Come garantirsi una rendita

PREVIDE!* 1 PREVIDE!* 1 PRE'1 * Con la riforma le future pensioni saranno più leggere e prudenza esige che ognuno pensi a far da sé. Cominciando da giovani, poi, costa meno Come garantirsi una rendita FINO a qualche anno fa chi lavorava poteva sognare di vivere di rendita, godendosi la pensione accumulata in tanti anni di fatica. Oggi difficilmente si può sognare. Dopo la riforma del sistema previdenziale,anche chi gode di stipendi elevati non può pensare di vivere incassando mensilmente la pensione: lo scarto tra il reddito da lavoro ed il reddito da pensione giunge al 50% e costituisce un calo fortissimo in termini di tenore di vita. Chi è abituato a vivere con 2 milioni al mese troverà difficile abituarsi a chiudere i conti di casa con un solo milione a disposizione; e anche chi, più fortunato, guadagna 5 milioni, farà fatica ad «accontentarsi» di due milioni e mezzo. E' una prospettiva che rende oggi quasi indispensabile trovare sistemi integrativi della previdenza pubblica, soprattutto nella convinzione che il prossimo futuro potrebbe portare a nuovi, ulteriori sacrifici. POLIZZE ASSICURATIVE La soluzione per «vivere di rendita» c'è ed è costituita dalle polizze assicurative, che garantiscono una rendita sicura per tutta la vita dell'assicurato. Questi contratti prevedono una prima fase di accumulo del capitale (in forma unica o in forma rateale) e una seconda fase di incasso periodico della rendita, vita naturai durante. CAPITALIZZAZIONE Il meccanismo è quello della capitalizzazione: l'assicurato versa una certa cifra, che per tutto il periodo iniziale dell'accumulo frutta interessi e si accresce annualmente. Alla scadenza (che di norma non può essere inferiore a dieci anni) la compagnia inizia a pagare mensilmente (ma si può optare per pagamenti a cadenza diversa) la rendita, il cui ammontare dipende dai premi versati, dal rendimento riconosciuto all'assicurato e dalia durata. UNICO O ANNUALE Per ottenere una certa rendita futura occorre predisporre un programma di versamenti che porti al capitale previsto. Le soluzioni, come accennato, sono due: versare immediatamente il capitale oppure iniziare un programma di versamenti periodici. 1) Nel primo caso, una volta effettuato il versamento, non sarà più necessario sborsare altro denaro (tranne che non si voglia programmare una rendita maggiore di quella inizialmente prevista). 2) Nel secondo caso, periodicamente (ogni anno, oppure con frequenza più breve - semestre, trimestre o mese) si effettua un versamento. E alla scadenza la somma (incrementata, via via che passa il tempo, dal rendimento del capitale nel frattempo accumulato) porterà alla costituzione della rendita programmata. QUANTO V PER «OSTRI VERSAMENTO FISSO INDIPENDENTEMENTE DALL'ETÀ' DURATA 35 PREMIO ANNUO LORDO 6.000.000 SPESA NETTA (1) 5.450.000 RENDITA MENSILE (2) 6.1 55.000 VERSAMENTO VARIABILE PER OTTENERE UNA RENDITA PREDETERMINATA DURATA 35 PREMIO ANNUO LORDO 4.100.000 SPESA NETTA (1) 3.550.000 RENDITA MENSILE (2) 4.166.000 I VERSAMENTO FISSO INDIPENDENTEMENTE DALL'ETÀ' DURATA 25 PREMIO ANNUO LORDO 6.000.000 SPESA NETTA (1) 5.450.000 RENDITA MENSILE (2) 2.700.000 VERSAMENTO VARIABILE PER OTTENERE UNA RENDITA PREDETERMINATA DURATA 25 PREMIO ANNUO LORDO 9.200.000 SPESA NETTA (1) 8.658.000 RENDITA MENSILE (2) 4.166.000 VERSAMENTO FISSO INDIPENDENTEMENTE DALL'ETÀ' DURATA 15 PREMIO ANNUO LORDO 6.000.000 SPESA NETTA (1) 5.450.000 RENDITA MENSILE (2) 1.070.000 VERSAMENTO VARIABILE PER OTTENERE UNA RENDITA PREDETERMINATA DURATA 15 PREMIO ANNUO LORDO 23.500.000 SPESA NETTA (1) 22.650.000 RENDITA MENSILE (2) 4.166.000 ( 1 ) Tenuto conto del risparmio fiscale. (2) Rendita al 65e anno, stimata in base ad un rendimento annuo dell'8%; la rendita è rivalutata annualmente in relazione al rendimento della gestione della Compagnia. FISSO O INDICIZZATO Il premio annuo può essere: A) fisso per tutta la durata del contratto B) indicizzato. In questo secondo caso il grosso vantaggio che si ottiene è che la futura rendita sarà maggiore costantemente, aumentando anno per anno in funzione dell'inflazione, salvaguardando così il potere d'acquisto reale delle somme da incassare. E' vero che l'assicurato non può calcolare fin dall'inizio l'onere annuo da sopportare, ma è anche vero che, con l'aumento dell'inflazione, presumibilmente aumenterà anche il suo reddito nominale, tanto da rendere costante lo sforzo «effettivo» da sostenere. LA SCELTA E L'ETÀ' E' chiaro che chi non dispone immediatamente della cifra necessaria per godere la rendita non avrà che una strada, quella dei versamenti rateali. Ma anche chi potrebbe versare tutto subito potrebbe avere interesse a frazionare nel tempo i