Una MAIGRET contro i killer dell'arte

MIMA OLI MIMA OLI LA STAMPA Una MAIGRET contro i killer dell'arte O RO 2 4 8 13 Picasso, Mirò, Chagall ipiù colpiti Ma anche i minori attirano: sono più facili da vendere L'i'Urlo» di Munch. recuperato grazie a Costanza Lowenthal. In alto, da sinistra, Picasso, Mirò e Chagall Sotto un poster di Steven Guarnaccia ■ «Rubate paesaggi anonimi e opere moderne di astrattisti, perché nessuno distingue un Mondrian vero da un falso». «Rubate roba piccola». Non esiste, secondo Costanza che fondò la sua agenzia «senza fini di lucro» 25 anni or sono e chiede mille dollari, un milione e mezzo, per accettare un incarico, una «mafia del quadro rubato», una «Piovra» organizzata. I ladri sono di tutte le nazionalità. Nelle sue indagini ha trovato predoni italiani e nicaraguensi, ungheresi e argentini, americani e greci. Esiste invece una netta preferenza per gli autori. Il numero uno, anche per la grande prolificità dell'autore, è Picasso, primo nella «hit parade» dei rubati con 283 opere scomparse, seguito da Joan Mirò con 243 e da Marc Chagall con 210. E se l'Italia, che da sola contiene oltre la metà di tutto il patrimonio mondiale di arti figurative secondo l'Unesco, rimane una fantastica soffitta nella quale i ladri possono frugare, il nuovo Paradiso del ladro d'arte è l'Europa dell'Est. Il crollo dei regimi autorita¬ con l'espansione dell'industria di Stato: prevedevo i guasti che sarebbero capitati. Io ero einaudiano, De Benedetti un po' corrivo. Siccome quel che scrivevo trovava opposizione, la collaborazione finì». Di Yves Bonnefoy, 72 anni, di Tours, il pubblico italiano conosce il poemetto Movimento e immobilità di Douve (Einaudi), testo veemente e tragi- ri, l'anarchia politica, l'esplosione dei nuovi ricchi, la corruzione e le mafie, stanno spogliando chiese, piccoli musei, abitazioni, «da Stettino a Trieste», lungo la vecchia linea della Cortina di Ferro descritta da Churchill e «dalla Vistola agli Urali», nel corpo disfatto nella vecchia Russia. «Quei fantastici depositi di opere d'arte chiuse nelle cantine per decenni, perché arte decadente o proibita, mi fanno una grande paura». Generali e politici tremano al pensiero dogli arsenali nucleari ex sovietici in svendita. Costanza rabbrividisce al pensiero della diaspora illegale di opere d'arte. «I colpi più difficili da investigare sono quelli compiuti dagli insiders, dal di dentro, il funzionario di un museo, il maggiordomo, il gallerista disonesto che si riprende quel che ha venduto. Questa è gente che sa quel che fa. Proprio a Manhattan scoprimmo un mercante d'arte che vendeva autori moderni a ricchi investitori e poi mandava i ladri a riprenderli. Ma era furbo: dava ai ladri copie del quadro da rubare, che essi appendevano al posto della refurtiva. Andò avanti per anni, prima che un collezionista avesse finalmente un sospetto». Purtroppo nessuno e niente sono al riparo dai ladri d'arte. Il grosso del bottino è fatto di opere modeste, paesaggi dozzinali, moderni minori, la robetta che si rivende facilmente per pochi soldi. I colpi celebri, quelli che fanno le prime pagine, come YUrlo di Edvard Munch (recuperato grazie anche a Costanza), la Tempesta sul Lago di Galilea o il Concerto di Vermeer portati via al museo di Boston nel 1990 (mai più rivisto) son l'eccezione. Così come rari sono i casi sul genere «Il Terrore di Soho» un ladro che saccheggiava le case e gli studi del quartiere degli artisti a Manhattan. Costanza intuì, dal tipo di opere che rubava, quasi tutte di artisti giovani e non ancora affermati, che dietro a quei furti c'erano una passione, un gusto, una vocazione frustrata, più che l'interesse. Ed ebbe ragione. Il ladro era un giovane pittore senza fortuna, che portava via le tele su una vecchia Volkswagen scalcagnata. Aveva affittato un magazzino abbandonato nel New Jersey che aveva trasformato in galleria privata, con tutti i pezzi rubati ben disposti e perfettamente illuminati. Il ladro trascorreva tutte le sue notti chiuso là dentro, a guardare e a studiare il lavoro dei colleghi. «Ora è in carcere, dipinge ed è pure bravo», si accendono gli occhi di Costanza. «Sono andata a trovarlo e gli ho detto: se continui così un giorno ruberanno anche i tuoi quadri. Era tutto felice». Vittorio Zucconi Lo storico dell'economia Carlo Maria Cipolla, studioso eccentrico di monete e guerre, epidemie e spezie co, denso di immagini primarie: la notte e il fuoco, l'albero e la pietra, il ferro e il sangue. Douve è esperienza di morte; e si trasforma in offerta di vita. Una presenza multiforme, Bonnefoy: ha studiato matematica e filosofia con Wahl e Bachelard, ha scritto d'arte di ieri e di oggi. «Su Alberto Giacometti, ad esempio, il contributo più importante è suo», dice Jean Starobinski, che ha letto la motivazione del premio. Il fisico Alan J. Heeger ha vinto perché è un «pioniere»: investiga nuovi materiali, chiamati «polimeri conduttori», dalle rivoluzionarie applicazioni nell'elettronica. Claudio Al tarocca

Luoghi citati: Boston, Europa Dell'est, Italia, Manhattan, New Jersey, Russia, Stettino, Trieste