I padroni del vapore In laboratorio con Papin, Savery e Watt

I padroni del vapore I padroni del vapore In laboratorio con Papin, Savery e Watt SEMBRA incredibile che dopo Eroue di Alessandria, il grande inventore greco che utilizzò l'espansione del vapore per far spalancare le porte dei templi, l'umanità abbia dovuto attendere quindici secoli. Lo stimolo venne agli inglesi dalla necessità di pompare verso l'alto l'acqua delle miniere. Ai bisogni dei britannici risposero i francesi, che dovevano rifornire Versailles con l'acqua della Senna. Huygens diede l'incarico di trovare una soluzione al suo assistente Denis Papin verso il 1675. Papin aveva già inventato la pentola a pressione, ermeticamente chiusa, con cui i cibi cuocevano prima e meglio. Naturalmente c'erano dentro le idee fondamentali di Giovanni Branca (1629). Ora l'espansione del vapore gli suggerì l'idea di scaldare un po' d'acqua in un tubo nel quale uno stantuffo veniva spinto dall'espansione energetica del vapore. Agli inglesi non interessava la cucina, e ne abbiamo visto i risultati, ma le miniere sì. Cosi l'ingegnere militare britannico Thomas Savery utilizzò il principio della pentola per costruire un marchingegno a vapore, astutamente battezzato l'Amica del Minatore, forse perché i minatori non avevano la mutua, la cui mancanza fu critica. La macchina si rivelò infatti una falsa amica e di pessima salute: scoppiavano recipienti, tubi e minatori. E il rendimento era ridicolo. SaveiY brevettò la pentolona nel 1698 e sette anni dopo Thomas Newcomen, sempre inglese e di professione fabbro, la perfezionò, senza risolvere il vero problema di dover raffreddare, dopo ogni riscaldamento, il cilindro che conteneva il vapore. Il rendimento restava bassissimo e rimase così un'altra sessantina d'anni, quando un fabbricante scozzese di strumenti di precisione, James Watt, venne incaricato dall'università di Glasgow di riparare una macchina del Newcomen. Watt aveva elaborato l'omonimo principio della parete fredda (non per niente veniva da una zona di distillazione di whisky) o risolse il problema. Elaborò una nuova macchina in cui il cilindro era mantenuto sempre caldo e fece passare il vapore in una camera di condensazione separata, mantenuta fredda. Era iniziata la grande corsa. Nacquero navi, locomotive e macchine azionate da motrici a stantuffo. Gli impianti furono svincolati dail'obbligo della vicinanza di corsi d'acqua e le città videro le prime grandi immigrazioni in fabbriche dalle condizioni di lavoro incredibilmente dure e umilianti. Incominciò quella che l'economista francese Jerome Adolphe Blanqui nei 1837 chiamò Rivoluzione industriale. Gian Carlo Bo Valvole di regolazione

Luoghi citati: Alessandria, Glasgow