Quanti virus all'attacco del feto

Quanti virus all'attacco del feto Quanti virus all'attacco del feto Ma infezione non significa sempre malattia dono mezzi di terapia né un vaccino. Si diceva della possibilità di trasmissione del Cmv con il rapporto sessuale. Ciò avviene anche per Herpes Simplex Virus tipo 2, più raramente per quello tipo 1, e l'Herpes genitale rappresenta un rischio per il nascituro, che può rimanere infettato durante la gravidanza, più sovente durante il parto. Nella donna gravida sarebbe opportuna un'indagine sull'eventuale presenza del virus erpetico nelle vie genitali, il che si può fare con colture cellulari o con sierodiagnosi. Il rischio di infezione del neonato è superiore al 50 per cento nel caso di herpes genitale materno recente. Molteplici possono essere i sintomi: lesioni localizzate o disseminate (pelle, sistema nervoso, fegato, polmoni), sovente gravi. Vi è una chemioterapia antivirale efficace. Parlando di pericoli per il nascituro legati ai rapporti sessuali, come non ricordare la sifilide? Nell'opinione di molti è un simbolo di malattie del passato, come se non esistesse più. Certamente molte forme gravi sono Tra i rischi maggiori, Herpes, rosolia, Aids, sifilide scomparse, tuttavia il numero dei contagi è sempre elevato; nelle grandi città l'incidenza è in aumento, associata all'endemia dell'Aids e alla tossicomania. Il feto può essere infettato per via placentare in ogni momento della gravidanza, ma specialmente dopo il 4° mese e quando la sifilide materna sia recente, da meno d'un anno, e non curata. In tali circostanze la trasmissione avviene nel 90100 per cento dei casi, mentre se la sifilide materna è curata correttamente con penicillina il rischio di infezione congenita è teoricamente nullo. Nel bambino infezione non equivale a malattia, il 50 per cento degli infettati non ha sintomi. La sintomatologia può essere precoce o tardiva, dopo i due anni d'età, a carico della cute, del fegato, del sistema nervoso, delle ossa, e così via. La penicillina è molto efficace. Tornando ai virus (la sifilide è dovuta a una spirocheca, il treponema pallido), ecco quello dell'epatite B, molto diffuso nella popolazione (trasmissione attraverso trasfusioni, siringhe dei tossicodipendenti, rapporti sessuali) ma senza provocare sintomi nella maggioranza dei casi. Questo è il pericolo se la donna in gravidanza non sa d'essere portatrice del virus: specialmente poco prima del parto o durante il parto, il bambino, venendo a contatto in qualche modo col sangue materno, può infettarsi. Egli ha molte probabilità di diventare a sua volta portatore e col tempo, adolescente o adulto, potrà toccargli in sorte di ammalarsi d'una forma di epatite attiva con conseguenze anche molto gravi. E' dunque sempre consigliabile in gravidanza un esame del sangue che può rivelare la presenza del virus. In caso positivo, immediata sieroprofilassi e vaccinazione del neonato. Al pari della rosolia, esiste un efficace vaccino e in Italia la vaccinazione è obbligatoria per tutti i bambini nel primo anno di vita. Infine, last but not least, il virus dell'Aids. Il 20 per cento delle donne sieropositive trasmette al nascituro l'Hiv, con sintomatologia precocemente grave oppure lentamente progressiva entro pochi anni. Ogni donna in gravidanza dovrebbe essere sottoposta agli esami per accertare l'eventuale sieropositività. La Molti contagi attraverso la placenta o il parto Il fanciullo da salvare dentro di noi

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