Alla Bocconi II 7 novembre appuntamento per gli aspiranti ecomanager
II 7 novembre appuntamento per gli aspiranti ecomanager II 7 novembre appuntamento per gli aspiranti ecomanager EFFICIENZA AMBIENTALE. L'Istituto di Economia delle Fonti di Energia - IEFE, della Bocconi a Milano organizza il 7 novembre un convegno su «Eco-gestione in Italia. situazione e prospettive». Farà il punto sulla diffusione dei nuovi strumenti gestionali legati all'applicazione del regolamento Cee n. 1836/93. Verrà presentato e discusso anche il rapporto finale dell'azione pilota per la diffusione del regolamento nelle piccole e medie imprese (alle quali viene riconosciuto il marchio di «efficienza ambientale») del settore chimico, azione pilota condotta dalle IEFE con Federchimica, Certichim e con il supporto della divisione XI della Commissione Europea. Informazioni: segreteria IEFE, tel. 02/583.63.820. costo ambientale di un prodotto «dalla culla alla tomba». Nel caso di una lavatrice, per fare un esempio, si valuterà prima di tutto l'estrazione e il trattamento delle materie prime. Poi la fabbricazione: quanta energia è necessaria e quanto si inquina? Poi si valuteranno i costi della distribuzione (treno o camion?) e l'impatto sull'ambiente del suo imballaggio: verrà riutilizzato o buttato? Infine si guarderà ai consumi dell'apparecchio una volta installato in casa e - alla fine della sua vita - alle possibilità di riciclaggio dei materiali. La Lea non serve solo all'azienda per ottimizzare il ciclo produttivo: anche la pubblica amministrazione può chiedere studi di questo tipo per valutare servizi, trasporti, per compiere le sue scelte di pianificazione. SPECIALIZZAZIONI Dove si impara l'ecogestione? Nessuna facoltà universitaria, né corso di laurea sono stati ancora pensati per chi voglia studiare da ecomanager o eco-consulente. L'ambiente è visto ancora come una specializzazione da acquisire dopo essere già diventati esperti in qualcos'altro. Allora si può cominciare con una laurea in materie scientifiche, possibilmente in chimica o in ingegneria chimica, ambientale o civile, scegliendo possibilmente corsi o indirizzi attinenti all'ambiente. Ma anche una preparazione economica o giuridica può essere un buon punto di partenza. Vi sono, come noto, anche altri percorsi di studio che forniscono strumenti per intervenire in campo ambientale. Scienze Ambientali, per esempio, oppure delle specializzazioni ottenibili presso Architettura o Scienze Naturali. Silvia Rondi STUDIARE E LAVORARE ALL'ESTERO A chi vuole formarsi/specializzarsi in campo ambientale vanno segnalati gli «ecoistituti», enti o gruppi di lavoro sorti per tire ricerca in campo ambientale, numerosi in Germania e Olanda. Aree di lavoro: dall'analisi delle poti ciche ambientali dei governi e delle normative alla pianificazione delle città e del traffico, al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili, alle valutazioni di impatto, al clima, alla distribuzione degli inquinanti. Per coprire ambiti di attività così diversi l'organizzazione del lavoro si articola in gruppi o sezioni con competenze specifiche. Caratteristica degli ecoistituti è la pluridisciplinarìetà. Segnaliamo alcuni fra gli ecoistituti più importanti, tenendo presente che per accedere a un periodo di studio o di ricerca è consigliabile concordare preventivamente il programma con un ente di ricerca italiano che funzioni da partner (un dipartimento universitario o una struttura che lavori su progetti transnazionali). Per gli studenti universitari vale la pena di sondare le possibilità offerte dalle borse Erasmus (per chi vuole frequentare una università europea) e Comett (per chi vuole accede¬ re a un tirocinio in un'azienda europea). Non è obbligatorio frequentare scienze ambientali o comunque una facoltà scientifica per lavorare in un ecoistituto, perché economisti, giuristi e sociologi lavorano con ingegneri, architetti e agronomi. IEEP - Institute for European Environmental Policy. Sede centrale: 158 Buckingham Palace Road, London SWIW 9TR. Tel. 71-824.87.87; fax 71824.81.45. Altre sedi: Arnhem (Olanda), Bonn, Parigi, Bruxelles. E' una rete di istituti finalizzata all'analisi delle politiche ambientali in Europa. Nel 1993 gli IEEP hanno svolto attività di ricerca in cooperazione con 32 organizzazioni internazionali e con le amministrazioni pubbliche di 39 nazioni, occupandosi di svariati settori, dall'ambiente all'agricoltura, all'energia, ai trasporti, al commercio, alla formazione. Sono in corso di sviluppo rapporti con la Spagna, la Scandinavia e l'Est europeo. Ogni sede conta su un proprio staff di collaboratori (mediamente 7-10 ricercatori e un paio di amministrativi, oltre al direttore). Dal 1991 l'IEEP di Bonn accoglie laureati in legge per periodi di formazione fino a due anni. Wuppertal Institute for Climate Environment and Energy. Sede: Doppersberg 19, 5600 Wuppertal (Germania). Tel. 202-249.20; fax 202-249.21.08. Fondato nel 1991, è il principale ecoistituto tedesco che si dedica sistematicamente a studiare i problemi connessi alle sfide ecologiche globali e ai cambiamenti strutturali ad esse relativi. Si articola in quattro sezioni e un gruppo di lavoro: politiche climatiche; flussi di materia, riduzione degli impatti e uso efficiente delle risorse, energia, trasporti; nuovi modelli di salute. I collaboratori fissi sono una settantina. L'Istituto organizza attività formative per operatori pubblici e privati. IVM - Instituut Voor Milicuvraagstukken. P.O. Box 7161,1007 Amsterdam (Olanda). Tel. 20-548.38.27. Si tratta del più antico istituto olandese che conduce ricerca ambientale multidisciplinare, in collegamento con la Vrijc Universitet. Vi lavorano circa 70 ricercatori: chimici, ecologi, geografi, economisti, psicologi, sociologi, giuristi, matematici. Presso l'IVM è possibile conseguire il dottorato in ecotossicologia, economia ambientale, scienze politiche a indirizzo ambientale. L'Istituto organizza inoltre
Persone citate: London, Silvia Rondi
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