parso incolmabile. Dopo una settimana di riunioni affannose per cercare un sostituto, il cast del programma ha deciso di andare in onda con il solito Lippi. Non si ò voluto tacere il disagio creato dall'assenza del conduttore: il fatto anzi ò diventato una gag, un tormentone che ha latto da leitmotiv allo show. Ad apertura di programma Simona Ventura è comparsa da sola, annunciando di aver trovato un super-presentatore: Tafazzi. Compare il personaggio, bottiglia alla mano, ma subito questa gli si rompe gettandolo nella crisi più nera. Deve andarsene. Poi e la volta del Gabibbo, altro «re dei supersuperpresentatori» proposti. Non funziona neppure lui, viene Enzo Iacchetti a riportarselo via: deve fare un servizio che prenda in giro Emilio Fede. Ubi maior. «C'è rimasto solo Claudio Lippi», dice sconsolata la Ventura, proponendo un nuovo strip tease di consolazione. Stop allo spogliarello, e vada per Lippi. Che compare, faccione e denti in festa, a fare il bravo presentatore classico, all'insegna del quiz e del motto «the show must go on». Anche senza Teocoli. Ma che ne pensa Teocoli, di Lippi? «E' talmente estraneo a quel genere di trasmissione che risulta divertente. E' sarcasmo puro», Tutto okay, dunque. Ma se gli si chiede di fare un nome, di indicare un suo successore ideale, la risposta è lapidaria. «Nessuno. Quello è un ruolo che ho inventato io». Dopo di me il diluvio. Il presente, insomma, è in calze a rete, nella parte insolita di Zobeide. «Avevo bisogno di un travestito grande, grosso e bello dice Pozzetto - e ho scelto Teo, anche se la sua presenza nel cast ci ha fatto rivoluzionare tutto: dovevamo girare a Roma invece ci siamo trasferiti a Milano. Per lavorare con me Teocoli ha lasciato "Mai dire gol"? Che dire, non so, non ne abbiamo mai parlato. Però io in questo periodo l'ho sempre visto sereno...». Cristina Caccia Parla Teocoli, a Milano per «Papà dice messa» con Pozzetto Parla Teocoli, a Milano per «Papà dice messa» con Pozzetto Teo: «Lavora, Gialappa's» «Lippi? Così estraneo chefa rìdere» MILANO. «Lunedì il numero dei telespettatori di "Mai dire gol" era più o meno lo stesso: ma con uno share più basso...». E l'ottavo giorno Teocoli parlò. A una settimana dalla notizia-boom dell'abbandono del programma, il comico commenta l'accaduto. Sul set milanese del film di Renato Pozzetto «Papà dice messa», a parte qualche frecciatina, getta acqua sul fuoco. «Ho deciso di lasciare Italia 1 solo perché mi era impossibile far fronte a tutti gli impegni presi», dice, come da versione ufficiale del primo giorno di Teocoligate. «Incavolati con me quelli della Gialappa's? Ma no, sono grandi e vaccinati. Dovranno solo lavorare un po' di più...», Insiste pure, su questa strada, l'ex Felice Caccamo di Italia 1. Calze a rete, parrucca e borsetta di vernice, nel film impersona il travestito Zobeide, che nel ciak di ieri, all'Istituto dei Martinitt, si reca al commissariato per denunciare un tentativo di scippo. Spiega l'attore: «Non ce la facevo a fare tutto: il film, "Mai dire gol", "Scherzi a parte". Renato mi ha proposto il ruolo all'inizio dell'autunno. In fondo ho fatto "Mai dire gol" per sei anni, come esperienza può bastare». Sarà ma non ci credo, diceva una vecchia canzone dello Zecchino d'Oro. Dalle voci e da ciò che è successo con i tre del gruppo - Marco Santin, Giorgio Gherarducci e Carlo Taranto - non pan? che la cosa sia filata cosi liscia. Ma come erano, per davvero, i rapporti con la Gialappa's? «Non