Se non è sangue, è tissotropia Ma la chiesa non verifica l'ipotesi
Se non è sangue, è tissotropia Se non è sangue, è tissotropia Ma la Chiesa non verifica l'ipotesi Modulo di atterraggio lunare realizzato dai sovietici e mai utilizzato DICIANNOVE settembre, giorno del miracolo di San Gennaro. Il sangue si scioglie? Non si scioglie? E si tratta davvero di un miracolo? Gennaro, vescovo di Benevento, fu martirizzato nel 305, ma solo nel 1389 è attestata la prima liquefazione della reliquia del sangue, conservata a Napoli. Da allora, tre volte all'anno, l'arcivescovo della città espone la reliquia alla venerazione dei fedeli, e il sangue spesso si scioglie. Pur non riconoscendo il fenomeno come un vero miracolo, la Chiesa ha sempre proibito che sul contenuto dell'ampollina fossero eseguite analisi chimiche da ricercatori indipendenti, giustificando il divieto con il rischio, peraltro innegabile, che aprendo la fialetta il sangue potesse essere irreversibilmente danneggiato. Nel 1991 comparve su Nature un articolo firmato da tre ricercatori del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala, che erano riusciti a riprodurre con i mezzi e le sostanze disponibili nel '300 una sostanza il cui comportamento è in tutto e per tutto simile a quello del sangue di San Gennaro. La proprietà che sta alla base del fenomeno è la tissotropia: le sostanze tissotropiche, sottoposte a piccole sollecitazioni meccaniche, piccoli urti o vibrazioni, passano dallo stato solido allo stato liquido e, lasciate tranquille per un tempo sufficiente, ritornano poi allo stato solido. Se questa ipotesi è corretta, responsabili della liquefazione sarebbero i movimenti che l'officiante compie per verificare l'avvenuto miracolo dello scioglimento del sangue. Né oggi vi sarebbe alcuna frode consapevole: l'unico imbroglione sarebbe colui che, seicento anni fa, spacciò per reliquia il prodotto di qualche bottega artigiana medioevale. Probabilmente non è un caso che uno dei componenti della sostanza tissotropica che imita il sangue di San Gennaro sia il cloruro ferrico, presente sulle falde del Vesuvio sotto forma di molisite e usato nella preparazione dei colori per gli affreschi. Le recenti analisi spettroscopiche eseguite su incarico della Chiesa, che avrebbero provato la presenza di emoglobina, e quindi di sangue, non sarebbero probanti in maniera definitiva. In effetti non sono mai state pubblicate su riviste scientifiche autorevoli. Si tratta della ripetizione di un esperimento già eseguito ai primi del secolo con uno spettrometro a prisma, e non con un moderno spettrofotometro elettronico. I risultati, inoltre, lascerebbero ampio spazio all'interpretazione soggettiva delle misure. A quattro anni dall'articolo di Nature, nessuna verifica dell'ipotesi tissotropica è stata compiuta. Eppure sarebbe facile, e di sicuro non distruttiva per la reliquia: basterebbe infatti prendere l'ampollina con il sangue in un giorno diverso da quelli previsti per il miracolo, e scuoterla quel tanto che basta a vedere se si scioglie, lasciandola poi tranquilla per constatare se si solidifica nuovamente. Se l'esperienza riuscisse, si avrebbe una semplice spiegazione scientifica di un fenomeno non più così misterioso. In caso contrario, la ricerca potrebbe proseguire su strade diverse. Sarebbe comunque una prova chiarificatrice per tutti. Marco Cagnotti TEST ATOMICI A MURUROA
Persone citate: Della Sala, Garlaschelli
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