Antagonismo sportivo Atlete, rassegnatevi: i maschi vi batteranno sempre di Piero Bianucci

Atlete, rassegnatevi: i maschi vi batteranno sempre Atlete, rassegnatevi: i maschi vi batteranno sempre Insormontabili le differenze strutturali e fisiologiche mato il «gap» tra prestazioni e limiti fisici femminili, come si poteva desumere dal fatto che molti record mondiali resistevano da anni; e, soprattutto, non potevano essere sottovalutate le fondamentali differenze strutturali e fisiologiche fra uomini e donne, che non possono non avere un sicuro riflesso nelle prestazioni sportive al massimo livello. Maschi e femmine sono fra loro molto simili in termini di prestazioni fisiche fin quasi ai dieci anni. Con l'inizio della pubertà e con l'entrata in scena degli ormoni sessuali (in particolare del testosterone, ovviamente molto più scarso nella fammina) si delineano, e in seguito si perfezionano, le differenze antropometriche e morfologiche (statura, peso, lunghezza degli arti inferiori rispetto al tronco, percentuale di grasso e di masse muscolari, dimensioni di organi quali cuore e polmoni) che sono alla base delle differenti prestazioni nelle varie discipline sportive. La donna, avendo una minore massa muscolare, con uno sviluppo di forza massima che equivale a circa il 60 per cento di quella di un uomo parimenti allenato, non può competere con lui negli sport di potenza (quali il lancio del peso e del giavellotto, il sollevamento pesi, la corsa veloce, i salti), attività dette di tipo «anaerobico» in quanto il metabolismo energetico che le sostiene non si avvale, data la brevità e l'intensità dello sfor- La grande nuotat La grande nuotatrice vari Almsick zo, dell'ossigeno apportato dalla circolazione sanguigna. ce vari Almsick Ma la donna non può competere neanche nelle attività di resistenza, o di «endurance» (quali la corsa di mezzofondo e di fondo, la maratona, la marcia, lo sci di fondo, il nuoto di fondo), attività dette di tipo «aerobico» in quanto la produzione dell'energia necessaria per un'attività relativamente lunga (da alcuni minuti ad alcune ore) non può prescindere dall'utilizzazione dell'ossigeno condotto ai muscoli in movimento dall'emoglobina del sangue circolante. Uno dei parametri per valutare le capacità delle prestazioni aerobiche è infatti la determinazione della massima quantità di ossigeno che i muscoli sono in grado di utilizzare nell'unità di tempo: quanto più elevato è questo valore, tanto maggiore è la resistenza che l'atleta è in grado di sviluppare. L'apporto di ossigeno è garantito dalla perfetta sinergia funzionale del sistema cardiocircolatorio, del sistema respiratorio e dall'emoglobina. Ebbene, la donna ha, rispetto all'uomo, un cuore più piccolo, per cui pompa una minore quantità di sangue in circolo a ogni contrazione cardiaca; ha polmoni più piccoli, con una minore superficie respiratoria, per cui ha una minore capacità di «ossigenare» il sangue che passa nella circolazione polmonare; ha una minore concentrazione di emoglobina per unità di volume ematico (anche a causa delle perdite ematiche mestruali), per cui ha una minore capacità di legare, trasportare e cedere ossigeno ai tessuti periferici, e quindi ai muscoli; tre immodificabili fattori che penalizzano la donna nelle prestazioni di tipo aerobico. Avendo una maggior percentuale di grasso e un centro di gravità più basso, la donna è ulteriormente svantaggiata nelle specialità di salto. Essendo, infine, più leggera, la donna non può competere con l'uomo negli sport che prevedono un contatto fisico diretto (quali la lotta e la boxe). Sulla base delle succitate differenze antropometriche e morfologiche non si vede come una donna, anche la più dotata fisicamente, possa un giorno eguagliare la controparte maschile. Le cose potrebbero cambiare qualora le donne ricorressero sistematicamente, fin da bambine, all'assunzione di ormoni maschili: insomma se diventassero un «po' uomini». Noi saremmo decisamente contrari, per vari motivi. Antonio Tripodina Piero Bianucci

Persone citate: Antonio Tripodina