Giornata dell'alimentazione Più cibo, più fame

Più cibo, più fame Più cibo, più fame Non basta il raddoppio del prodotto ni di individui, tanti quanti sono oggi gli abitanti di Stati Uniti ed Europa occidentale messi assieme, avranno talmente poco cibo da consumare da non potersi permettere il minimo spreco di energia. Di questi, 300 milioni apparterranno all'Africa sub-sahariana. Per aumentare la produzione agricola e per proteggere tutte le risorse che possono fornire cibo, la FAO ha approntato singoli programmi di monitoraggio incentrati sulla protezione e la conservazione delle risorse genetiche animali e vegetali. Ormai le specie vegetali sulle quali si basa la nostra alimentazione si possono quasi contare sulle dita. C'è bisogno di ricerca, dicono gli esperti alia FAO. Moltissime piante di Paesi tropicali, ma anche del deser¬ to, sono potenziali fonti di alimentazione, ma non vengono studiate abbastanza. E quanti animali selvatici potrebbero con la loro carne integrare la dieta delle popolazioni rurali a corto di proteine? In uno studio del 1993, che vedrà presto una nuova edizione aggiornata ed ampliata, la FAO ha raccolto tutte le razze animali a rischio di estinzione che potrebbero rappresentare un'ancora di salvezza per la futura produzione animale e soprattutto assicurare un incremento della produzione indigena là dove scarseggiano altre risorse e migliorare la dieta alimentare delle popolazioni rurali più povere. Se aumentare la produzione agricola non è bastato a garantire la sicurezza alimentare di tutti, quali altre soluzioni adottare? «La povertà impedisce la crescita della domanda in quei Paesi e in quelle popolazioni dove i livelli nutrizionali sono tra i più bassi», dice Hartwig de Haen, capo del Dipartimento per le politiche economiche e sociali alla FAO. Soltanto un benessere economico più diffuso innescherà un ciclo di produzione agricola adeguata alla domanda e soltanto allora si potrà cominciare a parlare di vera sicurezza alimentare, spiega. Se entro il 2010 i Paesi in via di sviluppo (tra cui il 12 per cento delle popolazioni dell'Asia del Sud e circa un terzo di quelle dell'Africa sub-sahariana) non riusciranno a coprire il proprio fabbisogno dovranno ricorrere a importazioni massicce poiché sarà in questi Paesi che si verificherà il massimo incremento demografico. Per riuscire a raggiungere 280 milioni di ettari entro il 2010, tanti quanti sarebbero da coltivare per nutrire i sette miliardi previsti, i territori irrigui dovrebbero aumentare annualmente dello 0,8 per cento. Il problema, senza contare la già grave scarsità d'acqua, è dove trovarli. Adibire a terreni agricoli quelli marginali non solo comporterebbe altissimi costi di produzione, ma prima o poi significherebbe pagare un prezzo ambientale ben più alto. Vi sono tuttavia circa 90 milioni di ettari, soprattutto nell'Africa sub-sahariana e in America Latina, che se gestiti in modo opportuno potrebbero PIANTE PREZIOSE

Persone citate: Hartwig De Haen

Luoghi citati: Africa, America Latina, Asia Del Sud, Europa, Stati Uniti