Duby: i nostri incubi sono nati nel Medioevo di Aldo Cazzullo

Duby: i nostri incubi_sononati nelMedioevo Duby: i nostri incubi_sononati nelMedioevo «Epidemie, miseria, invasioni. Ma oggi si è aggiunta la paura della solitudine» chezza venisse distribuita. L'emarginazione dei poveri, cui assistiamo oggi, non esisteva». Anche dieci secoli fa l'Europa era percorsa dalla paura dello straniero. «Era vivo il ricordo delle invasioni dei vichinghi, degli ungheresi e soprattutto dei musulmani, che tenevano la Spagna e la Sicilia e minacciavano le coste del Mediterraneo - spiega Duby -. Venivano chiamati genericamente Saraceni e arrivavano dal Maghreb... proprio come ora. Si vestivano, parlavano, si nutrivano in modo del tutto diverso, e soprattutto rifiutavano di inchinarsi davanti alla croce. Questo non impedì agli intellettuali di dia¬ logare; ma il popolino ne fu spaventato». Anche per le violenze che segnavano il loro arrivo... «La società medievale viveva, si divertiva e moriva in un clima di grande brutalità. La morte e la violenza erano ovunque: nei poemi, nei tornei, negli affreschi. La cavalleria, prima di essere disciplinata dalla Chiesa, funzionava come un racket: terrorizzava i contadini e estorceva loro beni e denaro. Anche lo stupro collettivo era molto diffuso. Eppure il tasso di criminalità era più basso che nelle nostre metropoli. E esistevano meccanismi di concilazione sociale più efficaci di quelli mo¬ derni». Anche il timore delle epidemie si manifesta con gli stessi caratteri di un tempo? «Spesso si paragona l'Aids alla peste. In realtà l'Aids del Medioevo era la lebbra. Si pensava che i lebbrosi fossero divorati dall'ardore erotico, e le piaghe riflettessero il loro male interiore. La malattia come punizione divina di una devianza sessuale. E venivano rinchiusi, come oggi Le Pen propone di fare per i sieropositivi». Quali sono, invece, le paure dell'uomo moderno che non turbavano l'uomo medievale? «La paura della solitudine. I nostri progenitori vivevano sem¬ pre in compagnia: dormivano numerosi nello stesso letto, in case senza pareti, e non uscivano mai soli, se non erano prostitute, eremiti o criminali. E poi non temevano la morte tanto quanto noi». Perché? «Per due motivi. La solidarietà. Tutta la famiglia e l'intera comunità si stringevano attorno al moribondo; non si cercava come adesso di esorcizzare, di nascondere la morte. E la fede. Non si dubitava dell'esistenza di un Aldilà. Più che la morte, era l'inferno a spaventare. Nessuno temeva, come noi, di dissolversi nel nulla». Aldo Cazzullo

Persone citate: Duby, Le Pen, Saraceni

Luoghi citati: Europa, Maghreb, Sicilia, Spagna