UNIONE MUSICALE Augustin Dumay con Maria Joao Pires l'8 e per Beethoven il giovane pianista Cesaro

UNIONE MUSICALE UNIONE MUSICALE Augustin Dumay con Maria Joào Pires 1-8 e per Beethoven il giovane pianista Cesaro VENTIDUE anni, una tecnica ottima sostenuta da un altrettanto valido gusto per il fraseggio e per l'interpretazione: si presenta così, nelle vesti di enfant prodige appena appena un po' cresciuto, Alessandro Cesaro, il pianista che prende parte (domenica 5, ore 10,30, Conservatorio) al ciclo beethoveniano organizzato dall'Unione Musicale. Apre il concerto Top. 31 n. 1, una monumentale composizione del 1802, dall'inizio impetuoso e fortemente chiaroscurato che trascolora in un secondo tempo un adagio grazioso - dal carattere estatico e dolente per chiudersi infine in un rondò dall'eleganza settecentesca e leggiadra. Dopo Top. 78, una pagina piuttosto breve che - al di là delle forme lievi e della struttura bipartita - cela problemi interpretativi alquanto insidiosi, due pagine notissime concludono l'esibizione del giovane pianista: la sonata op. 13, universalmente nota come Patetica, e Top. 101 che, abbandonando la classica tripartizione, assume un andamento per così dire aperto e si presenta all'analisi talmente ricca di fermenti innovatori da far parlare gli studiosi di inizio di una «terza maniera» beethoveniana. Mercoledì 8 alle 21 ritornano a Torino due personalità ben conosciute dal pubblico che frequenta l'Auditorium della Rai: ancora per la stagione dell'Unione Musicale (serie pari), suonano infatti la pianista portoghese Maria Joào Pires e il violinista Augustin Dumay. Due artisti che, abbandonando temporaneamente gli impegni solistici e le rispettive incisioni discografiche, si lanciano spesso e con passione nell'avventura del far musica insieme e riescono, ognuno con la propria cifra stilistica, a raggiungere il cuore vitale della pagina suonata. Per l'occasione, ai due musicisti si aggiunge una compagine strumentale che non ha bisogno di troppe presentazioni, come l'Orchestra di Padova e del Veneto, impegnata da sola in apertura nell'esecuzione della sinfonia op. 21 n. 1 di Luigi Boccherini. Dumay, che in tutta quanta la serata gioca pure nel ruolo di concertatore e direttore, interviene in veste di solista soltanto nel secondo titolo in programma, il Concerto in la maggiore per violino e orchestra K219 di Mozart; anche la pianista affronta una pagina mozartiana - e non già la prevista op. 21 di Chopin -, il concerto in si bemolle maggiore K595. Tra i due abissi mozartiani, un raro fiore chopiniano: la trascrizione, curata da Balakirev, per orchestra d'archi della mazurka op. 7 n. 3. Alfredo Ferrerò

Luoghi citati: Padova, Torino, Veneto