Gli enigmisti all'arrembaggio di Eco
Gli enigmisti all'arrembaggio di Eco Gli enigmisti all'arrembaggio di Eco 1 Riscrivono, con le stesse parole, «L'isola del giorno prima» corsi gratuiti quanto stupefacenti, per il piacere esclusivo del gioco intellettuale. A Campitello Matese si sono trovati in 101, numero già in sé enigmatico, a sfidarsi nelle imprese linguistiche più difficili, per il loro congresso nazionale. Era il 54°, numero legato alle carte del poker: ma questo non significa che abbiano cominciato 53 anni fa, non sono mica enigmisti per niente. Si vedono quando la sfinge comanda, da 8 anni non succedeva più. il primo congresso italiano di questi carbonari della parola risale al 1897, quando il termine era stato coniato da poco, la Settimana enigmistica era ben di là da venire, e già vari letterati, capofila Boito, si esercitavano nei bisticci verbali. I nuovi enigmisti sono piuttosto matematici e ingegneri, anche quando insegnano lettere. E proprio una matematica, Margherita Barile, 29 anni, cattedra universitaria, è la vincitrice della gara sul tema del congresso, «L'enigmistica dalla parola al testo». Ha stupito tutti tracciando un modello matematico delle combinaz'oni enigmistiche e stabilendo un raffronto fra le dimostrazioni della scienza e le soluzioni dell'enigma. Qualunque professione facciano, questi personaggi non si presenta¬ Umberto Eco: un enigmista ha «ribaltato» il suo romanzo (Opificio di Letteratura Potenziale) che si è conclusa nei giorni scorsi a Campitello Matese; risultando fra tutti il migliore. Gli enigmisti sono una setta pericolosa, in Italia, e non solo per i tiri che giocano agli scrittori. Sono capaci di costruire labirinti in cui tutti gli altri si perdono, castelli di Alcina familiari soltanto a loro, per¬ no come nome e cognome, ma, quasi sempre, con pseudonimi. Cattedre e studi professionali si nascondono dietro nomignoli attinti alla mitologia o alla storia della cultura: come Argon, il professor Baffaele Aragona, autore di «Una voce poco fa», primo dizionario italiano di omofonia, o Cartesio, scelto da Boberto Morassi, ingegnere e matematico a Pistoia, che ha vinto la gara per il metagramma da Sannio a Molise (Sannio-Sancio-Pancio-Pancia, ecc., e un racconto in poesia con tutti i passaggi). Il nome più bello se lo è dato il promotore del congresso. Si chiama Salvatore Chierchia per il posti¬
Persone citate: Boito, Campitello, Campitello Matese, Eco, Margherita Barile, Morassi, Salvatore Chierchia, Sancio, Umberto Eco
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