Luna calante, vita nascente

Luna calante, vita nascente Luna calante, vita nascente SCAFFALE , LA luna ha una misteriosa influenza sul comportamento sessuale di molte specie animali. Vermi marini, ostriche, coralli, ricci di mare e alcune specie Ji pesci fanno l'amore in concomitanza con le fasi lunari Ma c'è anche una tartaruga i iidrina che sintonizza la sua riproduzione con il pallido astro d'argento. E' la Lepidochelys olivacea, che, pur essendo la più comune in natura, è la meno nota delle otto specie di tartarughe marine esistenti. Sono solo cinque nel mondo le spiagge dove le femmine di queste tartarughe vanno a deporre le uova. Due si trovano in India, nella provincia di Orissa, una nel Messico e due in Costa Rica, sulla costa del Pacifico. Il fotografo naturalista Fred Bruemmer ha voluto assistere all'arrivo in massa (i locali lo chiamano «arribada») della Lepidochelys olivacea sulla spiaggia di Ostional, un remoto villaggio della provincia di Guanacaste, in Costa Rica. L'evento si verifica nella stagione delle piogge, che va da luglio a settembre, ma raggiunge il suo picco massimo in settembre o in ottobre, pochi giorni prima o dopo il primo o l'ultimo quarto di luna. Le tartarughe arrivano da lontano, dal Messico a Nord, dal Perù a Sud, ma anche dall'oceano aperto. Per mesi interi hanno nuotato percorrendo migliaia di chilometri. Prima di toccare terra si accoppiano. E per individui corazzati come loro, far l'amore in un mare tumultuoso non è cosa facile. Quando giungono in vista della terraferma, attendono il calar della notte e l'alta marea. Solo allora alcune femmine, le più audaci, si inerpicano timidamente su per la spiaggia. Sono timorose. Qualunque elemento di disturbo, anche la luce di un fiammifero, le spaventa e le induce a fare dietro front per ritornare precipitosamente in mare. Nelle notti successive il numero delle coraggiose aumenta. Dapprima sono venti, poi cinquanta, poi cento. Una volta Bruemmer ne conta trecento. Nella notte che segue l'ultimo quarto di luna, ecco finalmente con l'alta marea l'arrivo in massa, l'«arribada» vera e propria. Arrivano a ranghi serrati le femmine col grembo carico di uova. Ormai la paura è svanita. Più forte della paura è l'istinto che le spinge fuori dall'acqua e le incita ad arrampicarsi su per la spiaggia. Ciascuna cerca nella sabbia asciutta il posticino che reputa più adatto per la deposizione delle uova e incomincia a scavare. Scava con le pinne anteriori e butta fuori la sabbia con quelle posteriori. La buca si fa via via più profonda. Ogni tanto l'artefice si ferma ansimando. Si riposa qualche istante, poi continua il lavoro. Le tartarughe marine hanno una vita molto movimentata: attraversano gli oceani per migliaia di chilometri, si riproducono e ripartono subito Il primo e l'ultimo quarto di luna segnano gli arrivi di massa alle spiagge per il rito delle uova Ci vuole circa mezz'ora prima che lo scavo sia terminato. In cielo intanto volteggia un fitto stormo di avvoltoi neri, che aspettano l'occasione propizia per rubare le uova. Per proteggere la covata;la-tartaruga ricopre la buca con la parte posteriore della corazza e incomincia a far scivolare in quella che sarà la loro culla le uova, un centinaio, bianche e tonde come palline da ping pong. Terminata l'ovodeposizione, la madre si affretta a nascondere il suo tesoro. Con le pinne posteriori getta manciate di sabbia sulle uova, le comprime con la corazza ventrale, poi vi sparge sopra sabbia asciutta per far sparire ogni traccia del nido. E finalmente si rimette in cammino verso il ma- re, seguendo un percorso leggermente differente da quello seguito nell'andata. La maggior parte delle arribadas durano quattro giorni, durante i quali ogni alta marea porta con sé legioni di tartarughe che depongono ogni volta da 150 a 200 mila uova. Le ultime ad arrivare sono quelle malate o ferite, magari con le pinne posteriori mutilate dal morso di uno squalo. Non ce la fanno a scavarsi la buca e depongono le uova all'aperto sulla sabbia, dove