SI CHIUDE CON IL CINEMA Salta il gran finale del 22 Successo della manifestazione di Leonardo Osella

SETTEMBRE MUSICA SETTEMBRE MUSICA SI CHIUDE CON IL CINEMA Salta il gran finale del 22 Successo della manifestazione UN braccio rotto segna la fine anticipata di Settembre Musica, privandolo di quella che doveva essere l'apoteosi: il concerto conclusivo di venerdì 22 alle 21 al Teatro Regio, basato su musiche dai film di Hollywood. Già si pregustavano le perorazioni cornistiche di «Via col vento» (ta-taatatààà, ta-taa-tatààà) e quant'altro: niente, l'appuntamento è stato annullato. Il direttore John Mauceri, unico depositario di una partitura così particolare, è rimasto vittima dì un infortunio e così il Festival si chiuderà il pomeriggio alle 17, al Massimo, sempre all'insegna del cinema però: saranno proiettati i film «The Land beyond the Sunset» di Harold Shaw (del 1912) e «La femme de nulle part» di Louis Delluc (del 1922) con le musiche originali di Wim Mertens eseguite dallo stesso autore. Gli spettatori che avevano acquistato in prevendita i biglietti per il concerto annullato possono essere rimborsati venerdì 22 dalle 20,15 alle 21 presso la biglietteria del Regio oppure (entro sabato 30) negli altri giorni (salvo domenica e lunedì mattina) alla Vetrina per Torino di piazza San Carlo 159 (orario: 914 e 15-18,30). Facendo un breve consuntivo di questo diciottesimo Settembre Musica, è evidente che la «ricognizione» sul cinema ha fatto un po' la parte del leone per via del centenario. E così si è avuto un omaggio offerto da Michael Daugherty al «Fantasma dell'opera» di Lon Chaney e un altro (non poteva mancare) a Federico Fellini da parte dell'Harmonia Ensemble. E' piaciuta . moltissimo l'idea di proiettare il film «Un cuore in inverno» di Claude Sautet, facendolo precedere e seguire dalle musiche di Ravel eseguite dal Trio di Torino. Lo stesso dicasi per «Tutte le mattine del mondo» di Alain Corneau e le musiche per viola da gamba e clavicembalo. L'altro filone sfruttato dal Festival è stato quello del Futurismo, con momenti di divertimento puro come il balletto «Anihccham» della Compagnia di danza Altroteatro, ispirato alle opere di Fortunato Depero. Gradita anche la proposta, davvero rara, del «Tamburo di fuoco» di Marinetti. Un successo superiore a quello solitamente ottenuto dagli autori d'oggi è stato riscosso da Luciano Berio, ma ormai è un fatto che non stupisce più nessuno. Nonostante l'invariata capacità di esplorare, e dunque di rinnovare la musica, il grande compositore contemporaneo è riuscito a fare di se stesso un ossimoro, entrando a pieno titolo fra i classici. Oltre al «Giro di vite» di Britten, ha fatto parlare la singolare «Liberazione di Prometeo» di Goebbels e Miiller, così come hanno letteralmente scatenato la curiosità le proposte di tipo etnomusicale. Scontato il successo di grandi complessi (Orchestra di Baviera, Orchestre de Paris, Filarmonica di San Pietroburgo, London Symphony, Nazionale della Rai) guidati da direttori di grido come Maazel, Bychkov, Temirkanov, Berio e Shipway. Leonardo Osella

Luoghi citati: Baviera, Hollywood, London Symphony, San Pietroburgo, Torino