La posta in gioco DA OTTO ANNI INSIEME CON LE PAROLE IN GIOSTRA

DA OTTO ANNI INSIEME CON LE PAROLE IN GIOSTRA DA OTTO ANNI INSIEME CON LE PAROLE IN GIOSTRA dato comunque di Sguizzetti (detto per inciso, l'episodio della fialetta è banalmente vero) e mi sarei ricordato comunque di Massimo Gila (Romentino, NO). Ma non sono neanche sicuro che tutti sappiano cosa sia una fialetta puzzolente; figurarsi con ì'allottolla come saremo messi. «Allottolla» (= «la allottò») è un palindromo, parola che si può leggere indifferentemente partendo da sinistra o da destra. Il significato di questa parola, coniata contemporaneamente da Massimo Gila e da Cosimo Budetta (Pontecagnano, SA), è controverso: «allottare» significa «lottizzare, dividere in settori», o anche «mettere in gioco». Allora, smesse le fialette puzzolenti da anni, giocavamo con queste parole, parole da inventare in modo che potessero essere lette da sinistra come da destra (le implicazioni politiche erano del tutto escluse). Finito quel periodo, complice un certo libro, ci furono ancora dei tentativi. Ho qui una lettera di Gigi Spina (Napoli) che mi cita la voce «mazzamma» da un vocabolario dialettale napoletano (la «mazzamma», voce degna di Felice Caccamo, sarebbe un mucchio di pesciolini e altre piccole cose di qualità scadente, o anche una folla di umili popolani). Ecco Gigi Spina che inventa un «ammazzamazzamma» che sarebbe o un «pescatore subacqueo inesperto, capace solo di infilzare innocui e minuscoli pesciolini» o un «appellativo ironico dato dai boss italo (napoletani)-americani di Little Italy ai killers ormai prossimi alla pensione». Questo fatto di inventare parole a fini di gioco è parso degno di moralismi a qualcuno; come pare degno di nota a qualcun altro che lo Zingarelli 1996 accolga per la prima volta la voce «pisquano» (di cui, tout se tient, parlavo in una rubrica di giugno, sotto il titolo di II ritorno dell'accavallavacca). «Pisquano», dice lo Zingarelli, significa «persona sciocca e inetta» e viene probabilmente dall'inglese pipsqueak, persona insignificante [pip, suono acuto; squeak, squittio). Liberi noi di preferire la stravagante etimologia per cui il pisquano sarebbe un incrocio fra il piccione, lo squalo e il pellicano; liberi noi di vedere in «pisquano» un anagramma moderato di «Pasquino» (la statua satirica romana). E' da pisquani stupirsi per l'apparizione zingarelliana di «pisquano». Il Battaglia lo riporta già nel volume Perf-Po, edito nel 1986; c'è un rimando a Migliorini {parole nuove 1963) che definisce ed etimologizza così il pisquano: «Vocabolo milanese, non frequente, che significa "giovinetto stupidello che non vai nulla"; è probabilmente una deformazione eufemistica di "pispola" che corrisponde al romanesco [ehm, ehm, ndr] "cazzettc". Diffuso dalla rubrica del "Marc'Aurelio" "La signorina Meme"». Vorrei timidamente suggerire che non tutte le voci accolte per la prima volta da un vocabolario siano da considerare neologismi, come è anche vero che non tutti i neologismi verranno poi accolti da un vocabolario. I pisquani esistevano di nome e di fatto anche trenta o quarant'anni prima dell'atto notarile oggi steso dalla ditta Zingarelli. Il «dossieraggio», che non ho reperito in alcuna fonte precedente i giornali del 30 settembre scorso, è esistito anche in mancanza di un atto notarile, che giungerà tardivo. C'è una legge di indeterminazione per cui non possiamo essere sicuri, oggi come oggi, hic et nunc, che una data parola esista o non esista. In quanto giocatori con le medesime, noi siamo di natura interessati alle parole nuove. Dunque siamo interessati al Dizionario italiano. Parole nuove della seconda e terza Repubblica steso da Silverio Novelli e Gabriella Urbani per l'editrice Datanews (via di S. Erasmo 15, 00184 Roma, tel. 06/704.5031819). E' un vero dizionario di neologismi, divisi in capitoli temati¬ ci: raccoglie parole che possono far ridere come certe costruzioni di Rabelais («karaokare», «intimano», «morattizzazione», «Ambra-pensiero»), ma gli intenti sono seri e scientificamente sorvegliati. Caso mai si potrà utilmente ipotizzare che il conio di simili neologismi è operazione in odore di «trash». Cosa sia il trash lo Zingarelli non lo dice ancora, ma lo ducono alcune guide a questa galassia dove ruotano «Mondi Immondi». Coniatori di quest'ultima definizione sono Luca Scarlini e Fulvio Paloscia, coautori di Star Trash (Castelvecchi editore), una rapida e necessaria antologia dello stile spazzatura contemporaneo. Fra Sandra Milo e Alda D'Eusanio ci sono tutti, o quasi; manca solo Sguizzetti. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa-Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Stefano BartozzagN

Luoghi citati: Napoli, Roma, Romentino, Torino