Intrecci senza conflitto Nello spazio dei Murazzi i giovani della seconda «Chiamata alle Arti»

MOSTRE MOSTRE INTRECCI SENZA CONFLITTO Nello spazio dei Murazzi i giovani della seconda «Chiamata alle Arti » LA situazione è eccellente, verrebbe da dire, ma grande in città è il disordine sotto il cielo dell'arte delle ultime generazioni. Dopo anni di silenzio, in questi ultimi mesi a Torino si respira un'aria piena di arte contemporanea, ma ima domanda si muove sul grande caos: questi sono i nuovi Raffaello o individui genialmente normali che hanno trasformato l'arte in im mestiere piacevole e normale? Su questi presupposti si muove il dibattito nato intorno alla mostra Intrecci senza conflitto, ospitata alle Arcate 18/20 e 22 dei Murazzi. Una collettiva che ha riunito gli artisti che, la scorsa estate, hanno esposto i loro lavori nella 2a edizione di «Chiamata alle Arti». L'operazione, realizzata dall'associazione Zenit, ha messo insieme sette mostre per venti artisti e tre seminari condotti da Domenico Bianchi, Marco Gastini e Luigi Mainolfi con la partecipazione di oltre 50 giovani. I curatori sono i critici Bettina Canestrini, Guido Curto con i due galleristi Guido Carbone e Alberto Peola, mentre i seminari sono stati organizzati da Maria Teresa Roberto, critica d'arte e docente dell'Accademia di Belle Arti. «Il nostro intento - spiegano è stato quello di portare i lavori degli artisti dell'ultima generazione in un luogo inusuale, distante dai muri bianchi e regolari delle gallerie. Questo è uno spazio carico di significati, storici, sociali e di costume. Abbiamo UN viso maschile, un ritratto dipinto ad olio su tela con pennellata veloce, densa di colore, quasi espressionista per l'intensità del segno. E poi ancora molti altri volti, altri ritratti, stilisticamente simili, fisionomicamente diversi, tanto da poter riconoscere in alcuni l'artista stesso, il tedesco Peter Schmersal. In tutto una decina di quadri, accostati sulla parete a formare una grande installazione pittorica che occupa la sala della biblioteca del Castello di Rivara, diventato ormai da alcuni anni sede permanente dell'attività espositiva del gallerista torinese Franz Paludetto. Con questa personale di Schmersal, Franz Paludetto prosegue quell'interessante ricognizione nell'arte tedesca contemporanea, avviata diversi anni fa con il contributo di Carolin Lindig, storica dell'arte di Colonia. Molti dei lavori esposti in precedenti occasioni sono tutt'ora al Castello e costituiscono nell'insieme una significativa panoramica sulle tendenze artistiche emergenti in Germania. In particolare sono ancora visibili quattro opere dello scultore tedesco Stephan Balkenhol (nella foto, una statua lignea) al quale è stata dedicata una personale nell'ottobre scorso. Si tratta di sculture realizzate lavorando un tronco d'albero, alto circa un metro e mezzo e posto verticalmente, intagliandone la sommità in modo da far emergere dal legno vivo, senza soluzione voluto far incontrare mondi ed esperienze diversi per creare un confronto forte di idee». I seminari hanno seguito la stessa linea, infatti tre artisti, ormai affermati nel campo internazionale, hanno messo a disposizione la loro esperienza accettando stimoli e provocazioni di artisti all'inizio della loro carriera. Intrecci senza conflitto ha visto la presenza di artisti dai 35 ai 20 anni, alcuni già inseriti nel circuito italiano ed altri ancora sconosciuti al pubblico. Il risultato è un puzzle che raccoglie i differenti percorsi intrapresi dagli artisti dell'ultima generazione. Se Enrico De Paris presenta i suoi ironici e claustrofobici paesaggi urbani con evidenti richiami al fumetto, sull'altro versante Marco Vacchetti lavora con immagini «classiche» recuperate dalla tradizione e dalla storia dell'arte italiana, mentre Carlo Cantono (nella foto in alto il suo Istig Keith) pone in primo piano oggetti e maschere che diventano segni e spazi di colore. Elice Warth propone personaggi femminili in ambientazioni surreali. Le opere di Stefano Cane (nella foto accanto. Senza titolo) tornano ad una dimensione classica dove insiemi di corpi vengono esposti nella «forma elementare di partenza di ogni cosa». La guerra, il disagio sociale, il tentativo di incontrare altre culture sono temi fondamentali nella produzione delle opere contemporanee. Victor Kastelic ha esposto ai Murazzi un'opera in

Luoghi citati: Germania, Rivara, Torino