ISHIGURO AL PIANO «Gli inconsolabili»: gli incubi di un concertista, un dedalo di vicende grottesche, un romanzo irrisolto

Appena usciti Appena usciti Michel Tournier Lo specchio delle idee Garzanti, pp. 142. L 26.000 «Un piccolo trattato»: così Tournier, fra i maggiori scrittori francesi contemporanei, definisce la sua opera. Si tratta di un catalogo di concetti-chiave, circa cento, organizzati per coppie di termini che si oppongono: la cantina e la soffitta, il toro e il cavallo, il sole e la luna, derisione e celebrazione, Pierrot e Arlecchino. Traduzione di Idolina Landolfi. Giuseppe Pederiali Stella di piazza Giudia Giunti, pp. 197. L 24.000 E' esistita davvero. Si chiamava Celeste, era la ragazza più bella del Ghetto di Roma, la chiamavano Stella, negli anni dell'occupazione tedesca tradì: denunciò tanti correligionari ai fascisti e ai nazisti, condannandoli alle Fosse Ardeatine e ai lager. Perché? Giuseppe Pederiali ne ha ricostruito la figura, attraverso le carte processuali, gli archivi, i giornali d'epoca, il racconto di numerosi testimoni. Seneca Dialoghi morali Einaudi, pp. 377. L. 17.500 I principali dialoghi di Seneca, il maggiore rappresentante dello stoicismo: «La provvidenza», «La fermezza del saggio», «La vita felice», «La vita ritirata», «La tranquillità dell'animo», «La brevità della vita». Traduzione di Gavino Manca. Testo latino a fronte. Introduzione e note di Carlo Carena. George MacDonald Fraser Al servizio della regina nera Sperling & Kupfer pp. 343. L 29.900 Inglese, già militare, sceneggiatore dei film aventi come protagonista l'agente 007, MacDonald Fraser è noto anche come l'inventore di Flashman, giramondo ufficiale britannico. Questa volta l'eroe se la vede con una donna tanto bella quanto stupida. A un incontro di cricket è folgorata da un moro, maestro di tiro con l'arco. Segue una serie incessante di inseguimenti tra la coppia e l'innamorato: un tragicomico tour mondiale. Traduzione di Alessandra Petrelli. Carlo Castellaneta La città e gli inganni Mondadori, pp. 250. L 29.000 Un giovane trova lavoro come agente investigativo, spinto dalla necessità di sbarcare il lunario e di soddisfare le sue fantasie. Ha venticinque anni e si sente comi.' Marlowe, il suo mito. Cerca un po' ovunque, via via conoscendo una metamorfosi. L'episodio-chiave della sua maturazione saia la ricerca di Fior, una prostituta brasiliana. Lars Gustafsson Storia con cane Iperborea, pp. 238. L 26.000 «Dai diari di un giudice fallimentare texano», recita il sottotitolo. Erwin Caldwell, il giudice, telefona una mattina all'amico Tony, procuratore distrettuale, incolpandosi di un omicidio. Ne è davvero responsabile o a dettargli la «confessione» sono le sue labili condizioni psichiche? Una sorta di thriller esistenziale del più noto scrittore svedese di oggi. Traduzione (e introduzione) di Carmen Giorgetti Cima. I LIBRI DELLO ZELICI Ugo Manzoni L'uomo di Tangerì mobydick ISHIGURO AL PIANO «Gli inconsolabili»: gli incubi di un concertista, un dedalo di vicende grottesche, un romanzo irrisolto UN celebre pianista che racconta la storia - arriva in una cittadina presumibilmente mitteleuropea per dare un concerto intorno al quale si sfogano tensioni e rivalità cui l'ospite sembrerebbe estraneo ma che continuano a coinvolgerlo. Non appena egli mette piede nell'albergo, per esempio, il direttore gli proietta addosso tutta la propria ansia perché ogni cosa vada nel migliore dei modi; il facchino che gli porta le valige gli racconta i propri problemi e coglie il destro per pregarlo, lui così prestigioso, di parlare con la propria nuora, con cui ha comunicazioni difficoltose per le conseguenze di un antico diverbio; un giovane pianista, figlio del direttore dell'albergo, prega l'illustre ospite di ascoltarlo e suggerirgli se valga la pena di insistere; accademici locali lo attirano a una cena dove gli chiedono di fare da arbitro su certe loro diatribe. Ryder, così si chiama il visitatore, si lascia sballottare, tentando