Il velo galeotto della suora giovane; il fisco è più forte della mafia

// velo galeotto della suora giovane; ilfisco è più forte della mafia // velo galeotto della suora giovane; ilfisco è più forte della mafia aver visto granché e cercando di tirar dritto per il mio corridoio. Ma lei, imbarazzata e indispettita, si pose di fronte a me e, con cipiglio imperioso, mi domandò: «Lei cosa fa qui?». Le risposi tranquillo con la stessa identica sua domanda: «E lei, cosa fa qui?». Soffro tuttora in silenzio per me e per tutti i miei colleghi, suore comprese, per le condizioni clandestine cui ci obbligano tutte le promesse di celibato ed i voti di castità fatte ai vescovi, mai richieste da nessun Dio in verità, non mantenute nemmeno da molti stessi vescovi. sac. Antonio De Angelis, Genova Prete sposato, delegato ligure dell'Associazione «Vocatio» Autocongratularsi non è elegante Ogni anno, circa nel mese di agosto, vengono pubblicate anticipazioni sulla raccolta fiscale dello Stato e mancano sempre più o meno 100.000 miliardi. Se questi soldi entrassero regolarmente nelle casse dell'erario ogni problema finanziario verrebbe presto risolto, perciò occorre dare la caccia a questo tesoro con ogni mezzo. Incidentalmente ricordo che la mafia americana fu messa in ginocchio condannando alla prigione e con pene pesanti gli evasori fiscali. Che il ministro Fantozzi feliciti se stesso perché garantisce il recupero di 5000 miliardi è francamente odioso e penoso, perché significa recuperare il 5% dell'evasione fiscale in Italia. Che provveda a recuperarne il 95% e forse potrà autocongratularsi, anche se non è elegante. Ancora più importante è convincere, soprattutto con le cattive, gli italiani che non le pagano a pagare le tasse, e togliere a tutti l'alibi del malgoverno. Se io rubo perché tutti lo fanno resto comunque un ladro. Martino Tessaro, Lussemburgo Omnitel, il territorio che non è «coperto» A seguito dell'articolo di Roberto Ippolito sulla Stampa di ieri: «Om- LA LETTERA DI O.d.B. nino pote llone inganno, una buggeratura, certo non si preparano cosi i tecnici di domani. A me, un giovane come mio nipote dà l'impressione di considerare la scuola un passatempo che, con certi sotterfugi e complicità, permette di ottenere, pur analfabeta, un diploma che non servirà a niente. Durante quest'estate non ha mai svolto i compiti, dicendo che non ne aveva né si è dedicato alla lettura di qualche libro, tanto, dice, sarò promosso lo stesso e dei corsi di recupero o integrativi "me ne impippo", servono solo a impegnare i professori. Ecco; se è a questo che tendono le riforme, allora non migliorano la scuola, ma la snaturano, la svuotano di ogni contenuto, perché un giovane non va illuso con facili promozioni quando poi la vita richiederà da lui impegno, spirito di sacrificio, volontà e competenza. Penso proprio che tutto questo mio nipote, purtroppo, non lo potrà mai avere!...». " E' una singolare lettera, la sua, gentile signor presunto Girola. Se non è uno scherzo, se è vera, a partela firma, è abbastanza allarmante; ma, anche se è inventata, è abbastanza indicativa di una mentalità. Alle denunce tra figli e genitori sono abituato. Una denuncia tra nonnino e nipote è una novità. Egr. signor Del Buono, riflessioni di un nonnino sulla scuola. Quando, a giugno, sono stati pubblicati gli esiti degli scrutini, mio nipote, che ha frequentato la I" classe presso l'Istituto Tecnico Industriale di Biella, è stato, come già diceva da tempo, promosso. Ora, da sessantenne come sono, desidero fare qualche riflessione su questa facile promozione, perché, a dire il vero, mio nipote ha studiato pochissimo, ha sempre frequentato la palestra o è andato a zonzo o al bar con gli amici pomeriggio e sera... Pierino Girola, Biella GENTILE signor Girola, non sono affatto sicuro che lei si chiami così perché esito a pensare che un nonno, anzi un nonnino, come si qualifica lei, esca allo scoperto, in modo tanto esplicito, contro il proprio nipote. D'altra parte, il risentimento che traspare dalla sua lettera propone l'inedita figura del nonno delatore e merita qualche attenzione: «Certo, molte volte mio nipote è tornato a casa compiaciuto per aver scopiazzato a tutto spiano durante il compito in classe, naturalmente