Astronomia La nuova cometa... è vecchia

La nuova cometa.., è vecchia La nuova cometa.., è vecchia Ritorna un astro scoperto da De Vico nel secolo scorso TRE giapponesi la mattina del 17 settembre scoprono indipendentemente una cometa abbastanza luminosa nella costellazione dell'Hydra. Subito con le prime misure di posizione viene calcolata l'orbita. Ed ecco una prima sorpresa: è una cometa periodica, che ritorna dopo un preciso numero di anni nei pressi del Sole. Questa cometa, denominata 1955 S 1 unitamente ai tre nomi degli scopritori giapponesi Nakamura, Utsunomiy e Tanaka, ha un periodo di circa 74 anni. Ma le sorprese non sono finite. Gli elementi orbitali sono simili a quelli della cometa 1846 IV, considerata perduta dopo il passaggio del 1846, quando fu scoperta in Roma da Padre Francesco De Vico il 20 febbraio: in realtà la nuova cometa è vecchia, assistiamo al ritorno della cometa 1846IV, la P/de Vico. Padre De Vico ( 1805-1848) era allora direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano in Roma e aveva all'attivo la scoperta di alcune altre comete. Era succeduto alla direzione dell'Osservatorio del Collegio Romano a Padre Stefano Dumouchel (1773-1840) che, strana coincidenza, aveva comunicato il ritrovamento della P/Halley nel 1835 effettuata dal suo giovane assistente, appunto, padre Francesco De Vico. Dopo la scoperta del 20 febbraio 1846, la stessa cometa fu vista indipendentemente da William Bond all'Osservatorio di Harvard nel Massachusetts negli Usa il 26 febbraio 1846. In un primo tempo fu calcolato un periodo di rivoluzione attorno al Sole compreso fra i 70 e i 74 anni, e ne fu previsto il ritorno fra gli anni 1919 ed il 1925. Fu cercata attivamente ma invano. Le cose sono andate meglio in questa apparizione. L'accostamento con la P/Halley del- I la P/de Vico è ovvio, trattandosi di comete periodiche con un periodo simile, rispettivamente 76 anni per la prima e 74 anni per la seconda. Per quanto riguarda la spettacolarità dell'osservazione, la P/Halley fu più luminosa, ma pure la P/de Vico è di facile osservazione anche dai cieli inquinati delle città. La cometa P/de Vico, ovvero la cometa 1995 S 1, è ancora visibile con facilità sino al 20 ottobre, poi sarà via via sempre più debole ma sempre alla portata di piccoli strumenti sino alla fine di ottobre. La cometa, nella costellazione del Leone fino al 15 ottobre, è ora nella costellazione della Chioma di Berenice; poi passerà nei Cani da Caccia, nel Bifolco e in novembre nella Corona Boreale. Da un luogo senza luci artificiali e con un semplice binocolo 7 x 50 mostra una coda di due gradi. Sandro Baroni sottolineato che le imprese chimiche italiane negli ultimi tre anni hanno fatto un grande sforzo per conciliare ambiente e sviluppo. La chimica diventerà sempre più una realtà della quale non si può fare a meno, e Responsible Care la aiuterà ad essere più compresa dalla gente. Allo scopo è stata varata l'operazione «Fabbriche aperte 1995»: dal 7 al 15 ottobre oltre 70 stabilimenti chimici hanno aperto le porte ai visitatori per far loro conoscere le proprie salvaguardie ambientali e le misure di sicurezza. Ecco alcuni risultati conseguiti da Federchimica, dati che si spera miglioreranno con il coinvolgimento anche delle aziende che non hanno ancora aderito, per lo più piccole imprese più carenti sotto il profilo del rispetto ambientale. Scarichi idrici: la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque di scarico ha fatto registrare una riduzione di circa il 50 per cento del carico organico, dei solidi sospesi e dell'azoto totale e di circa il 20 per cento dei metalli pesanti. Emissioni in atmosfera: miglioramenti e modifica dei processi produttivi soprattutto nelle centrali e negli impianti di termodistruzione hanno fatto abbattere il contenuto di polveri ai camini di circa il 60 per cento, gli ossidi di azoto di circa il 50 per cento, le emissioni di ossido di carbonio del 70 per 100 e quelle di anidride solforosa di circa il 40 per 100. Rifiuti: si è avuta una riduzione del 6 per cento soprattutto nei rifiuti speciali conseguentemente a modifiche di processo e nuovi processi di riciclo realizzati dalle imprese. Sicurezza sul lavoro: