FRANE INFINITE Una lezione dall'ultima alluvione in Piemonte: dove il terreno smotta una volta, smotterà ancora di V. Rav.

FRANE INFINITE FRANE INFINITE Una lezione dall'ultima alluvione in Piemonte: dove il terreno smotta una volta, smotterà ancora UN territorio colpito in profondità, che ha cancellato i segni di molte ferite ma che non è ancora guarito, fragile e pronto a sgretolarsi sotto un nuovo attacco: questa l'immagine del Piemonte colpito dall'alluvione del novembre '94 che emerge da un'indagine svolta dagli studiosi del Dipartimento di Georisorse e Territorio del Politecnico di Torino (Barisone, Bottino, Mandrone, Vigna) e' presentata al meeting dei geofisici a Torino. Appena cominciò a delinearsi il disastro, docenti illustri e giovani studenti accorsero insieme nel fango della Langa, del Canavese, delle valli del Tanaro e del Belbo occupandosi di cose pratiche e urgenti, come case pericolanti e frane minacciose. Poi, passata l'emergenza, hanno continuato a battere la vasta regione colpita per tentare di capirne il male oscuro che aveva provocato il disastro. Hanno scoperto così che migliaia di frane si erano mosse quasi nello stesso momento, con eccezionale velocità', in zone molto estese, in due riprese nel tardo pomeriggio del 5 novembre e nella notte seguente, a distanza di tre-quattro ore dalle precipitazioni più violente. Un collasso quasi istanta¬ neo: sotto gli scrosci violenti un'infinità di antiche, spesso invisibili lesioni coperte dalle coltivazioni si sono repentinamente riaperte e si sono ingigantite. I tecnici hanno individuato vari tipi di frane: i colamenti, che in genere coinvolgono soltanto i terreni di copertura; i crolli, di solito innescati dall'erosione dei torrenti; e gli scivolamenti planari, spesso di grandi dimensioni, profondi da 3-4 metri fino a 20-25. Le frane più numerose sono state proprio di questo tipo, localizzate in corrispondenza di «discontinuità» preesistenti; sono stati gli imponenti fenomeni di questo tipo a causare crepe nelle case, spostamento di binari e di pali delle linee elettriche, interruzione di strade, modifiche radicali dei pendii; e neppure il bosco è riuscito a fermarli, anch'esso trascinato in basso. In molti casi le frane sono partite dalla sommità della collina e sono giunte fino al fondovalle, ostruendo i corsi d'acqua. Lo studio ha per ora lo scopo di fare un censimento dei fenomeni rilevati in un'area campione e quindi di elaborarne statisticamente i dati; successivamente, affermano gli autori, «l'estensione dei risultati di questo studio di dettaglio viene eseguita su tutte quelle aree che presentano, su base statistica, caratteri di similitudine». Si sta ricostruendo la geologia della zona, con l'individuazione delle linee di debolezza, si vuol capire come l'acqua defluisca nel terreno, rifare la storia delle varie località, perché dove la frana è avvenuta una volta, avverrà ancora. Tanto più che, oltre ai grandi fenomeni evidenti, l'alluvione del '94 ha provocato una miriade di fratture lunge centinaia di metri, larghe uno e profonde due o tre, ora in via di mascheramento sotto le coltivazioni, ma che sono la premessa di nuove frane future. [v. rav.]

Persone citate: Barisone, Bottino, Mandrone, Vigna

Luoghi citati: Piemonte, Torino