IN MEMORIA DI WEBERN Un concerto diretto da Inbal a cinquant'anni dalla morte di 1. O.

IN MEMORIA DI WEBERN IN MEMORIA DI WEBERN Un concerto diretto da Inbal a cinquantanni dalla morte colare e profondo, per assorbirne l'essenza lirica: in Webern, come ha sottolineato in un articolo del 1983 Giacomo Manzoni, «prevale di fatto il delicato, l'intimo, il colloquio diretto tra l'io e l'altro». E in particolare sull'op. 6 Luigi Rognoni sottolinea l'uso della grande orchestra «proprio come la usava Mahler: non per ottenere sonorità massicce e LA musica al servizio di edifici storici, istituzioni, monumenti d'arte. E' al via il progetto di dotare il Tempio Valdese (corso Vittorio Emanuele 23) di un organo bachiano, adatto alla musica del culto evangelico e di altri repertori. Ma occorrono fondi: 300 milioni solo per la prima fase dei lavori (il cosiddetto «organo piccolo» più alcuni interventi per l'acustica). Gli enti pubblici hanno assicurato un aiuto, altre offerte (detraibili fiscalmente) possono essere inviate alla Chiesa Valdese tramite la Cassa di Risparmio (Agenzia 1 di piazza Madama Cristina) o l'Istituto San Paolo (Agenzia 2, via S. Anselmo 18). Ma un buon contributo può venire anche dai sei concerti che, fino al 18 maggio 1996, saranno eseguiti nel Tempio stesso: il biglietto costerà 10.000 lire e il ricavato andrà a favore dell'iniziativa. Il primo appuntamento sabato 25 alle 21, con Rita Peiretti in un programma clavicembalistico intitolato «Kontrast». Ne fanno parte, tra l'altro, quattro brani di autori torinesi contemporanei: «Aurea» di Flavio Gatti, «Ellypse II» di Lorenzo Ferrerò, «Ensor» di Igor Sciavolino e «Allemanda Variata» di Gilberto Bosco (questi ultimi, in prima esecuzione assoluta, sono dedicati proprio a Rita Peiretti). Il programma è completato da Giovanni Picchi («Ballo Ongaro» e «Todesca»), Michelangelo Rossi («Toccata VII»), Frescobaldi («Cento Partite sopra Passacaglia»), Froberger («Suite in re minore»), Fischer («Passacaglia»), Bartók // maestro Inbal dirigerà il concerto dedicalo a Webern Sotto Castello Cavour a Salitemi dense, ma per poter disporre di una tastiera strumentale di grande varietà che gli consenta una scelta ampia e immediata degli effetti sonori». A fornire un contrappeso temporale alla concisione weberniana ci penserà poi l'ora abbondante di musica della «FaustSymphonie» di Franz Liszt. Questa aggiunge alla grande compa¬ gine strumentale - compreso l'organo - l'apporto di un tenore (in questo caso sarà Wolfgang Biinten) e di un coro maschile (il Filarmonico Ruggero Maghini diretto da Claudio Chiavazza), chiamati proprio nelle ultime battute a proporre i versi conclusivi dell'opera di Goethe in esaltazione dell'«etemo femminino». Come enuncia il titolo stesso, si tratta di una sinfonia, con tanto di forma tripartita. E' pur vero, però, che i tre tempi recano un nome («Faust», «Margherita», «Mefistofele») e dunque si snodano su un disegno espressivo preciso. Bisogna comunque intendersi: come ha chiarito lo stesso Liszt, ricorda Rossana Dalmonte, «il concetto di "contenuto" quale somma del pensiero musicale di un'opera non è da confondersi con il "soggetto" o T'argomento" dell'opera stessa: il "Faust" di Goethe e la "FaustSymphonie" di Liszt trattano lo stesso argomento ma non comunicano lo stesso contenuto, poiché la "lingua delle parole" e la "lingua della musica", che hanno modi diversi d'esprimersi e suscitano diverse emozioni, diventano sostanza mscmdLbile dall'idea poetica e quindi dal contenuto dell'opera». Da sottolineare che l'«incipit» dell'opera viene classificato come il primo tema dodecafonico non casuale della storia. Faust è caratterizzato da quattro temi, che verranno ripresi e deformati caricaturalmente nel terzo tempo «diabolico». Delicatissimo il ritratto di Margherita, che evoca immagini di pace interiore e di quiete domestica. Il coro mistico chiude in modo sfolgorante un'opera che, sia pur con qualche cedevolezza, resta tra i grandi monumenti musicali di tutti i tempi. [1. o.]