riduzione del 40 per cento dell'indice di frequenza degli infortuni e del 50 per cento dell'indice della loro gravità. Di contro si è avuto un aumento dei consumi energetici del 15 per cento - ha dichiarato Benito Bendini presidente di Federchimica - dovuto alla crescita dell'attività produttiva ed al potenziamento degli impianti per abbattere le emissioni nocive. Federchimica ha da poco presentato un nuovo progetto di legge al ministero dell'Industria per lo snellimento delle procedure burocratiche. Un risparmio di energie può andare a favore della ricerca scientifica. Pia Bassi Progetto Manhattan. Finita la guerra, tornò a Birmingham, dove svolse una lunga e fruttuosa attività di ricerca e di insegnamento. Fu grande caposcuola, la sua forte personalità attirò fisici di alto livello. Diede anche contributi fondamentali alla fisica dei solidi, ma ignorò la relatività generale. Parlava perfettamente il russo e si rese utilissimo negli incontri della serie Pugwash in cui si cominciò a trattare informalmente il problema del disarmo nucleare. Non era persona con cui fosse Come la spia Klaus Fuchs riuscì a trasmettere ai russi i segreti delle armi nucleari facile trattare: per anni i suoi colleghi furono bersaglio di critiche agguerrite. Non sempre ebbe ragione, criticò anche il modello a goccia dei nuclei, ma poi dovette ricredersi. Con lui scompare una delle memorie storiche di un periodo di straordinario sviluppo della fisica contemporanea, con risultati che hanno lasciato un segno indelebile, nel bene e nel male, nella storia dell'umanità. Tullio Regge Politecnico di Torino Un edifìcio progettato per economizzare al massimo il consumo di energia UN PROGETTO DEL MIT Forte risparmio di energia separando luce e calore per mezzo di fibre ottiche ■ L Mit, Massachusetts InstiI tute of Technology, il più ceI lebre centro di ricerca tecnologica dell'America, ha realizzato un progetto rivoluzionario: una gruppo di ricercatori, diretto da Kurt Levens, è riuscito, con una tecnica tanto semplice quanto geniale, a separare le due forme di energia elettromagnetica strettamente fuse nella radiazione luminosa: qualla infrarossa e quella ottica. E così ha costruito un pratico sistema di due reti per distribuire la luce e il calore. Il progetto di Levens rientra nella ricerca condotta con particolare intensità in questi ultimi decenni con l'obiettivo di unire semplicità costruttiva e risparmio negli impianti di illuminazione e di riscaldamento. Per i primi, i risultati di maggior rilievo sinora ottenuti appartengono al campo della fluorescenza: con le ultime lampade fluorescenti si consuma metà dell'energia richiesta dalle lampade a incandescenza. Ma con il sistema ideato da Levens si ottiene un ulteriore dimezzamento dei consumi. Il risparmio è reso possibile dall'assenza degli impianti di raffreddamento richiesti dal sistema a fluorescenza, dove metà dell'energia elettrica viene assorbita nella produzione (non richiesta) di calore, che spesso deve venire smaltito spendendo altra energia. Il sistema inventato da Levens e da lui chiamato «Lightline» comprende il ricorso alle fibre ottiche. Essenzialmente «Lightline» è composto da: una fonte luminosa che può essere una lampada a luce molto intensa o anche il Sole; uno spec¬ chio di nuovo genere, capace di dividere il raggio della luce nelle sue due componenti fondamentali; una rete di fibre ottiche per trasportare la componente luminosa ai punti luce e una rete idrica per la distribuzione dell'acqua riscaldata dalla componente infrarossa. L'elemento originale del sistema è rappresentato dallo specchio che sdoppia la luce nelle due componenti; è costituito da una lastra di vetro avente una faccia rivestita da una vernice dello stesso genere di quella usata nei vetri delle finestre per riflettere verso l'esterno i caldi raggi infrarossi. Anche la vernice ideata da Levens lascia passare la luce, bianca e fredda, mentre riflette, angolata di 45 gradi, la radiazione infrarossa. Le due componenti, una volta separate, vengono avviate, attraverso le rispettive reti di fibre ottiche e di tubi idraulici, ai propri punti di utilizzo. Il sistema «Lightline» può essere utilizzato sia circoscrivendone l'impiego