di dare retta a tutti, mentre si rende nebulosamente conto di conoscere già quei luoghi e molte di quelle persone. La bigliettaia di un tram dove sale per accontentare due figuri che vogliono fargli un servizio fotografico è una sua amica di infanzia, e gli chiede di lasciarsi esibire da lei davanti a certe conoscenti che la snobbano per avere una rivalsa su di loro; dal canto suo, la nuora del facchino è forse addirittura stata sposata con Ryder, un tempo, e il piccolo insopportabile Boris suo figlio, potrebbe essere figlio anche del concertista... Nel fortunato Quel che resta del giorno Kazuo Ishiguro aveva descritto con maestria la non-vita di un maestoso maggiordomo britannico che ha devoluto ogni decisione alle rigidissime regole della sua professione ereditata. Il nuovo e ponderoso romanzo Gli inconsolabili contiene un'altra parabola di impotenza esistenziale, ma stavolta il puntiglioso rea¬ lismo dello scrittore si rifa ai moduli del sogno, o meglio, dell'incubo: il protagonista si trova continuamente in situazioni vagamente assurde, che malgrado le sue buone intenzioni non riesce mai a dominare (mentre come nei sogni è perseguitato da domande irrilevanti: come si chiamava il calciatore olandese che segnò da lontano il secondo gol all'Italia a un Campionato del Mondo?). Quando riesce contro ogni logica a rispettare l'appuntamento con la bigliettaia del tram e a recarsi con lei in visita da una delle sue orribili amiche, quest'ultima non lo riconosce, e anzi si vanta di avere già incontrato il famoso Ryder il giorno prima. Tocche¬ rebbe a Ryder di parlare e smentirla, ma dalla sua bocca non esce che un rantolo; e guardandosi nello specchio, il concertista si vede momentaneamente alterato, simile a una sorta di orrendo suino. Non c'è bisogno di dire che l'atteso concerto, con cui la lunga narrazione dovrebbe concludersi, non avrà luogo Ryder arriva alla sala, ma al dunque la trova vuota e buia, senza poltrone né pubblico. Ben servito dal traduttore Gaspare Bona, Ishiguro scrive con vividezza e ironia, e i numerosi episodi che scaturiscono uno dall'altro come le classiche scatole cinesi si fanno certamente leggere. Come giustificare dunque, malgrado l'indiscutibile talento messo in opera, il perdurare della ripugnanza del recensore per il genere stesso del romanzo-sogno? Forse arguendo che essendo già la vita di per sé sufficientemente incoerente, l'arte interessa in quanto riesce a imporle un certo ordine, se non per rassicurare, almeno per spiegare. D'accordo; e Kafka, allora? E i surrealisti? Be', Kafka e il sopravvalutato Magritte reagivano contro una letteratura e una pittura che avevano esagerato nell'imposizione di quell'ordine; ma in seguito le arti hanno ripreso il loro cammino. Lo sberleffo funziona una volta, poi diventa routine: se ammirammo e continuiamo ad ammirare II pasticciaccio di Gadda e quegli altri primi due o tre gialli che sconvolgendo le nostre aspettative finiscono senza rivelarci il colpevole, oggi mal sopportiamo gli autori che imitandoli tardivamente sfruttano le strategie del poliziesco, e al contempo si autoesonerano dalla necessità di inventare un meccanismo che funzioni. Negli Inconsolabili (o «Sconsolati», come sarebbe forse più preciso tradurre The Unconsoled: il titolo allude all'infelicità che grava su tutti i membri della piccola comunità, e alla inanità dei tentativi del visitatore per porvi rimedio) Ishiguro mette in piedi una teoria di situazioni spesso meschine e grottesche, ma non una storia in grado di risolverle. Di conseguenza la pacata angoscia che il suo libro ci comunica non ha sviluppi, e dopo ci rendiamo conto che rinunciando a qualche variazione sarebbe potuto durare duecento pagine di meno. D'altro canto aggiungendone altre avrebbe anche potuto averne quattrocento di più. Masolino d'Amico Kazuo Ishiguro Gli inconsolabili traduzione di Gaspare Bona Einaudi. pp.SI6. L. 34.000 Cézanne: «ha Montagni' Sainle-1 ictoire» (1885-1887) SANDRA Reberschak