con la compiacenza di certi insegnanti, forse ciechi; addirittura un giorno ha sostenuto una prova scritta con la febbre, perché poi, da solo, non avrebbe avuto i necessari suggerimenti. Pertanto mi chiedo che senso abbia allora la scuola, a che cosa serva se si assicura la promozione a chi per buona parte dell'anno è stato un fannullone! E' un Il none il nfannu Buono • Sulla base dell'autorizzazione ministeriale l'utenza amica potrà sperimentare direttamente la qualità della rete Omnitel a Milano, Roma, Napoli, Torino e successivamente nelle principali città italiane a partire dal mese di ottobre. Patrizia Vallecchi Ufficio Stampa Omnitel, Milano L'articolo ha descritto un'iniziativa e le tesi della Telecom Italia Mobile che è quindi destinataria della precisazione. L'Omnitel comunque riconosce di non essere in grado di coprire il 40% del territorio, [r. ipp.] «Siae, il Commissario non conosce la legge» Leggo sulla Stampa una precisazione del maestro Roman Vlad all'intervista a me fatta dal dottor Sandro Cappelletto (14 settembre). Stralcio la risposta alla Siae dalle pagine 50, 51 e 52 del mio libro II diritto connesso degli artisti esecutori - Analogie con il diritto di autore ( 1995, Giuffrè). E' vero che in base all'art. 180 della Legge 633/41 la Siae deve tutelare (in toto) il compositore (diritto d'autore), ma coloro che preparano le risposte al Commissario straordinario della Siae, maestro Roman Vlad, hanno dimenticato l'art. 181 della stessa legge: «... L'Ente italiano per il diritto di autore - oggi Siae - può esercitare altri compiti connessi con la protezione delle opere dell'ingegno, in base al suo statuto. L'Ente può assumere per conto dello Stato o di enti pubblici o privati servizi di accertamento e di percezione di tasse, contributi, diritti». Dallo Statuto della Siae, art. 2: «La Società esercita le attribuzioni previste dalla legge 22 aprile 1941, n, 633 sulla protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, e successive modificazioni e dal presente statuto. La Società ha per oggetto la tutela giuridica ed economica delle opere dell'ingegno e dei diritti connessi, in Italia e all'estero. Rientrano in particolare nelle sue funzioni: la concessione, per conto e nell'interesse dei propri soci e iscritti, di licenze e autorizzazioni per l'utiliz¬ zazione economica di opere protette dalla legge; la riscossione e la ripartizione dei proventi che comunque derivano dall utilizzazione delle opere stesse». E art. 7: «Possono essere iscritti alla Società, in qualità di iscritti ordinari, le persone fisiche o giuridiche italiane che siano titolari, in via originaria o derivata, di diritti d'autore o di diritti connessi e siano (...) interpreti o artisti esecutori (...)». Il Commissario della Siae afferma: «Inoltre, non c'è obbligo per autori e editori di iscriversi alla Siae, perché la legge prevede la tutela individuale». Si delinea, qui, una completa ignoranza della legge. Addirittura, il Commissario non conosce la sentenza della Corte Costituzionale n. 241 del 1990, ove si parla di «mera ipotesi astratta». Per concludere, malgrado, nel corso di questi ultimi anni, in qualità di socio plurimo della Siae, io abbia avvertito con raccomandate a.r. detta Società, che è socio di minoranza Rai, che i bilanci di questa non erano (e non sono) veritieri, l'ente monopolistico, attraverso il suo Presidente e ora Commissario maestro Roman Vlad, mi ha risposto che per la Società degli autori quei bilanci erano, e sono, regolari. Franco Mannino, Roma Roma, via Bottai e l'ambasciatore d'Israele Nell'intervista concessa a Piero de Garzarolli, pubblicata ieri da La Stampa, l'ambasciatore israeliano in Italia Avi Pazner aveva dichiarato che la decisione di intitolare una via di Roma a Giuseppe Bottai, ministro dell'Educazione nazionale durante il periodo fascista, è «una cosa che non mi riguarda». A completare il suo pensiero Pazner ci ha fatto pervenire la seguente precisazione: «Questa è una discussione fra italiani, fra il Comune di Roma ed il sindaco Francesco Rutelli da una parte e dall'altra la comunità ebraica e svariate forze politiche. Come diplomatico straniero e in qualità di ambasciatore d'Israele in Italia non posso prendere parte in questa discussione».