a un singolo locale sia estendendolo a un intero edificio. Nel secondo caso si fa ricorso al Sole, e il progetto prevede un sistema centralizzato basato su un eliòstato da installare sul tetto insieme allo specchio spartitore e all'accumulatore nonché agli attacchi delle due reti di fibre ottiche e di tubi idraulici. Il progetto «Lightline» è stato studiato su misura per un grattacielo di Boston. Lo realizzerà un'impresa canadese in vista di una produzione su scala industriale. Mario Furasi INTERNET Attenzione la Rete non è la Tv SONO passato in edicola e ho visto che c'è di nuovo parecchia roba interessante per chi viaggia su Internet. «Online Magazine» - la rivista di Italia On Line - offre, per esempio, un CD con una splendida collezione di software per viaggiare sulla rete, qualche centinaio di indirizzi di siti commentati e un abbonamento trimestrale sulla rete. Video On Line offre passaggi gratuiti sulla rete e fa pervenire il suo software gratuito attraverso varie testate di giornali. Le home pages di entrambi i servizi (http://www.io l.it e http://www.vol.it) offrono attrazioni di vario tipo: a portata di mano, in italiano, ben confezionate. Penso che tutto questo sia positivo: dà una reale possibilità a molti di affacciarsi sulla rete. E, certo, provo anche un po' di invidia per un'offerta così cospicua: che questa colonna non può nemmeno lontanamente avvicinare. Pure, un briciolo di disagio affiora: ma tu almeno, mio lettore, ti ricorderai che la rete comincia, comincia soltanto, da quelle porte di accesso? Perché spero di avertelo comunicato: la rete è soprattutto la libertà di viaggiare, di inventarti ogni volta un itinerario nuovo, di incontrarti con l'umanità che sta dietro a ogni pagina del Web, a ogni riga di un Gopher, a ogni ricerca sul WAIS. Perché dobbiamo stare attenti, tutti, a che Internet non si rovini, non diventi uno spettacolare supermarket o una luccicante televisione, manovrata da qualcuno che «sa» che cosa ci interessa e ce lo fa trovare lì pronto per essere passivamente consumato. E' davvero affascinante ciò che la tecnologia ogni giorno ci offre e Internet è diventata una esposizione di meraviglie da far girare la testa. Ma il tuo modem, mio lettore, non ronza solo per consentirti di vedere questi giocattoli né solo per permetterti di prendere incredibili regali che puoi copiarti sull'hard disk e far girare quando vuoi. I bit che vanno e vengono ti consentono anche e soprattutto di comunicare, di incontrare qualcuno che, al di là del tempo e dello spazio, è disposto a entrare in contatto con te, a scrivere e vivere con te una storia che il supporto informatico rende possibile e vera. Ti basta il semplice testo di una e-mail per individuare un interlocutore e intessere un dialogo: che potrà restare virtuale o diventare un giorno un incontro concreto. Purché tu sia disponibile, tu abbia voglia di metterti in gioco almeno un pochino. Come Domenico S., da Montreal, che mi scrive: «Mi accorgo che l'E-mail è veramente una cosa magnifica. Non ci conosciamo, eppure ricevo sempre con grande piacere le tue lettere. Mi sembra che l'E-mail permetta scambi che sintetizzano lo stile dello scritto e la volatilità (e dunque la libertà di associazione) del parlato». A proposito di dialogo, questo indirizzo è per gli amici che lavorano su Macintosh. A http: //www.apple.com/default.html trovano il celebre c: \ ongrtlns. w95, cioè il manifesto scritto in rete (e pubblicato su molti giornali) dalla Apple in occasione dell'uscita di Windows 95 per precisare le differenze tra i due sistemi e la (pretesa) superiorità del mondo Macintosh, c: \ongr tlns.w95 richiama spiritosamente congratulations win95 e allude sarcasticamente alla limitazione nella denominazione dei files da sempre caratteristica del mondo Dos-Windows (8 lettere più un suffisso di tre lettere) e solo ora scomparsa nel mondo a 32 bit di Windows 95. L'ultimo indirizzo di oggi mi è stato suggerito dal lettore Andrea Selleri ed è il Televideo su Internet ripreso dall'Università di Pisa: gopher://labinfo2.ie t.unipi.ityl 1/Televideo/ Mi sembra un buon modo di concludere una colonna che voleva ricordare che Internet non è la televisione. Silvio A. Merciai