IL FAI PER L'ARTE E LA NATURA Le iniziative del Fondo Ambiente all'ombra del Castello di Masino di Antonio Giaimo

IL FAI PER L'ARTE E LA NATURA IVREA IL FAI PER L'ARTE E LA NATURA Le iniziative del Fondo Ambiente all'ombra del Castello di Masino GIOVEDÌ' 30 novembre a Ivrea, nella sede dell'Associazione Industriali del Canavese, in corso Nigra 2, alle ore 21, conferenza di Roberto Salandin su «I nostri paesaggi: conoscerli per meglio difenderli». Organizza la delegazione eporediese del ■ Fai, Fondo Ambiente Italiano, che sta per concludere la sua «stagione '95» con uno spettacolo teatrale al Castello di Masino, di proprietà appunto del Fai. Sabato 25 alle ore 21 e domenica 26 alle ore 16 nel Salone degli Stemmi andrà in scena la commedia «Le signorine Settembre provano il Gelindo», presentata dalla Compagnia del Teatro Progetto di Carignano (biglietto 15.000 lire; ragazzi e soci Fai, 10.000; informazioni: tel. 0125-778100). In dicembre il Castello resterà chiuso al pubblico. Ria¬ prirà i battenti la prossima primavera, quando, il 17 marzo, vi si terrà una manifestazione amatissima dai più piccini: la festa degli aquiloni. E poi, via via, una serie d'appuntamenti ormai divenuti fissi: a marzo la Giornata Fai di P-imavera, la Festa dei Fiori ai primi di maggio, la mostra filatelica nel mese di giugno. Come si vede, anche grazie al Castello di Masino acquistato nel 1988, l'attività del Fai in Canavese è particolarmente intensa. Consistente la partecipazione dei volontari, oggi più di 650 nella delegazione di Ivrea. Il Fai a livello nazionale >.opo vent'anni di vita (fu creato nel 1975, sul modello di una antica e prestigiosa istituzione inglese, il National Trust) conta 25.000 iscritti e tutela una trentina di luoghi d'arte e aree naturali protette. Dopo la pausa di fine anno, a gennaio la sezione canavesana riprenderà ad impegnarsi nelle due direzioni consuete: l'organizzazione di conferenze, alle quali sono bene accetti anche i non aderenti, e le escursioni in luoghi d'arte, per scoprire opere architettoniche e figurative spesso al di fuori dei consueti itinerari, senza tuttavia disdegnare la visita a famosi musei. E' già possibile dare qualche anticipazione dei programmi del 1996, che allargano l'orizzone culturale ad altre civiltà. Il 20 gennaio, Alessandro Roccati, professore ordinario di Egittologia all'Università La Sapienza di Roma, reduce da scavi nella terra dei Faraoni, parlerà sul tema «Attività della missione archeologica in Egitto e in Sudan». In primavera, lo stesso prof. Roccati farà da guida in una visita al Museo Egizio di Torino. Altre mete '96: una gita all'Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese; un'escursione in Valle Maira, alla chiesa di Elva che contiene un ciclo di dipinti del 1400, la cui rilevanza ha poi fatto parlare del suo ignoto autore come del «maestro di Elva». Informazioni: tel. 012548744,0125-778100. Paolo Bricco LA CARTA DEL PAESAGGIO OVE finisce la Langa e dove inizia il Monferrato? I corsi d'acqua, come hanno influenzato le coltivazioni in Piemonte? In che modo si distingue il paesaggio biellese da quello canavesano? Parlerà di questo Roberto Salandin nella conferenza «I nostri paesaggi: conoscerli per meglio difenderli», organizzata dal Fai eporediese (30 novembre, ore 21, corso Nigra 2, Ivrea). Punto di partenza, la «Carta dei paesaggi agrari e forestali del Piemonte», ricerca coordinata da Salandin e redatta dall'Ipla, Istituto per le piante da legno e l'ambiente, per conto della Regione Piemonte. Il documento risale al 1993, ma essendo memorizzato su floppy disk può essere aggiornato di continuo: un intervento consistente è stato apportato l'anno scorso, con una ricerca sulla collina torinese. La «Carta del paesaggio» è la prima che tracci un profilo completo di ogni parte del territorio piemontese, da un punto di vista geologico, idrico, naturalistico e degli insediamenti umani. Una vera carta d'identità da considerare prima di ogni intervento urbanistico, industriale o «palazzinaro». Dice Salandin: «Dove impiantare la discarica? E' rischioso costruire case lungo questo tratto di fiume? Per chi deve prendere decisioni di questo tipo la Carta è un utile strumento di conoscenza». «La Carta fa parte del Sistema informativo territoriale ambientale della Regione», spiega l'arch. Maria Grazia Surace, che di questo servizio è responsabile: «E' a disposizione di tutti, a cominciare dalle Province, ed è stata utilizzata per la formazione del Piano Territoriale regionale», [p. br.] Sopra, un /Kirticolare all'interno del Castello di Masino A sinistra, la Carta del paesaggio piemontese al computer PINEROLO ALLA SCOPERTA DELLE MERIDIANE IL rilancio turistico di alcune borgate delle valli del Pinerolese può passare anche attraverso un itinerario che porta a scoprire le meridiane. Con questi intenti Giorgio Vergnano e Giovanni Visentin - il primo ha documentato fotograficamente queste opere, il secondo le ha narrate - hanno realizzato sotto il patrocinio dell'associazione culturale Pinerolo Sì il libro «Il tempo del sole», dedicato agli orologi solari nel Pinerolose. Il volume verrà presentato dagli stessi autori venerdì 24 novembre alle 17 nel Museo Etnografico, in via Brignone 3, a Pinerolo. Una sessantina di pagine, dove ai testi si alternano le immagini e l'ombra diventa protagonista. «Questi antichi orologi stanno nuovamente destando interesse», precisa Giovanni Visentin. «L'attenzione va in tre diverse direzioni: il restauro dei quadranti antichi, la realizzazione di nuove meridiane con intenti decorativi, la riproduzione di piccoli esemplari portatili. Un interesse che nella vicina Francia è molto vivo; esi¬ stono associazioni che tutelano le meridiane dei paesi di montagna». Una tradizione presente anche nel Pinerolese, dove sono più di cento gli orologi solari. Si possono vedere meridiane ancora in buono stato di conservazione, ad esempio, a Pinerolo in via Luciano, a Vigone in piazza Cardinal Boetto, ad Airasca nella piazza parrocchiale, nel castello di Macello, a Torre Pellice nella canonica della chiesa mauriziana. Un aspetto curioso e interes¬ sante di questi antichi orologi solari (molti sono stati realizzati in Francia da Giovanni Francesco Zarbula, di origini vigonesi), è legato ai motti. Da un piccolo esame statistico risulta che il 40% delle scritte sulle meridiane richiama il concetto della morte e della fugacità del tempo, il 25% la gioia di vivere, il 15% sono citazioni sul sole, doveri, lodi, il 20% consigli sul lavoro. Scampoli di saggezza. Afferma Giorgio Vergnano, che ha fotografato le meridiane: «Certamente questa pubbli¬ cazione non vuole essere il punto di arrivo, ma la partenza per uno studio più approfondito. Una ricerca che vogliamo donare ai musei cittadini». «Il tempo del sole» è l'ultima conferenza del ricco programma di iniziative culturali promosse in novembre dai musei pinerolesi in collaborazione con l'Apt e coordinate sotto il titolo «Guardare, ascoltare, conoscere» dall'assessore alla Cultura, Alberto Barbero. Antonio Giaimo Le meridiane di Fenestrelle e Usseaux fotografate da Giorgio Vergnano