UN GRANDE TEATRO EUROPEO Due Pavarotti per «Bohème», Weill, «Puritani» e «Butterfly» di Armando CarusoGiorgio Gualerzi

UN GRANDE TEATRO EUROPEO REGIO UN GRANDE TEATRO EUROPEO Due Pavarottiper «Bohème» Weill, «Puritani» e «Butterfly» Luciano Pavarotti sarà Rodolfo nella attesissima «Bohème». A fianco, Alessandra Ferri, il 5 gennaio in «Romeo e Giulietta» Sotto, i «maestri» attualmente al Regio EBBENE dobbiamo dirla fino in fondo? Il Teatro Regio è ormai allineato ai grandi teatri europei: mega coproduzione d'inaugurazione, come si conviene alla miglior tradizione wagneriana cui Torino è stata sempre vicina; dialoghi aperti con Welsh National Oper, Opera di Montecarlo, Théàtre Capitol di Toulose, Covent Garden, Gran Théàtre di Ginevra, Théàtre Municipal di Losanna, Comunale di Firenze e Scala. Ma non basta: il Regio mette in cantiere progetti coraggiosi per dar più forza propulsiva alla sua produzione, in un momento in cui la dura realtà romana promette riforme e non le mantiene. Alla maestosa inaugurazione del 31 scorso con «I Maestri Cantori di Norimberga», opera che ha attratto l'attenzione dei wagneriani d'Europa, il cartellone aggiunge avvenimenti artistici di grande originalità, ed a febbraio, un'edizione internazional-popolare di «Bohème» con Luciano Pavarotti e Mirella Freni. Piovono così prenotazioni persino dall'Australia, «il Regio è costretto - non me ne vogliano i torinesi, dice la sovrintendente Elda Tessore - a riservare millequattrocento posti agli stranieri». Si annunciano code sin dalle sei del mattino perché gli abbonati, in prelazione, possano ottenere una poltrona. Mistero della lirica: più Roma si affanna ad osteggiarla, più la gente corre a teatro. Originalità, si diceva: subito dopo «Die Meistersinger», dal ! MAESTRI CANTORI A TORINO «Die Meistersinger von Nùrnberg» è in scena al Regio fino al 24 novembre. Ricostruiamo le vicende «torinesi» dell'opera wagneriana. E' la sera di Santo Stefano del 1892 quando al Regio in scena, per la seconda volta in Italia, «I Maestri cantori di Norimberga»: il direttore è Alessandro Pome, mentre la compagnia di canto, a parte l'Hans Sachs del baritono Sparapani, è la stessa che, due mesi più tardi, «creerà» «Manon Lescaut»; ma Cesira Ferrani, e soprattutto il tenore Cremonini, non soddisfano gran che. Sono personaggi che, sedici anni più tardi, gennaio 1908, verranno affidati rispettivamente alla polacca Maria Bogucka (De Boguska) e al milanese Giuseppe Taccai, mentre nel cast c'è anche una torinese di spicco, il mezzosoprano Tina Alasia. Sul podio un trentenne ormai affermato come Tullio Serafin, che rivedremo ancora nel dicembre 1920 con una compagnia di tutto rispetto, dove spiccano i nomi di Maria Zamboni (la futura prima Liù), Francesco Merli, e, nelle parti di Hans Sachs e Sixtus Beckmesser, rispettivamente del grande basso-baritono boemo Pavel Ludikar e di Ernesto Badini. Il baritono milanese sarà ancora un punto di forza della successiva edizione dei «Maestri cantori» nel febbraio 1931, caratterizzata da un cast internazionale: gli italiani Franco Ghione (direttore), la solita Maria Zamboni e Giulio Tornei e il francese «toscaniniano» Marcel Journet, uno dei migliori Sachs del secolo. Trascorrono altri 31 anni (con un paio di edizioni Eiar-Rai in forma concertistica, dirette rispettivamente ancora da Serafin e la Lovro von Matacic) prima che si registri il ritorno sulle nostre scene (del Teatro Nuovo) di quest'opera, per la prima volta a Torino in lingua originale. 12 al 20 dicembre andrà in scena «Street Scene», l'opera americana di Kurt Weill, in lingua inglese diretta da John Mauceri, il musicista italo-americano ormai stabile al Regio. L'opera venne rappresentata per la prima volta nel '47 all'Adelphi di New York. Il 5 gennaio andrà in scena il balletto: «Romeo e Giulietta» di Prokofiev con due étoiles di gran nome: Alessandra Ferri e Manuel Legris. Dirige Vedernikov, coreografia di Kenneth Mac Millan. Suona la diana: arriva Pavarotti, l'ultimo grande Rodolfo della lirica mondiale. La sua Mimi, s'è detto, sarà Mirella Freni, artista inarrivabile nel ruolo. Biglietti a ruba, quattro recite (di più non era possibile), un grande avvenimento per Torino. Dirige Daniel Oren, la re¬ gia è di Giuseppe Patroni Griffi. Marcello è Lucio Gallo, un altro cantante torinese. Una chicca originalissima: Parpignol sarà Fernando Pavarotti, l'anziano padre di big-Luciano. Si festeggia in famiglia. Tutti al Regio dunque il 1° febbraio. Centralini dei giornali in tilt: come si fa a trovare un biglietto? L'unico modo è far la coda. Il cartellone recita: «Il Corsaro» (8 marzo) opera verdiana difficile e poco eseguita non soltanto all'estero ma anche in Italia. Il capitano dei corsari sarà José Cura, scoperto a Torino nel «Caso Makropulos». E' vincitore del Concorso Domingo. Gulnara sarà la bravissima Maria Dragoni. Dirige un direttore torinese ormai affermato in tutto il mondo: E velino Pidò, la regìa è di un altro torinese: Mauro Avoga- dro, assistente per molti anni di Ronconi ed oggi apprezzatissimo in tutti i teatri. Ci sono poi «Puritani», protagonisti Mariella Devia, Giuseppe Sabatini, Michele Pertusi, Roberto Servile per la direzione di Bruno Campanella; quindi, «Cendrillon» di Massenet, opera poco frequentata in Italia, che si avvale dell'interpretazione di Cecilia Gasdia, Martine Dupuy, Michelle Trempont, Frangois Castel e Daniel Ottevaere. Torna dopo anni di assenza la «Butterfly» (in chiusura di stagione) con Miriam Gauci, Gabriel Sade e Roberto De Candia, dirige John Mauceri, maestro del Coro Bruno Casoni. Infine 1'«Orfeo» di Monteverdi in settembre al Carignano. Armando Caruso Giorgio Gualerzi