TV la vogliamo rassicurante

Stop ai programmi gridati ora si chiede serenità Stop ai programmi gridati ora si chiede serenità la vogliamo rassicurante r ROMA. Che non fosse più un oggetto, il famoso, vecchio elettrodomestico, si sapeva da tempo. La novità è che recenti, approfondite, indagini dimostrano come oggi la televisione abbia instaurato con il pubblico un vero rapporto personale, faccia a faccia, uguale a quello che si stabilisce tra amici. E come dev'essere l'amica televisione? Rassicurante, sincera, comprensiva, obiettiva. E' inutile, insomma, continuare a parlare in astratto dell'annoso problema della «qualità» televisiva. L'unica qualità che conta, stando ai risultati delle ultime ricerche, e quella della relazione che lega telespettatori e tv. «Alla tv - spiega Federico di Chio, direttore marketing Rti, che ha promosso e coordinato la ricerca - la gente chiede aiuto, autenticità, equilibrio. L'informazione, ad esempio, dev'essere obiettiva. Non perché l'obiettività sia un valore astratto da rispettare, ma perché il telespettatore sa che la tv non obiettiva è quella che lo frega e da un'amica fregature non se ne vogliono. Stesso discorso per la violenza: la tv che propone film violenti non è un male in sé, ma crea problemi in famiglia perché non aiuta i genitori a educare i figli. Quello che non va intaccato, insomma, è il patto, il rapporto di fiducia e di negoziazione che lega utenti e tv». Avviata da alcuni mesi insieme con un altro studio intitolato «Sonda» dedicato al modo con cui «la televisione costruisce i valori», l'indagine, destinata a proseguire nel tempo, è già al centro di incontri e dibattiti in casa Fininvest: da una parte i ricercatori e gli esperti di marketing, dall'altra gli uomini che fanno materialmente i programmi e che, nei prossimi mesi, metteranno in pratica i nuovi suggerimenti. Intanto, sulla materia, si terrà un dibattito a Montecarlo il 19 settembre, giorno di chiusura dell'annuale «convention» di Publitalia. Coordinatori Maurizio Costanzo e Michele Santoro, protagonisti principali del progetto di realizzazione del «Telesogno» sotto il tetto berlusconiano. «La tv commerciale fa osservare Davide Rampello, responsabile comunicazione e immagine del gruppo Fininvest ha ormai, nei confronti del pubblico, responsabilità uguali alla tv di Stato. E se dalla gente vengono certe richieste, di fiducia, di rassicurazione, è giusto cercare di esaudirle. Anche un programma leggero, se affidato a una persona colta e dotata di sensibilità verso certi valori, può costituire una risposta in questa direzione». [f. ci

Persone citate: Davide Rampello, Federico Di Chio, Maurizio Costanzo, Michele Santoro

Luoghi citati: Montecarlo, Roma