Non lucrate sul pianista

polemica. Franco Marinino accusa: la Siae viola i diritti degli interpreti polemica. Franco Marinino accusa: la Siae viola i diritti degli interpreti Non lucrate sul pianista «Seimila miliardi spariti nel nulla» AROMA NNO dopo anno, è diventaI ta una bella sonnnetta. Seimila miliardi spariti, nono I stante la legge dica bene a chi debbano andare. Solitario e tenace, Franco Marinino, amico e consigliere musicale di Luchino Visconti, è sulle loro tracce e forse ha trovato, almeno, la chiave del meccanismo che apre la cassaforte. Una battaglia onerosa e lunga, per sostenere la quale ha dovuto imparare un nuovo mestiere: il compositore, direttore, pianista, saggista e romanziere diventa giurista. «A tutti gli artisti esecutori, soprattutto a tutti quelli scomparsi in assoluta indigenza nel corso di questi ultimi 54 anni. Se la legge fosse stata applicata, avrebbero potuto vivere una vita meno disagiata», scrive nella dedica de 17 diritto connesso degli ariisti esecutori, edito da Giuffré. Direttori, solisti, concertisti, professori d'orchestra, divi famosissimi o anonimi professionisti: a loro sono dedicate le centoventisette implacabili pagine di articoli e sentenze commentati, criticati, confrontati con altre legislazioni. La prefazione di Giorgio Crisci, presidente emerito del Consiglio di Stato, conferma, in una prosa tutt'altro che arida, che quella degli esecutori è «una categoria spesso trascurata nonostante il suo peculiare contributo all'arricchimento dello spirito umano». E oggi sfruttata come mai era accaduto, nel diluvio di musica riprodotta «a fini di lucro»: nei juke-box, nelle discoteche, nelle colonne sonore dei film, negli spettacoli di danza e teatrali, dove quasi sempre la musica e registrata su nastro, non eseguita dal vivo. «il produttore deve ripartire in misura equa con gli artisti interpreti o esecutori interessati l'ammontare del compenso», stabilisce l'articolo 73 di una legge antica e mai applicata. E in una audizione alla commissione Cultura della Camera, presieduta dall'onorevole Sgarbi, presente anche Letizia Moratti, Mannino ha sferrato l'affondo: «Il bilancio della Rai non è veritiero, è falso perché non hanno pagato quanto hanno previsto dall'ar- Mary Poppins mito «esoterico» Ho letto con attenzione la lettera di Laura Bergagna nella rubrica «Lettere al giornale» del 9 settembre. E' un peccato che Laura Bergagna, solitamente più attenta, non sia risalita dall'articolo «Maiy Poppins? Satana» de La Stampa del 6 settembre al mio articolo «Mary Poppins esoterica»''' di Avvenire del 5 settembre che La Stampa riprendeva e commentava. Se lo avesse fatto, avrebbe scoperto che nell'articolo di Avvenire non si parla mai di satanismo, né si usa l'espressione «esoterismo» come se fosse un insulto. L'articolo di Avvenire - sintesi di uno studio più ampio per il mensile Letture - ricostruisce, con rispetto, senza alcun elemento di giudizio né negativo ne positivo (e certamente senza accuse di satanismo) - la carriera di Pamela Travers, la scrittrice australiana, autrice di Maiy Poppins, nel mondo dei movimenti esoterici e le influenze dell'esoterismo sulla saga della sua straordinaria governante. Se lo si legge con un minimo di attenzione, ci si accorge pure che la lettura di Mary Poppins anche come un mito denso di componenti esoteriche e non solo un semplice racconto per bambini non e una interpretazione più o meno arbitraria del sottoscritto, ma deriva da un pressante invito ripetutamente rivolto ai critici dalla stessa Pamela Travers. Guanto al diavolo - con cui non ho accusato Mary Poppins di essere in particolari rapporti - come sociologo devo dare una delusione a Laura Bergagna. Non solo non è vero che «non ci crede più nessuno» ma le indagini sociologiche dimostrano che negli ultimi anni coloro che credono alla sua esistenza aumentano costantemente. Per tacere di altre indagini condotte negli anni scorsi negli Stati Uniti, in Francia e in Svezia, mi limito a offrire in anteprima a Laura Bergagna e ai lettori i dati di una ricerca condotta quest'anno dal Cesnur e dal corso di Sociologia della Regione dell'Università di Torino su un L // maestro attacca in difesa di direttori famosi e anonimi professionisti «Musicisti truffati dalla Rai Fininvest si comporta allo stesso modo» ticolo 73 della legge n. 633 del 1941. La Rai ha truffato... Guardate che sto dicendo delle cose enormi. Vi dico che forse vi sono addirittura dei fondi segreti da parte di alcuni Paesi...». Il riferimento è alle somme «forse» percepite (e da chi?) per i prodotti di fiction degli Usa, che pure non hanno aderito al Trattato di Roma del 1961, relativo al «diritto connesso» degli interpreti. La Rai come la Fininvest, come tutti i network privati, gli esercenti cinematografici e teatrali. «Se non dicessi il vero, stia sicuro che per una frase del genere avrei già ricevuto delle querele», racconta il maestro. La polemica non risparmia la Siae e intenso, ruvido, anche se formalmente assai cordiale, è lo scambio di lettere con Roman Vlad, commissario straordinario della Società degli Autori. Mannino accusa la Società di non pretendere li compositore Franco Mannino, per il suo libro si è trasformato in giurista che divengono più complicate quando il repertorio italiano viene utilizzato in un Paese diverso dal nostro, con proprie regole e proprie procedure», ammette Vlad. «Caro Roman, della tua risposta sono al corrente da decenni... io ho il diritto di sapere tutte le cessioni avvenute dal giorno del deposito ad oggi. Questi dati, la Siae ovviamente non può non averli...». Questioni, altrettanto ovviamente, tutt'altro che platoniche, in un momento in cui lo sviluppo portentoso della comunicazione elettronica rende più difficile il controllo della proprietà artistica e la Camera di Commercio americana e numerosi politici repubblicani chiedono l'abolizione del diritto d'autore, l'equiparazione di un artista, autore o interprete, ad un dipendente, da liquidare per le sue prestazioni professionali una volta per tutte. In sostanza, di ritornare agli anni precedenti la Rivoluzione Francese, che per prima stabilì il diritto alla «proprietà intellettuale». Quando scrittori e musicisti non ricevevano alcun compenso per la diffusione delle loro opere, quando, durante mi rinfresco a palazzo, l'arcivescovo-principe Colloredo ordinava a Mozart, un suo salariato: «Suonate più piano». dai gestori di teatri e cinema la quota spettante agli esecutori: «Perché, a vantaggio di chi, la Siae ha disatteso la legge, rinunciando essa stessa a miliardi di introiti tramite il proprio aggio? I suoi esattori dovrebbero riscuotere anche i diritti dell'interprete, oltre a quelli d'autore». E ancora: le opere degli artisti italiani all'estero non vengono abbastanza tutelate. «Le problemati-

Luoghi citati: Francia, Roma, Stati Uniti, Svezia, Usa