sembra allontanarsi con La regina di Saba dai modi consueti della sua narrativa, dall'autoanalisi spoglia del Pensiero dominante all'epica quotidiana di Se anche tu non fossi (le vicissitudini del padre ebreo perseguitato dal fascismo) per toccare temi più sciolti dal vissuto personale o famigliare. Quello che la interessa ora è la verità della scrittura, non tanto come esercizio stilistico capace di smascherare il reale o di inventare un mondo altro, ma come un misterioso potere «demiurgico» che anticipa e fa accadere le cose. «Le fantasie riflette la voce che racconta non sono altro che pezzetti di verità captati in altri contesti, in altri momenti, divenuti ricordi, o brandelli di ricordi, o anche solo fattesi, a nostra insaputa, presentimenti». Affiora qui il vecchio paradosso della realtà che imita la fantasia ma in una accezione più forte, di un interscambio continuo tra tutto ciò che vive, comprese le facoltà spirituali. E' almeno ciò che pensa una donna ancor giovane che troviamo sul treno della Riviera ligure, diretta a Vence dove sarà ospite dell'amica Roberta. Lavora nell'editoria, scrive libri, ha bisogno di un tranquillo week-end tra persone care e discrete. Ma il treno si arresta bruscamente, accorre gente, si grida, qualcuno è stato travolto, forse si è gettato sotto le ruote. Come posseduto da una frenesia, un uomo spara i suoi clic, fotografa da ogni lato la motrice, i binari, il fagotto di cenci, e poi si allontana con aria spossata. La viaggiatrice non riesce più a liberarsi dalla figura dello sconosciuto che immagina si chiami Bruno, prova a inseguirne mentalmente le tracce, a scriverne la storia: quella che troveremo, a capitoli alterni, nel libro della Reberschak. L'«incidente» segna il punto di raccordo di due vicende, una reale e l'altra inventata che corrono parallele e alla fine si congiungono con una soluzione a sorpresa, con effetto di choc. E' la sorte che, alla fine, prende la mano alla protagonista-scrittrice, conferma le sue intuizioni e rifinisce per così dire il suo lavoro. A Vence, siamo introdotti in una famiglia apparentemente felice. Roberta ha alle spalle un matrimonio fallito, aspetta un figlio dal nuovo marito, un chirurgo famoso e appagato: lui ha una figlia di primo letto, Claire, che sembra accettare la situazione, con qualche spigo- SE LE DONNE SONO ANGELI ANDATI A MALE NETTA crede che si esista anche perché ci si riflette negli occhi degli altri: lei si riflette solo nello specchio del bagno». E' una frase che fotografa con efficacia la solitudine di una donna, protagonista di L'età crudele di Patrizia Carrano. Netta ha quarantacinque anni, un marito, Tommaso, da cui è separata da più di dieci anni, una figlia, Cecilia, che studia in Inghilterra, e un cane, Bernardo, un alano di undici anni, melanconico e pieno di acciacchi. Lavora in una piccola libreria antiquaria de) centro di una città mai nominata, probabilmente Roma. Disillusa dalla deriva del suo rapporto coniugale, affonda nello squallore del quotidiano, considera la casa «un porto e una prigione». La sua è una storia come tante, una non storia di affetti, emozioni, abitudini, gesti, parole, pensieri, entusiasmi prosciugati dal vuoto della vita. E non serve a riempire quel vuoto la ricerca di rapporti sessuali frettolosi e passivi, consumati Con uomini indiffe¬ renti o scialbi, né l'abitudine di masturbarsi con la crema per il viso per mimare la finzione del piacere. Il marito l'ha lasciata per stanchezza, per disamore, e soddisfa la sua vanità infantile con fidanzate sempre più giovani, e lei ha affrontato l'abbandono con «dolorosa, ma rassegnata, accettazione». L'unica persona con cui si confida è un anziano bibliofilo, cliente della libreria, che muore d'infarto. Intorno a lei tutto si sgretola, come se il destino volesse mettere su un piedistallo la sua solitudine: il malumore ostile della madre, la rassegnazione del padre che, deluso da un amore non realizzato, passa il tempo a costruire modellini