GLI EREDI BRANCUSI Come giocare con gli avanzi di Duchamp, Picasso o Burri

GLI EREDI BRANCUSI GLI EREDI BRANCUSI Come giocare con gli «avanzi» di Duchamp, Picasso o Burri con lui gli amici Massimo Ruffinengo e Gianluca Cane, altri due eredi «riconosciuti» da Ferrerò, capirono l'importanza del materiale. Nei pacchi erano conservati gli avanzi delle opere che avevano cambiato il cammino dell'arte del nostro secolo. La bicicletta alla quale Duchamp aveva tolto la ruota e quella senza manubrio e sellino che aveva utilizzato Picasso per la «Testa di toro», gli scarti del legno usato da Brancusi per la «Colonna senza fine», l'occhio e il volto della donna mancanti in «Objet à détruire» di Man Ray, gli scarti dei sacchi di Burri, i ritagli di Matasse e Calder. «Il progetto è stato messo in piedi da Brancusi stesso - racconta ancora Ferrerò -, pregò la Sopra a sinistra il resto della bicicletta utilizzata da Duchamp per una sua celebre opera A destra lo stesso Duchainp Sotto un'immagine dalla mostra dijumi Karaswnaru Signora Isnardi di conservare il materiale che, per nessun motivo, doveva cadere nelle mani sbagliate. Il pacco le venne affidato da Duchamp nel 1955. Noi non sappiamo altro». Due anni dopo, a pochi giorni dalla morte di Brancusi, Marcel scrisse ancora ad Antonia: «... come certamente Lei saprà Brancusi ci ha lasciati il mese scorso. La sapeva particolarmente vicina e conscia dell'importanza del compito che le aveva affidato. Quindi coraggio! Non ci resta che attendere». Il materiale arrivò agli artisti di Cherasco e altre parti dell'eredità sono ancora nascoste in luoghi sconosciuti. Oggi la signora Isnardi non c'è più e di lei ci rimane il «lascito»: avanzi di pasta delle sue famose tagliatelle. I tre

Luoghi citati: Cherasco