Un miliardo ai genitori di Giada

Un miliardo ai genitori di Giada Un miliardo ai genitori di Giada NAPOLI. Un miliardo di lire è la cifra corrisposta dal ginecologo napoletano Raffaele Magli a titolo di risarcimento danni ai genitori di Giada, la bimba napoletana talassotnica nata da fecondazione artificiale. In tal modo il professionista ha ottenuto la remissione della quere"a che Roberto e Maria Cristina Minucci avevano presentato accusandolo di aver proceduto alla fecondazione assistila con seme di un donatore geneticamente affetto da talassemia. La remissione è stata formalizzata oggi davanti al pretore di turno, dottoressa Miele, alla presenza dello stesso ginecologo assistito dagli avvocati Michele Cerabona e Giancarlo Lubrano e dei genitori di Giada, difesi dagli avvocati Claudio Botti e Nazareno di Maio. Magli sarebbe dovuto comparire il 4 ottobre prossimo davanti al pretore per rispondere dei reati di truffa e lesioni gravi. Il ginecologo venne rinviato a giudizio dal pm della procura circondariale Nicola Ciccarelli il 4 aprile scorso. L'inchiesta determinò una censura inflitta al medico dal consiglio dell'Ordine dei medici di Napoli. Inoltre a Magli venne interdetto l'uso dello studio di via Michelangelo Schipa dove praticava la fecondazione assistita e sequestrate apparecchiature usate per le fecondazione in vitro. «Non si tratta di un ripensamento - ha detto Ro berto Minucci, padre di Giada -, accettando il risarcimento abbiamo soltanto fatto gli interessi della bimba e quei soldi serviranno anche a pagare le cure». Nei confronti del ginecologo i gentori della bambina presentarono una denuncia per calunnia: Magli, infatti, si difese dalle accuse davanti al pm prospettando l'ipotesi che Giada fòsse nata da una relazione extraconiugale. Il pm Ciccarelli nell'ordinanza di rinvio a giudizio definì il laboratorio del ginecologo «una bottega degli orrori dove Magli decide la vita e la morte secondo un suo capriccio, offre, ma più spesso toglie, e per sempre, alle sue pazienti la capacità di procreare e crea bambini malati». (Ansa)

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