GLI «STRANI» WEEKEND DI IDA La Valmorin recita Ruccello con la regia di Daniele Segre

GLI «STRANI» WEEKEND DI IDA UYARRA GLI «STRANI» WEEKEND DI IDA La Valmorin recita Ruccello con la regia di Daniele Segre UNA storia originale e spiazzante, quella di «Week-end». Il testo di Annibale Ruccello viene riproposto da Barbara Valmorin, per la quale l'autore scomparso lo scrisse. Va in scena al Teatro Juvarra dal 28 novembre al 3 dicembre. Oltre alla Valmorin (nella foto), vi recitano Stefano Silvia (che cura anche le scene) e Rosario Sparno; la regia è di Daniele Segre, al suo debutto come regista teatrale. Rappresentato l'ultima volta nel 1986, il dramma di Ruccello ha il taglio e il ritmo di una novella, ma si tinge, attraverso una meticolosa attenzione al malessere quotidiano, di atmosfere e toni del giallo, del noir e dell'horror. Racconta di mia mediocre professoressa di lingue dalla doppia vita. Ida, insegnante di liceo, durante il weekend «consuma» uno studente al quale dà ripetizioni, e il garzone dell'idraulico. Ma al di là del suo modo di agire, «oltre» al suo sdoppiamento delirante e surreale, si scorge una personalità divorata dalla sohtudine. «Ida dalla doppia vita - scriveva Ruccello -, triste e rispettabile professoressa zitella fuori di casa, e mantide religiosa tra le pareti domestiche, corruttrice ai minori, forse antropofaga e forse no, forse assassina e forse no, a metà strada fra la Cianciulli e la Bette Davis di "Che fine ha fatto Baby Jane", e contemporaneamente seducente, sensuale e torbida come una monaca un po' sfiorita, in fondo è soltanto disperatamente sola». Dello spettacolo - allestito da Emilia Romagna Teatro - appare subito particolare il linguaggio, afasico, spento, insignificante, degradato, piatto, che ha un unico guizzo quando Ida regredisce nei proprio traumi infantili. «Le storie che racconto - spiegava l'autore - riguardano sempre persone banali, comunissime, possibilmente inclini a divenire patetiche e strazianti. Ma mi piace coglierle nel momento estremo della loro esistenza: quando, loro malgrado, sono costrette a compiere una scelta importante, un gesto eroico o atroce». Personaggi «ai margini», dunque: «Mi piacciono quanto più lo sono - diceva lui - ai mar. gmi, relegati: non in maniera vistosa come barboni, criminali e pazzi, ma in modo sottile, indistinto...», [cr. e] IL REGISTA: UNA STORIA ASPRA COME mai, Segre, approda a una regia teatrale dopo tante esperienze cinematografiche? «Non ci vedo nulla di strano, sono convenzioni non mie queste, mi sembra una cosa assolutamente normale. Spero anzi prima o poi di poter fare un'opera...». Ma perché la scelta proprio di questo testo, «Weekend» di Annibale Ruccello? «Con Barbara Valmorin c'è un bellissimo rapporto di lavoro che va avanti da anni. E' stata la protagonista di "Sarabanda finale" girato a Torino nell'89, e ha recitato anche in "Manila paloma bianca" del '91: così quando mi ha chiesto di dirigere la ripresa di quest'opera sono stato contento: è un grande onore per me vivere quest'esperienza. Lo spettacolo è partito ad aprile di quest'anno». Qual è stata la sua linea registica, nell'allestimento? «Ho cercato di rispettare il testo di Ruccello, ma cercando un'ambientazione meno barocca e più realista, in una casa di ringhiera. Sono poi intervenuto sul personaggio dell'idraulico, dandogli connotazioni abbastanza dure e riferibili a un giovane naziskin». Perché? «Perché rappresenta uno dei nostri incubi contemporanei. Volevo dare all'opera un sentimento di appartenenza che mi riguardasse, una mia impronta. Ho trovato grandi assonanze tra me e l'autore, così è stato un incontro utile e naturale». Come definirebbe «Weekend»? «Si tratta di una vicenda dura, aspra, ironica. C'è un'amara ironia nel rappresentare questa zitella che ha superato ì cinquanta, che fuori è normale e che in casa vive storie con giovani uomini. Ma è anche una storia di solitudine». E l'interpretazione? «Barbara Valmorin è eccezionale, in questo ruolo tira fuori la grande arte che tutti le riconoscono. Ha un talento incredibile. E questo è un testo così difficile che per metterlo in scena ci voleva bravura e enorme coraggio», [cr. e]

Luoghi citati: Emilia Romagna, Manila, Torino