HAYDN E SHOSTAKOVIC Il 13 e 17 Pletnev dirige ed esegue al pianoforte di Leonardo Osella
HAYDN E SHOSTAKOVIC RAI HAYDN E SHOSTAKOVIC II13 e 17 Pletnev dirige ed esegue al pianoforte IL prossimo concerto della stagione Rai, il nono della serie, richiede prima di tutto un momento di attenzione riguardo le date, poiché si tiene in giorni diversi rispetto alla solita cadenza. L'appuntamento per gli abbonati del giovedì si tiene mercoledì 13 alle 20,30, quello per gli abbonati del venerdì è in programma domenica 17 alle 21 ; la sede per entrambi è l'Auditorium del Lingotto. Detto questo, vediamo di che si tratta. Direttore e solista al pianoforte è il russo Milchail Pletnev. La scelta è caduta su due grandi autori che, pur avendo saputo spaziare con alto magistero in ogni genere musicale, hanno creato la propria notorietà soprattutto sul sinfonismo: Haydn e Shostakovic. Haydn fu sinfonista dalla incredibile prolificità, la bellezza di 107 «esemplari». Le ultime sono dette «londinesi» e fa proprio parte di questo gruppo quella presentata da Pletnev: la «n. 95 in do minore». L'opera, e lasciamo la parola a Luigi Della Croce che le ha analizzate a una a una, «è l'undicesima e ultima delle sinfonie in tonalità minore, che nella produzione di Haydn appaiono come isole scure in mezzo a un mare di serenità. Se la tonalità maggiore è lo specchio ideale del suo fondamentale otti- // russo Mikhail Pletnev guiderà al Lingotto l'Orchestra Rai mismo, quella minore significa meditazione, conflitto spirituale, sofferenza e comporta una responsabilità artistica che si riflette, fra l'altro, nella fisionomia dei temi. La maggioranza di queste sinfonie "tristi" si concentra nello Sturm und Drang. Vi è poi un lungo periodo di "maggiore" ininterrotto, che dura fino al 1782, anno in cui l'autore ha una seconda crisi e ritorna agli accenti disperati: si succedono così nel giro di quattro anni altre tre sinfonie in minore, dove la prevalenza di un sentimento doloroso non è più netta o per lo meno è attenuata da incursioni nel tono maggiore: l'instabilità è tale che interi movimenti o parti di movimento di queste sinfonie sono in maggiore. Così accade in questa seconda sinfonia londinese, che costituisce l'addio di Haydn alla tonalità della passione». Si ascolterà poi, con Pletnev che scenderà in campo anche come pianista, il «Concerto in re maggiore Hob. XVHI n. 11»: è una delle pagine più considerevoli di Haydn, destinata a dilettanti di alto livello e scritta quasi certamente per il clavicembalo. Gustoso il Rondò «all'ongharese», ricordo deUa lunga permanenza a Esterhàza. Si chiuderà la serata musicale con la «Sinfonia n. 15 in la mag¬ ca aeriodi ng. di uurcro e, i o nnvidi onioev giore op. 141» di Dmitri Shostakovic, l'ultima del musicista russo, presentata per la prima volta a Mosca nel 1972 sotto la direzione del figlio del compositore, Maxim. Il lavoro, come ha sottolineato Ferruccio Tammaro, «lascia scaturire la chiara sensazione di muoversi con spassionato distacco; il fatto ad esempio di citare apertamente due temi altrui, uno dal "Guglielmo Teli" di Rossini, l'altro dalla "Tetralogia" di Wagner, sembra sottintendere una volontà di estraniazione, una consapevolezza di sostanziale inanità». Leonardo Osella
Luoghi citati: Mosca
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