di edifici storici con i fiammiferi, la distanza della figlia, appiattita in un pragmatismo conformista. Di sera, quando esce di casa per portare a spasso il cane, vede la «fauna colorata» dei travestiti sul lungofiume, che le appare un'immagine assurda e deludente del sesso. Assiste il padre operato all'anca e avverte una sorta di complicità nella scoperta dei suoi segreti sentimentali. Prova nostalgia per le passeggiate nel parco con lui, Patrizia ( armilo per i suoi silenzi, corazza protettiva di una vita interiore che non ha mai conosciuto. Con una scrittura controllata e agile, l'autrice registra i pensieri e le sensazioni di una donna inadeguata alla vita, gli stati d'animo di un'«età crudele» stoicamente sopportata. Netta si considera «un angelo andato a male», si sente come la Legnano di suo padre, una vecchia bicicletta «ancora buona, ma fuori tempo». Si accorge di dissipare la sua esistenza perché non sa «reinventare la propria vita affettiva» e la scrivania della libreria dove trascorre le sue giornate è per lei l'unica ancora di salvataggio. Ma lo schermo del computer usato per catalogare i libri le procura un fastidio agli occhi. Nella scena finale la metafora della cecità è il segno di un totale distacco dal mondo, di una volontà di azzeramento dell'esistenza. Quando esce dallo studio di un oculista, con le pupille dilatato dall'atropina, percepisce immagini offuscate, cammina piano alla ricerca di un tassì per tornar»; a casa, poi rimane immobile nella luce abbagliante della piazza. «Dall'angolo si affaccia un tassì diretto al parcheggio Un uomo allunga il passo lo prende al volo. C'è una donna un po' discosta, che forse aspetta da qualche minuto Ma ha l'aria distratta e non s'è accorta di niente. Peggio \,<:r \e.\h Massimo Romano UN ENIGMA IN PROVENZA Reberschak: weekend con brividi lo che si può attribuire all'età. Ma nella grande luce di Provenza, entro la quale stingono rapporti convenzionali, dialoghi minimalisti, si consuma il dramma. La passione della verità Claire fugge all'improvviso sulla moto di un amico drogato e un Bruno che non si lascia dimenticare arriva, come una fiondata, a turbare l'armonia di Roberta. Sull'altro versante, il Bruno dell'invenzione indaga sull'uomo morto tra i binari, scava nel suo passato di artista eccentrico e vagabondo, ritrova una ragazza fuggitiva, si perde in una rete di indizi e sortilegi: con una disciplina severa che è soltanto l'alibi furioso per avere consumato maldestramente un amore. A unificare le due storie, al di là dell'esito sorprendente e dell'arrischiata poetica che lo sottende (quella espressa all'i¬ nizio) c'è una passione della verità che vale per la scrittrice e per il fotografo, per la pagina scritta e la pellicola emulsionata. La stessa suggerita da una mostra di Cézanne, dalle repliche infinite della stessa montagna, dalla lotta del simulacro con l'essenza di quell'altura («E chi vince? Cézanne o la Sainte-Victoire?»). L'attrattiva del romanzo sta proprio in questo turbamento, accentuato più che placato dall'intelligente, geometrico artificio dell'intreccio. E resiste agli allentamenti del linguaggio, a una corsività che, del resto, sembra in qualche misura funzionale alla storia «vera», al suo effetto di sfocamento rispetto alle risorse più consistenti e penetranti dell'invenzione. Lorenzo Mondo Sandra Reberschak La regina di Saba Bompiani pp. 175. L 26.000 Patrizia Carrano L'età crudele Mondadori pp. 126. L 25 0C/J ì premio i premio ì grinzanecavour._ La REGIONE PIEMONTE e il PREMIO GRINZANE CAVOUR annunciano la premiazione di TERRE DEL PIEMONTE Sabato 23 settembre 1995 Vincitori: Paolo Conte Carlo Dionisotti Nuto Revelli Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino) Un giovane sfida il Gennaro Costanzo mondo e soprattutto so stosso por ovoro più equilibrio e più armonia nello azioni; per dire a chi lo omo che lo bellezza e conveniente. Un rornorvo di idee che scorre come uno poesia RIPOSTES EDITORE 190 Pug. £ 13.000