Ecco dove si impara a «salvare» la Terra
NE Governi, amministrazioni locali e aziende intensificano W la produzione di leggi e regolamenti a tutela dell'ambiente NE Governi, amministrazioni locali e aziende intensificano W la produzione di leggi e regolamenti a tutela dell'ambiente Ecco dove si impara a «salvare» la Terra me, semi-lavorati, energia) e a ciò che ne esce sotto forma di rifiuti, scarichi, emissioni, energia dispersa. Il termine «bilancio» non deve trarre in inganno: fra il bilancio economico-finanziario e quello ambientale non c'è quasi affinità. Certo, poi i dati vengono rapportati a parametri economici, al prodotto, al valore aggiunto, ma la maggior parte del lavoro consiste in una valutazione tecnica. La preparazione richiesta a questo tipo di esperti è dunque prevalentemente tecnico-scientifica, con nozioni di economia e capacità di gestire la comunicazione verso l'esterno e anche verso l'interno dell'azienda. ECOAUDIT La recezione in Italia delle normative europee porterà alla creazione di due nuove figure professionali: 1) l'«ecoauditor», che avrà il compito di gestire tutto il processo pressò le aziende. Le sue compe¬ tenze saranno soprattutto tecniche: dovrà conoscere gli impianti, i processi produttivi e l'organizzazione dell'impresa, oltre alle norme e alle complesse procedure che è chiamato ad applicare. Potrà essere sia un dipendente dell'azienda, sia un libero professionista. 2) il «verificatore», che per conto di un ente pubblico dovrà controllare che l'azienda abbia fatto davvero quanto promesso. I verificatori - accreditati e iscritti a un albo - controlleranno i risultati dell'audit attraverso l'esame della documentazione, sopralluoghi in azienda, colloqui col personale e con i dirigenti dell'impresa. CICLO DI VITA DEL PRODOTTO Veniamo ora al prodotto. Di questo si occupa già oggi, nelle grandi aziende, l'eco-responsabile di produzione. Il suo strumento di lavoro è l'analisi del ciclo di vita dei prodotti o Lea (Life Cycle Analysis): si tratta di calcolare il ALLA BOCCONI FORMAZIONE NON più soltanto gestione d'impresa, ma eco-gestione. E accanto al manager siede l'eco-manager. La tendenza per il futuro è cercare una figura che si occupi della gestione ambientale d'impresa in modo globale (e, in tal caso, la trasparenza può essere un buon affare per l'immagine). Serve allora qualcuno che sappia raccogliere i dati, organizzarli e comunicarli all'esterno. Ecco che al bilancio finanziario si affianca quello ambientale e, riguardo al prodotto, non si parla più soltanto della sua qualità, ma anche della sua qualità ambientale. «Potenzialmente l'ecogestione offre migliaia di posti di lavoro. Se si considera un responsabile della gestione ambientale per ogni azienda italiana e dietro di lui lo staff tecnico, il calcolo è presto fatto». Ma Duccio Bianchi, dell'Istituto di ricerche Ambiente Italia, ci tiene a sottolineare quel «potenzialmente». Perché gli investimenti delle imprese in campo ambientale vanno incoraggiati: dalle leggi, dagli incentivi fiscali, dalla pressione dei consumatori. Tutti fattori, in Italia, ancora molto deboli. Il «Rapporto Italia 1995» di Eurispes parla di mille posti per ecomanager entro 10 anni, supportati da altri 4500 posti «verdi» nella sola industria. Speranze? Gli ecomanager esistono già. Ma solo nelle grandi aziende, che risultano più sensibili per questioni di immagine all'opportunità di lavorare e di comunicare sull'ambiente. NATURA IN BILANCIO Sono ancora poche le aziende italiane che pubblicano regolarmente rapporti o bilanci ambientali. Ma non è detto che in futuro il loro numero non possa crescere, come è avvenuto negli ultimi anni in Germania, Gran Bretagna e Svizzera. In tal caso, serviranno persone in grado di raccogliere i dati, elaborarli, comunicarli all'esterno: dati relativi a ciò che entra nel processo produttivo (materie pri-
Persone citate: Alla Bocconi, Di Vita, Duccio Bianchi
Luoghi citati: Germania, Gran Bretagna, Italia, Svizzera
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