Trappole di luce Fari verde-blu sulla punta dell'addome

Trappole di luce Trappole di luce Fari verde-blu sulla punta dell'addome A] Preda attratta dalla luce del verme luminoso, che ha predisposto * DI notte le lucciole verdi brillano sulla roccia riunite in gruppi, e sembrano i villaggi di un grande presepio. Ogni luce è invece una trappola tesa da una creatura vivente per catturare una preda, come fanno i pescatori con le lampare: una larva di mosca - lunga circa 3 centimetri, sottile come uno stuzzicadenti e tanto trasparente che le vedi all'interno il tubo dell'intestino - è in attesa che un insetto attirato dalla punta luminosa del suo addome finisca nella rete di fui appiccicosi appesi per catturarlo. Ordine ditteri, famiglia Mycetophilidae, Arachnocampa luminosa è un insetto molto antico, sopravvissuto in Nuova Zelanda alla distruzione delle specie native perpetrata dall'uomo; quindi più fortunato dei Moa, i giganteschi uccelli privi di ali sterminati dai primi coloni polinesiani, e anche dei Tatuara, i rettili contemporanei dei dinosauri, ridotti a uno sparuto numero su qualche sperduta isola in seguito all'arrivo di predatori (gatti selvatici, topi) portati dai coloni europei. Arachnocampa luminosa invece gode di ottima salute grazie al fatto di non essere appetibile e di vivere in ambienti molto umidi e senza vento - pareti di roccia prospicienti un corso d'acqua o all'interno di una grotta - per proteggere la rete di fui appiccicosi e il corpo privo di uno spesso rivestimento. Solo la testa è protetta da un «casco» corazzato, rinnovato ogni anno (3 o 4 volte) con un altro di misura più grande, seguendo la crescita del corpo. Come tutti i ditteri, Arachnocampa luminosa ha una vita complicata: da giovane è una larva dall'aspetto vermiforme e abitudini carnivore, da adulto è un modesto insetto di circa un centimetro e mezzo, un paio di ali trasparenti, zampe lunghe e testa priva di bocca, ragione per cui, senza cibo, deve assolvere in pochi giorni (da 2 a 5) il compito di mettere al mondo i figli per garantirsi una discendenza. La larva perciò mangia per due, per sé e per l'insetto adulto. Così, appena nata e vermicello di soli 5 millimetri, si mette subito al lavoro e muovendo la testa come una spoletta si costruisce tutt'attorno, con la seta prodotta da alcune ghiandole boccali, un tubo di una decina di centimetri ancorato alla roccia. Dieci minuti e presto fatto; quindi, sporgendosi con la testa e metà del corpo giù dalla dimora, sempre secernendo seta e muco dalla bocca, la larva passa alla costruzione del marchingegno di cattura delle prede: una cortina appesa al nido di una cinquantina di fili sottili, lunghi circa 15 centimetri e cosparsi di gocce appiccicose. Terminato il lavoro, non rimane che starsene rintanati in casa e attendere i frutti: «sdraiata» a pancia in su in modo da toccare con le setole dell'addome i fili «da pesca», la larva accende il «lanternino» blu verde posto all'estremità dell'addome, in termini EPILESSIA

Luoghi citati: Nuova Zelanda