Porte chiuse ai bimbi malati di cuore

Tempesta sul Regina Margherita: stop agli interventi chirurgici dal dicembre '94 Tempesta sul Regina Margherita: stop agli interventi chirurgici dal dicembre '94 Porte chiuse ai bimbi malati di cuore Polemica lettera alle autorità regionali «Quel reparto merita di essere chiuso» Al Regina Margherita, polo di riferimento regionale per la Pediatria, ci sono cinque cardiochirurghi. Ma i bimbi che hanno bisogno di interventi al cuore vengono inviati a Genova, Massa, Padova, Bergamo: da quando è andato in pensione il primario di Cardiochinirgia, l'attività del reparto è bloccata. Una faccenda che dura da mesi, sulla quale il presidente della Commissione comunale Sanità Giorgio Diaferia ha chiesto, per l'ennesima volta, l'intervento di Palazzo Lascaris. In una lettera domanda all'assessore regionale Antonio D'Ambrosio di «risolvere l'anomalia una volta per tutte». Nominando un nuovo primario, o «chiudendo il reparto». E l'assessore promette: «Entro gennaio, gli interventi ripartiranno in grande stile: arriverà un nuovo primario, di fama intemazionale». «Le scrivo anche come medico comincia la lettera di Diaferia per manifestarle la mia preoccupazione. Da molti mesi l'attività della Cardiochirurgia pediatrica al Regina Margherita è bloccata». Precisamente dal dicembre '94: il professor Franco Margaglia (ritiratosi in pensione) ha lasciato il posto di primario di Cardiochirurgia. Da allora, a Torino si fanno soltanto gli interventi «palliativi»: preparatori alle operazioni «correttive» - più complesse - il cui esito è generalmente risolutivo. Al professor Gianni Ciriotti, il primario di Cardiologia, è stata affidata (in attesa della sostituzione i di Margaglia) anche la gestione della Cardiochirurgia. Spiega: «I nostri piccoli pazienti devono affrontare grossi disagi: per gli interventi cardiochirurgici più complessi, sono costretto a dirottarli in altre città». Non si tratta soltanto dei bimbi che hanno patologie molto rare, dei casi particolarmente difficili: vengono inviati in ospedali liguri o lombardi anche bambini i cui guai, in un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, dovrebbero essere di «routine». «Non ho mai sentito, in tutt'Italia, un caso simile - dico Diaferia -: di solito, quando un primario si ritira, un suo aiuto ne assume temporaneamente le funzioni in attesa del successore. Perché al Regi¬ Vittima una commercia na Margherita non è accaduto? Nessuno è in grado di guidare l'equipe tra i cinque cardiochirurghi rimasti? E che cosa accade, in caso di emergenza?». E all'assessore: «Risolva questo nodo. Oppure chiuda il reparto, e stipuli una convenzione con altri ospedali, affinché l'invio dei pazienti avvenga in sicurezza, e seguendo un protocollo preciso». Il professor Ciriotti: «In caso di malformazioni cardiache gravi, gli interventi "palliativi" servono proprio per evitare le emergenze: mettono i bimbi in condizione di attendere fino allo operazioni correttive, cui ili genere si sottopongono qualche mese dopo. Intendo dire che i medici e i bimbi non lista: «Ho urlato, ma nes i M corrono in ambulanza fino a Bergamo o Genova a sirene spiegate: anche se il reparto non funziona a pieno ritmo, nessun bambino rischia di morire. L'Associazione amici dei bambini cardiopatici cui va un ringraziamento - ha dato una mano alle famiglie in difficoltà nel seguire i figli lontani da casa». E aggiunge: «Purtroppo, con il pensionamento del primario si sono create condizioni, anche psicologiche, che hanno reso prudente sospendere gran parte dell'attività cardiochirurgica». Alcuni giorni fa è stata finalmente avviata la procedura per la sostituzione del primario: «Entro il 23 ottobre - dice il prof. Ciriotti saranno depositate le domande sun automobilista si è fe Una paziente di cardiochirurgia al Regina Margherita e il primario di cardiologia Gianni Ciriotti Ma l'assessore assicura «L'ospedale tornerà presto ad operare Entro gennaio arriverà un primario di fama internazionale» dei candidati a ricoprire il posto vacante. So che si sono fatti avanti anche grossi nomi: speriamo che le procedure per l'assunzione si espletino in fretta». L'assessore regionale alla Sanità Antonio D'Ambrosio conferma: «Finora si è operato in una situazione anomala, di cui non conosco le ragioni. Ma presto il reparto ricomincerà a funzionare appieno: chiuderlo significherebbe togliere non soltanto a Torino, ma all'intera regione, un punto di riferimento irrinunciabili;. Mi impegno pubblicamente: il nuovo primario arriverà entro gennaio. E sarà un nome di tale fama da chiudere all'istante qualsiasi polemica». !g. fav.) rmato ad aiutarmi»

Luoghi citati: Bergamo, Genova, Italia, Massa, Padova, Torino