ECO dove la lingua batte

d'autunno d'autunno ECO dove la lingua batte di una lettera dell'alfabeto (normalmente, la R o una vocale), che tanto più si apprezza quando il testo lipogrammatico è una parafrasi di un testo noto. Dalla Crìtica della ragion pura: «in un genere delle sue conoscenze, la ragione umana ha il particolare destino di venire assediata da questioni che essa non può respingere...». Abolendo la 0 si può dire così: «In un genere della sua maniera di sapere, l'intelligenza umana perviene al peculiare status di essere assediata da dubbi indelegabili...». Altro gioco, quello di sostituire a ogni sostantivo, aggettivo o ver- Da Manzoni a Collodi: come «risistemare» i classid con gli studenti del Dams Pubblichiamo alcuni brani della storia di Pinocchio risaitta dagli studenti del corso di Comunicazione e da Umberto Eco. OVERO Pinocchio Povero papà (Peppe), palesemente provato penuria, prende prestito polveroso prezioso pino poi, perfettamente preparatolo, pressatolo, pialla pialla, progetta prefabbricarne pagliaccetto. [...] Perbacco! Pigola, può parlare, passeggiare, percorrere perimetri, pestare pavimento, precoce protagonista (però provvisto pallido pensiero), propenso produrre pasticci. Pronunciando panzane protuber» proboscide, prolunga prominente pungiglione, profilo puntuto. Perde persino propri piedi piagati, perusti! Piagnucola. Papà paziente provvede. [...] «Pensaci», punzecchialo peritissimo prudentissimo parassita parlante, «prudenza, perseveranza! Prevedo pesanti punizioni!». «Piantala petulante pignolo!». Presuntuoso pupattole percuote pedagogo piccino piccino (plash!) producendone poltiglia. Peccato. Poteva piuttosto porgergli padiglione. [...] Puella portentosa (parrucca pervinca) provvede poliambulatorio pennuto, parlagli predicando perfetti principi, promettendo prossima pubertà, persino parvenza piacente persona. Pinocchio pare puntiglioso, persistente, predeterminato. Palle. Parole. [...] Pianta parecchi pesos per prati, per procacciarsi più palanche; però (poco perspicace) perde personale pecunia. Protestare? Procuratore paese. Prendi Pirla provvedegli prigione. [...] Proteiforme pargoletto, perenne Peter Pan, proverbiale parabola pressoché psicoanalitica! ball D'ALEMA C veltro ho di unordinaleverbo chlario dattu prìvascendev,- jrT^S re r- rrifc comstioò un e dontencopuPin Tautogramma CENTO PAROLE BASTA CHE INCOMINCINO TUTTE PER «P» ho di un lesto, il settimo (o altro ordinale) sostantivo, aggettivo o verbo che lo segue su un vocabolario dato. Bellonci, Rinascimen tu prìvato: «La puttina sacra scendeva la scalea che splenden- ,- do di marmo candi- jrT^S do, i Studente di Eco «la puzzola sacrospinale scendeva la scaletta che splendendo di marmotta cannellata...». Ancora una volta, con Kant l'effetto ottenuto ò superbo, Kant: «Se si vuol definire che cosa sia uno scopo secondo le sue determinazioni trascendentali (senza presupporre niente di empirico come sarebbe il sentimento di piacere)...». Studente di Eco: «Se si vuol deflettere che cosa sia uno scopone secondo le sue detersioni trascorse (senza pretermettere niente di emulsivo, come sarebbe la sentinella di piacere)...». Questa era la sostituzione «+ 2». Con la sostituzione «+ 7» si ottiene: Stefano Bartezzaghi Pinocchio? PASTICCIONE PUERILE PICARESCO PUSILLO ERPLESSITA': perché Pinocchio? Potrebbe parere personaggio parecchio pazzerello, poco plausibile per praticantati puntigliosi: pasticcione, puerile, picaresco, pusillo. Purtuttavia (pensateci, ponderate) protagonisti più professionali paiono peggiori, per pilotare pimpanti pivelli, per preparare programmi proficui, per promuovere prossime professionalità. Poesie patrie, patrie prose propongono personaggi più popolari, perfetti, parimenti perpetui? Pessimo, periglioso postulato: per piacere! Pullulano pulzelle peculiari, principi piuccheperfetti, plot potenti, peripezie paradigmatiche, parabole perspicaci, psicologie penetranti? Penuria, parrebbe, piuttosto. Pinocchio primeggia. Persuadetevi. (Polemica plurisecolare). «Pinocchio passi. Però, perché "povero"?». «Per pathos posticcio, puro pietismo». ALBERTO CESARE AMBESI