Svolta a Theoria Repetti se ne va di M. App.

Retroscena d'un divorzio editoriale Retroscena d'un divorzio editoriale Svolta a Theoria Repetti se ne va 7^1 ROMA I 1 HOC a Theoria. Il direttore I editoriale Paolo Repetti se 1 i ne va, dopo 12 anni di bril_VU lante lavoro «cominciato dalla gavetta» nella casa romana creata nell'82 da un gruppetto di giovani che credevano nella «necessità» di un impegno culturale aperto e di ricerca, non accademico e neppure organico alla politica, in sostanza libero e, forse, lievemente utopico, ma che ha prodotto un curriculum di prim'ordine nell'accidentato panorama librario italiano. La notizia ha immediatamente aperto nel triangolo Roma-MilanoTorino, vale a dire Mondadori-Einaudi-Baldini B- Castoldi, la «campagna acquisto» di questo non ancora quarantenne Puck dell'editoria, mentre ci si chiede come il divorzio abbia avuto luogo. Non è vero che Repetti ha sbattuto la porta della piccola quanto bellicosa azienda di cui è anche consigliere d'amministrazione e socio di minoranza nonché, sino a ieri, «uomo immagine», capace come pochi di coinvolgere a tempo debito il mondo della comunicazione e di fiutare talenti emergenti (a testimoniarlo vi sono, tra gli altri, Lodoli e Sandro Onofri, Veronesi, Mozzi, la Petrignani sino al più recente Sebastiano Nata). La lunga collaborazione con Beniamino Vignola, fondatore con l'anglista Malcolm Skey e «padrone» di Theoria al 46% (un 20% appartiene a Feltrinelli), si è interrotta, a quanto pare, non per divergenza di idee, ma per divergenza di programmi. «Il mio interesse per la narrativa è ben noto ed è stato forse l'elemento determinante in questa decisione dichiara Repetti -. Quando cioè ho constatato che la casa editrice "voleva" o "doveva" ridimensionare la sua presenza in un settore che ritengo ricchissimo di fermenti e di promesse specie per quanto riguarda la scrittura giovane». Beniamino Vignola, rimasto solo al timone («E per ora non ho in mente nessuno che possa sostituire Repetti, impresa più che ardua») conferma la svolta: «Punteremo molto su due collane, i "Ritmi" le gati al mondo e ai problemi giova nili e "Geografie", oltre a continuare il filone dedicato all'informatica e alle nuove tecnologie in generale. La minore presenza della narrativa costituisce un doloroso sacrificio, purtroppo necessario perché dopo tanti anni di battaglie combattute assieme a Paolo e a un team di valentissimi collaboratori, vinte sul piano della stima e coronate da non pochi successi anche di vendita ma pur sempre finanziariamente spericolate, dovevamo deciderci a cercare di far quadrare i conti». Theoria ha al suo attivo un catalogo di 400 titoli con incursioni e 'intuizioni di notevole interesse culturale, come sottolineano i suoi autori primo tra tutti Mario Fortunato, scrittore equamente diviso sinora tra Repetti e Einaudi (il che dice qualcosa su una certa sintonia tra i due poli): dal versante gotico di Skey ai due importanti filoni, arabo e cinese, che hanno tenuto l'editrice romana in primo piano anche sul terreno della narrativa straniera, senza dimenticare la saggistica con il dibattito sui temi dell'attualità politico-sociale. Che cosa riserverà a Theoria il nuovo corso post-Repetti? «Diminuiremo di pochissimo il numero di titoli in uscita, da 40 a 30 l'anno prevede Vignola -. Il problema fondamentale piuttosto è il destino, la possibilità di sopravvivenza di piccoli editori come noi nel mondo delle concentrazioni, di una deregulation di fatto messa in atto dai grandi complessi sotto il peso dei quali stiamo per essere schiacciati. Credo sia sostanzialmente un problema "politico", non molto diverso da quello dei giornali che, a differenza di noi, ricevono aiuti economici e sostegni». Un sfida di civiltà. Che Repetti ha deciso di abbandonare? «Neppur per sogno. Ho in mente un progetto molto preciso che cercherò di realizzare al meglio». Sotto le ali di Sandro Dalai, come suo direttore editoriale per la narrativa? O sotto quelle di Vittorio Bo in via Biancamano a Torino? Dalai cade dalle nuvole. Bo conferma l'ottimo giudizio dello Struzzo, la notevole considerazione verso il transfuga romano. Puck medita. [m. app.]

Luoghi citati: Roma, Theoria, Torino