capita. Un facile boccone per gli avvoltoi, che vi si precipitano sopra. Dopo il quarto giorno la spettacolare invasione cessa misteriosamente, così com'era incominciata. Non c'è più ombra di tartarughe sulla spiaggia. Ed è allora che ha inizio il secondo atto dello spettacolo. Questa volta sono di scena gli uomini. Per loro l'arribada è un'occasione di festa e di guadagno. Gli uomini danzano a piedi nudi sulla sabbia, mentre le donne, che indossano i vestiti della festa, scavano quelle buche, così accuratamente nascoste dalle loro artefici, per tirarne fuori le uova. Le ficcano dentro ampi sacchi di plastica. Ci pensano i giovani a trasportarli sulla zona del bagnasciuga dove sono in attesa uomini a cavallo che li portano a uno speciale centro di raccolta. Imballate in sacchi più piccoli che ne contengono duecento ciascuno, vengono trasportate poi dai camion nelle città e nei villaggi del Costa Rica. La metà circa è destinata ai panifici, dove le uova di tartaruga sono più apprezzate di quelle di gallina. L'altra metà viene venduta ai bar, dove le uova si mangiano crude insieme con il «guaro», un liquore che si ricava dalla canna da zucchero. La combinazione guaro-uova di tartaruga è molto richiesta perché gode fama di potente afrodisiaco. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non c'è nulla di illegale nello sfruttamento delle uova di tartaruga da parte dei locali. Il Congresso del Costa Rica ha concesso alla popolazione di Ostional il permesso di raccogliere le uova e di farne oggetto di commercio. I locali hanno perciò tutto l'interesse di proteggere le loro tartarughe, impedendo con ogni mezzo il bracconaggio. Poiché la raccolta viene effettuata nelle prime trentasei ore di ciascuna «arribada», in realtà gli uomini utilizzano circa tre milioni di uova a stagione, vale a dire soltanto il dieci per cento dei trenta milioni di uova che si calcola vengano deposte ogni anno dalle tartarughe olivacee sulle spiagge di Ostional. Una volta tanto, un'utilizzazione delle risorse naturali perfettamente compatibile con la sopravvivenza di una specie animale. Isabella Lattes Coifmann IL vaccino attualmente usato contro la rosolia è molto efficace ma sono in corso studi per migliorarlo sotto alcuni aspetti. Perché questo? E' nozione ormai comune che la rosolia, malattia infantile molto benigna, quando colpisce una donna nei primi mesi di gravidanza può avere gravissime conseguenze sul nascituro, con malformazioni dell'orecchio interno, dell'occhio e del cuore. Di qui la necessità che le donne in età fertile siano protette, e quindi la strategia ormai accettata ovunque di vaccinare tutti i bambini (maschi compresi) nel primo o secondo anno di vita per cancellare questa infezione dalla faccia della Terra. Ma quello della rosolia non è il solo virus che minacci la salute del nascituro. Attraverso la placenta può passare anche il Cytomegalovirus (Cmv), responsabile di un'infezione congenita nell'uno per cento dei neonati in media. Chiariamo però cubito che infezione non equivale a malattia: alla nascita soltanto uno su dieci di costoro avrà sintomi morbosi di vera gravità, gli altri essendo del tutto normali, qualcuno potendo eventualmente avere più tardi disturbi (vista, udito e altri). Il passaggio del Cmv dalla madre al bambino può avvenire anche nel parto e nell'allattamento. Il Cmv si diffonde negli adula con modalità di vario genere, anche col rapporto sessuale. La gravida che se ne ammali avrà febbre, angina, nodi linfatici e milza ingrossati; la diagnosi sarà confermata da esami del sangue (presenza di anticorpi, presenza del virus). La dimostrazione del virus o dei suoi costituenti (antigeni, Dna) nel liquido amniotico dimostrerà che è avvenuta la trasmissione al feto, il che non significa peraltro che debbano esserci lesioni fetali; eventuali anomalie potranno essere svelate dall'ecografia. Purtroppo non si possie- GRAVIDANZA & VACCINI

Persone citate: Fred Bruemmer, Isabella Lattes Coifmann, Vermi

Luoghi citati: Costa Rica, India, Messico, Perù