Re Sole miseria nobiltà di Gabriella Bosco
Re Sole^ miseria^ nobiltà Re Sole^ miseria^ nobiltà La storia dalla parte di una cameriera tra l'ultimo sprazzo di regno di Luigi XIV e la Reggenza. Sfortunata di nascita, senza beni e senza titoli, si trovò a vivere la vita di corte dalla parte della servitù. Ma non era popolana che, se fosse vissuta a fine Settecento, avrebbe fatto la rivoluzione. Al contrario, in quell'esistenza da aristocratici sull'orlo del declino - che però fingono di non rendersene conto e si inscenano grandezze fittizie - lei venne ad essere invischiata fino al collo. Indotta a condividerla. Non ad approvarla, però certo ad accettarla come fardello ineluttabile. Questo rende la sua esperienza, e le sue Memorie, interessantissime. Il punto di vista, ancora una volta paradossalmente, privilegiato benché sommerso. E' un po' come l'esperienza del Don Giovanni vissuta dal vetraio parigino Ménétra. La stessa vita, ma vissuta con tutti altri occhi. Dispiacque a Voltaire, come dice Daria Galateria nell'indispensabile saggio che accompagna il testo, che le Memorie di Madame de Staal-Delaunay fossero concentrate sull'aspetto minuto dei fatti invece di elucidare la Storia. Ed è invece forse questo il loro pregio maggiore. Pubblicate a Parigi nel 1755, cinque anni dopo la morte dell'autrice, quelle Memorie risultavano ben Senza famiglia, cresciuta in convento, a servizio del duca del Maine, fu coinvolta nella «congiura dei bastardi» più corrosive di quanto lo sarebbero state se fossero state scritte con un tentativo improbabile di presa di distanza. Si attese infatti il decesso dei principali attori di quella pietosa vicenda, perché la pubblicazione non avesse ad offenderli. Perché non c'era da parte di Madame de Staal-Delaunay volontà di ferire o di qualsivoglia vendetta. Pura obiettività, resoconto senza maschere o filtri interpretativi. Rose Delaunay era stata abbandonata alla nascita (1684) dai genitori. La piccola venne accolta da badesse sfaccendate e premurose che si fecero un punto d'onore nell'assicurare a quella poveretta un destino migliore di titolo di principi del sangue e dei privilegi con cui il Re Sole morendo aveva inteso proteggerli. In particolare il duca del Maine, il secondo figlio che Luigi XIV aveva avuto dalla Montespan suo favorito - si trovò privato del prestigioso incarico salvifico assicuratogli dal testamento del monarca: l'educazione del piccolo Luigi XV. La moglie di lui, la duchessa di cui Rose Delaunay fu vittima e cameriera, brigò in maniera inverosimile nella congiura che avrebbe inteso sostituire al duca d'Orléans il re eh Spagna Filippo V. 1 cospiratori, scoperti, vennero tutti catturati e poi facilmente scarcerati in cambio di dettagliata confessione. L'unica a resistere ad oltranza fu lei, la cameriera. E' vero che nelle Memorie, di tutte queste vicende non c'è visione storica, né prospettiva. Ma ci sono le piccinerie, ritratti impagabili, involontari studi antropologici: vera rivelazione. Al resto, ha abbondantemente supplito Daria Galateria: con note precisissime, minuziosa schedatura di tutti i personaggi citati, ed una ricostruzione appassionante della Storia. Per soddisfare a pieno ogni curiosità dei lettori, e ripagare Voltaire. quello che la vita pareva riservarle. Si divertirono con lei, un po' come fosse una bambola, a vestirla bene, agghindarla e mostrarla ai conoscenti come un prodigio. In quell'avvio conventuale di esistenza, Rose Delaunay si coltivò come meglio potè. Studiò, lesse, fece della sua intelligenza il metodo di un possibile riscatto a venire. Fino a convincersi di non avere nessun altro merito, né attrattiva, all'infuori di quella acquisita brillantezza. Fu in effetti grazie; ad essa che, divenuta per interessamento delle suo protettrici cameriera di principi, arrivò nonostante il rango ad essere in qualche modo una favorita, a ricevere importanti confidenze, ad essere utilizzata per intrighi politici e di conseguenza anche a subire la stessa sorte dei suoi padroni: l'imbastigliamento. Fase di cattività che peraltro alla Delaunay pesò assai poco. Arrivò anzi a definirla il periodo più bello della sua vita, il solo in cui conobbe l'amore ed ebbe - rinchiusa fra quattro mura - libertà. Il complotto in cui si era trovata invischiata era la congiura dei bastardi, quella ordita dai principi legittimati - i figli naturali di Luigi XIV - nei confronti del Reggente (il duca d'Orléans), il quale li aveva spossessati del Gabriella Bosco
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