versamenti, per poter continuare a disporre del proprio capitale in caso di necessità, destinando ai premi assicurativi una parte del proprio reddito annuale. Per contro, chi avesse già l'età per «vivere di rendita» (per ora è 55 anni per le donne e 60 per gli uomini) può avere convenienza a stipulare un «premio unico», versando una certa cifra ed iniziando immediatamente a percepire l'importo mensile pattuito. I RISULTATI Che risultati attendersi? Dipende: a) dalla compagnia e dalla sua abilità a mettere a frutto i capitali raccolti, b) dall'andamento del mercato finanziario, c) dal livello delle commissioni (i cosiddetti caricamenti). a) Per il primo aspetto, conviene dare un'occhiata ai risultati ottenuti negli anni passati. Non sono certo una garanzia di analoghi risultati futuri, ma danno un'idea delle differenze tra una compagnia e l'altra. b) Per quanto riguarda l'andamento del mercato finanziario non possono essere fatte previsioni attendibili, specie sul lungo periodo; con tassi in crescita, il capitale aumenterà più velocemente (ma perderà valore «reale» a causa dell'inflazione), mentre con tassi calanti aumenterà più lentamente ma manterrà maggior potere d'acquisto. c) Per il terzo aspetto deve essere cura del cliente «sondare» il mercato, dal momento che le differenze tra società e società pos¬ sono essere molto elevate e anche i vari tipi di contratto possono avere riflessi diversi sulle spese (tecnicamente la formula a premio unico è di solito più vantaggiosa). Indipendentemente dall'evoluzione del mercato, però, le polizze presentano due caratteristiche importantissime che attenuano certi rischi, e cioè il rendimento minimo garantito ed il consolidamento dei risultati conseguiti. 1 ) MINIMO GARANTITO Quasi tutte le polizze assicurative «vita» hanno la caratteristica di garantire al sottoscrittore un rendimento minimo annuo, indipendentemente da quanto effettivamente conseguito dalla compagnia investendo i premi. Ciò significa, ad esempio, che se il tasso garantito è del 4% e in un certo anno, per sfortunata ipotesi, il mercato fruttasse soltanto il 2%, l'assicurato vedrebbe comunque crescere il suo capitale del 4%. Una garanzia modesta nella sostanza (il 4% è conseguibile con una gestione oculata del denaro), ma importante sotto il profilo psicologico, perché offre quello che altri investimenti solo finanziari non offrono: un rendimento variabile ma con un tasso fisso garantito. 2) CONSOLIDAMENTO Se un risparmiatore investe 100 milioni in un fondo comune obbligazionario che il primo anno cresce del 10% (facendo così passare il capitale a 110 milioni) ed il secondo anno perde il 5%, si troverà un capitale finale di 104,5 milioni. La perdita del secondo anno non sarebbe certo imputabile al mancato pagamento di interessi sui titoli posseduti dal fondo, ma da una loro flessione di valore, che andrebbe ad incidere sul patrimonio; fatto verificatosi, ad esempio, nel corso del 1994. Ciò indica il rischio che si corre nel caso di disinvestimento del capitale in un momento in cui il mercato penalizza le obbligazioni a causa, ad esempio, di un forte e improvviso rialzo dei tassi d'interesse. NESSUN RISCHIO I sottoscrittori di polizze vita non corrono questo rischio. Una volta riconosciuto all'assicurato il primo rendimento, questo passa direttamente a capitale, e così avviene per tutti i rendimenti successivi; nel caso in cui essi siano negativi, scatta la clausola del minimo garantito. Nell'esempio fatto, un risparmiatore con 100 milioni netti investiti in polizza si troverebbe, alla fine del secondo anno (pur con un merca¬ to negativo), con un capitale maturato di 114 milioni circa. Insomma, il capitale di una polizza può sempre e soltanto crescere, indipendentemente dall'evoluzione del mercato finanziario. Per ottenere risultati consistenti e poter contare su una rendita significativa, occorre ricordarsi che il contratto va stipulato il più presto possibile. Volendo costruirsi una pensione integrativa da incassare a partire dal 65° anno di età, è meglio partire a 30 anni che a 50 anni, perché lo sforzo finanziario da sostenere è molto inferiore. Un trentenne che voglia garantirsi una rendita vitalizia annua di 50 milioni dovrà sborsare circa 300.000 lire al mese, un cinquantenne dovrebbe partire da 1,9 milioni mensili. Viceversa, un trentenne che accumulasse 500.000 lire al mese per avere, da 65 anni, una rendita vitalizia, potrebbe fare affidamento su 73 milioni annui (oltre 6 milioni al mese), mentre un cinquantenne che mettesse da parte, con lo stesso obiettivo, la stessa cifra dovrebbe accontentarsi di soli 13 milioni annui (1 milione al mese circa). Gianlugi De Marchi RESIDENZA

Persone citate: De Marchi, Netta