ce l'ho con loro - dice il comico -. Contrasti sul modo di intendere la trasmissione? Mah, anche se fòsse, il nostro sodalizio è durato sei anni: un record». Abbottonatissimo sulle persone, Teocoli si lascia scappare qualche battuta un po' piii cattiva sul programma. «Lunedi l'ascolto era lo stesso, ma lo share era più basso», annota, pignolo. Puntuale, arriva il contro-comunicato di Italia 1, che per la verità non fa confronti di share (la percentuale dei telespettatori) , ma elenca i numeri dell'ascolto medio di «Mai dire gol». Da cui risulta che quella di lunedi, con i suoi 2.79G.000 spettatori, è «la terza puntata piti seguita». Amen. Ma come e sembrato a Teocoli, lo show di lunedi sera? «L'ho trovato ancora un po' impapocchiato». Così com'è non la convince? «Mah, devono inventarsi qualcosa La trasmissione è forte, può funzionare anche senza di me: si faranno senz'altro venire qualche buona idea». Di idee, la Gialappa's Band in quésti anni ne ha avute parecchi';; a «Mai dire gol» sono nati molti personaggi televisivi di rilievo, che hanno innamorato il pubblico. «Si - dice Teocoli - Marco, Giorgio e Carlo hanno il pallino di fare i talenl scout. Questa è cosi per loro una buona occasione. Con me in trasmissione non avevano bisogno di arrovellarsi troppo. Senza di me faranno loro, inventeranno qualche nuovo personaggio». Spazio per nuove cose da in- ventare ce n'è tanto. Lo si ò visto bene lunedì sera, nella seconda puntata dell'era post-Teocoli. La mancanza di Pericoli, Caccamo e gli altri ha lasciato un vuoto che è parso incolmabile. Dopo una settimana di riunioni affannose per cercare un sostituto, il cast del programma ha deciso di andare in onda con il solito Lippi. Non si ò voluto tacere il disagio creato dall'assenza del conduttore: il fatto anzi ò diventato una gag, un tormentone che ha latto da leitmotiv allo show. Ad apertura di programma Simona Ventura è comparsa da sola, annunciando di aver trovato un super-presentatore: Tafazzi. Compare il personaggio, bottiglia alla mano, ma subito questa gli si rompe gettandolo nella crisi più nera. Deve andarsene. Poi e la volta del Gabibbo, altro «re dei supersuperpresentatori» proposti. Non funziona neppure lui, viene Enzo Iacchetti a riportarselo via: deve fare un servizio che prenda in giro Emilio Fede. Ubi maior. «C'è rimasto solo Claudio Lippi», dice sconsolata la Ventura, proponendo un nuovo strip tease di consolazione. Stop allo spogliarello, e vada per Lippi. Che compare, faccione e denti in festa, a fare il bravo presentatore classico, all'insegna del quiz e del motto «the show must go on». Anche senza Teocoli. Ma che ne pensa Teocoli, di Lippi? «E' talmente estraneo a quel genere di trasmissione che risulta divertente. E' sarcasmo puro», Tutto okay, dunque. Ma se gli si chiede di fare un nome, di indicare un suo successore ideale, la risposta è lapidaria. «Nessuno. Quello è un ruolo che ho inventato io». Dopo di me il diluvio. Il presente, insomma, è in calze a rete, nella parte insolita di Zobeide. «Avevo bisogno di un travestito grande, grosso e bello dice Pozzetto - e ho scelto Teo, anche se la sua presenza nel cast ci ha fatto rivoluzionare tutto: dovevamo girare a Roma invece ci siamo trasferiti a Milano. Per lavorare con me Teocoli ha lasciato "Mai dire gol"? Che dire, non so, non ne abbiamo mai parlato. Però io in questo periodo l'ho sempre visto sereno...». Cristina Caccia Teo Teocoli nelle vesti del ^giornalista sportivo» Felice Caccamo