I segreti del cielo ultravioletto

I segreti del cielo ultravioletto I segreti del cielo ultravioletto In orbita sullo Shuttle un telescopio italiano grafi con rivelatori del tipo Ccd intensificato. La regione spettrale coperta va da 55 a 125 nanometri ed è una regione non accessibile da Terra in quanto l'atmosfera terrestre ne assorbe completamente la radiazione. Alle frequenze dell'ultravioletto estremo non esistono lenti che permettano la trasmissione e la localizzazione. Uvstar adotta quindi soluzioni tecnologiche innovative, come inediti tipi di rivestimento per le superfici ottiche riflettenti e rivelatori estremamente sensibili. L'altro aspetto caratterizzante è la capacità di acquisire immagini spettrab bidimensionali di sorgenti estese come pianeti, comete, nebulose planetarie, nubi interstellari e galassie esterne (fra cui le Nubi di Magellano) determinando la chimica, la temperatura e la dinamica delle sorgenti in esame. Si eseguiranno studi di spettroscopia stellare ed extragalat¬ tica, ai quali una vasta comunità astronomica italiana è interessata, ma si stuelleranno anche oggetti del sistema solare estremamente attuali e inesplorati in questa regione dello spettro elettromagnetico: Giove e il suo satellite Io, e due nuove comete. Uno spettrografo ultravioletto montato a bordo del «Voyager» e di cui era responsabile Lyle Broadfoot (il nostro partner dell'Arizona nella reabzzazione di Uvstar) aveva scoperto un toro (anello tridimensionale) di gas ionizzato a 100.000 gradi intorno al satellite di Giove, Io. La fisica del «toro» è estremamente complessa in quanto coinvolge il campo magnetico di Giove e le particelle cariche intrappolate fra Giove e Io, ma la cosa interessante è che in seguito all'impatto della cometa ShoemakerLevy con Giove nel luglio dell'anno scorso vi sono stati grossi sconvolgimenti nella magnetosfera di Giove, per cui le misure di Uvstar, paragonate a quelle del «Voyager», ci forniranno preziose informazioni sugli effetti catastrofici delle comete. Uvstar avrebbe dovuto osservare la Cometa di Halley nel 1986 e il sottoscritto avrebbe dovuto accompagnare il telescopio a bordo dello Shuttle se non vi fosse stato l'incidente del «Challenger» il 28 gennaio 1986. Il caso vuole che, proprio durante il volo di Uvstar, siano osservabili due comete: la Bradfield e la Hale-Bopp (vedi articolo sulla prima pagina di questo numero di «Tuttoscienze»). Si potrà così osservare per la prima volta una cometa nell'estremo ultravioletto alla ricerca dell'elio, il gas nobile più abbondante nell'universo, che dovrebbe essere rimasto intrappolato nel nucleo cometario 4,5 miliardi di anni fa, quando si formò il sistema solare. Cristiano B. Cosmovici Cnr, Istituto di fisica dello spazio

Persone citate: Bradfield, Hale, Halley, Lyle Broadfoot

Luoghi citati: Arizona