A Leinì la storia della fisa A Vigone spettacoli viaggianti

E I E a Leinì il Museo della Fisarmonica, in via Carlo I Alberto 64. Nato nel 1993 in occasione del centenario della ditta Giovanni Verde, è il secondo in Italia insieme con quello di Castelfidardo, in provincia di Ancona. Si può visitare dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12; gruppi e scuole possono prenotare telefonando al numero 998.80.16. Sono esposti i pezzi migliori della produzione Verde, che ebbe inizio nel 1893, quando «Gioanin dita magiche», appena ventenne, cominciò a costruire fisarmoniche. Il pezzo più antico è una «croma piano» del 1897, realizzato da Verde sul modello del Bandoneon. La rivoluzionaria «semitono» permise a Gioanin di aggiudicarsi la medaglia d'argento all'esposizione del 1903 a Cuorgnè e poi un premio a Parigi, nel 1910; ha trentun tasti con trentasei bassi e un'intonazione particolare grazie anche al mantice. Oltre agli strumenti nel museo si possono ammirare le lettere e le fotografie ingiallite che gli emigrati piemontesi MUSEI FISARMONICHE E LUNA PARK A Leinì la storia della fisa A Vigorie spettacoli viaggianti spedivano in ringraziamento alla ditta Verde da ogni parte del mondo. Avevano portato con loro le fisarmoniche di Leinì e testimoniavano così il loro affetto per il costruttore piemontese. Vigone. La storia di una famiglia di artisti dello «spettaj colo viaggiante», un'avventuj ra professionale di sei generazioni, dal trisavolo ai giovani che oggi continuano ad avere nel mondo del luna park l'unico impegno lavorativo, quella della tradizione del divertimento a cui da sempre sono fedeli i Piccaluga. Un nome noto, origina- In allo a .sinistra vecchie e nuove fisarmoniche .1 destra particolare della (riostra del Nonno Sotto frazione di Castelmagno sotto la nere rio di Casale Monferrato, per gli appassionati delle piazze illuminate del Piemonte, della Liguria e della Lombardia, meta consuete delle giostre da metà del secolo scorso. Un patrimonio di conoscenza, aneddoti e pezzi di antiquariato che Carlo Piccaluga ha voluto raccogliere in un insolito museo permanente a Vigone, dove, da quarant'anni, la famiglia «viaggiante» su carovane fa tappa fissa. L'idea è nata quattro anni fa dalla passione di collezionare esemplari d'epoca di questa realtà itinerante, un hobby che ha trovato il proprio spazio nel¬ l'ex sala da ballo di vicolo del Teatro, intitolato poi a Donald Piccaluga e Marcellino Bettoschi, giovani che hanno vissuto il mondo delle giostre. E' suggestivo ritrovarsi fra i dondolanti cavalli in legno costruiti per la prima giostra acquistata dai Piccaluga nel 1827, un cimelio prezioso che è stato restaurato e reso nuovamente funzionante. Oppure fra gli organi dipinti a mano di ogni forma e dalle decorazioni più varie, che, una volta girata la magica manovella, riportano immediatamente l'atmosfera ai balocchi, agli orsi da tirassegno (basta curiosare fra gli esemplari esposti) e allo zucchero filato. Le pareti della sala sono coperte di fotografie i bianco e nero, immagini dei numerosi componenti della famiglia alle prese con i primi marchingegni ludici, con le piazze in tempo di guerra, con un pubblico d'altri tempi. Il museo si può visitare gratuitamente (la mattina è dedicata alle scuole) prenotandosi al Comune di Vigone, tel. 011/980.92.12. [m.fr.] MORANO ATTIVITÀ' CONTADINE E' stato riaperto, nell'antica Grangia Pobietto di Morano Po, in provincia di Alessandria, il «Museo delle attività contadine». Sotto i porticati e nei saloni della cascina sono esposti attrezzi agricoli di ogni genere, alcuni risalenti ad oltre un secolo fa, utilizzati nelle colture della pianura risicola e nelle vicine colline del Casalese. Il museo, allestito a cura dell' amministrazione comunale, è per ora visitabile solo a richiesta. Per vedere le collezioni bisogna telefonare in comune allo 0142/85.123. o all'Ente Parco del Po di Valenza, 0131/92.75.55. Le «grange», in questa parte di pianura quasi tutta coltivata a riso, erano in realtà grandi poderi completamente autosufficienti, con cascine monumentali, ville, cappelle, stalle, fienili e locali (dormitori, refettori), dove venivano ospitate le mondine. Il grande complesso della grangia Pobietto, già di proprietà dell'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli, è ora del comune di Morano, che però è tenuto, in base a una convenzione, a devolvere gli eventuali utili di fine anno alla Usi di Casale. Esiste un progetto di inserimento della struttura in un circuito turistico-ambientale, collegato alle attività del parco del Po. In occasione della riapertura del museo, la grangia, fondata nel 1200 per iniziativa dei monaci cistercensi, ha ospitato la presentazione del volume «Storia del Monferrato», del giornalista Aldo Timossi. Il libro ripercorre la vicenda delle terre tra Monferrato e Vercellese, dai primi insediamenti neolitici intorno a Trino (500.000 anni prima di Cristo) fino ai giorni nostri. Di particolare interesse il capitolo relativo alla storia archeologica, che in questi mesi si sta arricchendo di una nuova parte legata al ritrovamento di un villaggio dell'età del ferro (X secolo a.C), situato nelle vicinanze dell'antica grangia. Gli scavi sono a cura della Soprintendenza Archeologica del Piemonte. Si arriva a Morano sul Po con la statale 3 Ibis da Chivasso; il paese è subito dopo Trino, sei chilometri prima di Casale. [t.pl.l MONTANARI A CASTELMAGNO A Castelmagno, alta valle Grana (Cn), non c'è solo il famoso santuario, (intitolato al leggendario martire San Magno, della legione Tebea), ma un minuscolo, delizioso museo, alla frazione Colletto, in funzione dal '92; si chiama semplicemente «Museo della vita di quassù», promosso e voluto da Olga Martino e da suo marito Graziano Car- dellino. E' composto da un'unica grande stanza, una vecchia stalla rimessa in ordine, e c'è anche il progetto di un piccolo allargamento, per ordinare sempre nuovi pezzi in arrivo. In anni di pazienti e appassionate ricerche, sono stati salvati dalla distruzione oggetti, utensili, attrezzi, che per secoli sono sei-viti a montanari e pastori nella vita quotidiana. Quasi tutti fatti mano, realizzati con tecnologie e materiali poveri, legno e ferro, lavorati con una straordinaria perizia manuale. Accompagna la raccolta un catalogo realizzato in collaborazione col «Centro Occitano Detto Dalmastro»; cento pagine illustrate, costo 10 mila lire. Il museo, vicino alla trattoria Castelverde, (dove si può prenotare al numero 0171/ 986.164, risponde la signora Mari Ferreri Rignon, che è anche un'ottima cuoca), si può visitare gratuitamente, chiedendo di Magnet, un simpatico vecchietto che si chiama in realtà Martino Magno, e che accompagna ben volentieri i visitatori, [t.pl.]