La guerra fredda per Sarajevo

Mosca minaccia un ritorno al passato. Clinton: questi attacchi sono necessari Mosca minaccia un ritorno al passato. Clinton: questi attacchi sono necessari La guerra fredda per Sarajevo E Roma rifiuta i «bombardieri invisibili» MOSCA NOSTRO SERVIZIO «11 conflitto rischia di uscire dai confini dei Balcani» Mentre la Nato continua a bombardare le posizioni serbe, si intensifica l'offensiva diplomatica russa contro i suoi partner occidentali per fermare i raid. Il presidente Eltsin, che dopo aver fatto venerdì scorso dichiarazioni estremamente violente contro l'operato della Nato in Bosnia è ora in vacanza sul Mar Nero, ha fatto sapere ieri che sta seguendo attentamente il conflitto nell'ex Jugoslavia. E Mosca insiste nei tentativi di fermare i raid aerei. Ieri su richiesta del Cremlino è stata convocata una riunione del Consiglio dell'Alleanza atlantica, alla quale ha partecipato l'ambasciatore russo (ed ex mediatore di Mosca a Pale) Vitalij Churkin. Un'ora e mezzo di colloqui che però non è servita ad avvicinare le posizioni tra i russi e la Nato. Churkin ha ribadito l'opposizione di Mosca ai bombardamenti: «Più vanno avanti e più sarà difficile giungere a una soluzione di pace». Ma il segretario generale della Nato Willy Claes è stato irremovibile: «Siamo pronti a smettere di bombardare in cinque minuti appena il generale Mladic toglierà l'assedio di Sarajevo». Churkin ha anche accusato l'Alleanza atlantica di agire fuori dal mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e ha aggiunto che ieri i missili Tomahawk hanno colpito obiettivi «ben lontani» dalle zone di sicurezza. L'ambasciatore russo non ha escluso che le divergenze sul problema bosniaco possano influenzare negativamente i rapporti tra Mosca e la Nato, anzi: «L'uso massiccio della forza in Bosnia - ha aggiun to - potrebbe riportarci a quel eli ma di confronto che tanto abbia mo cercato di abolire negli ultimi I caccia sulla portaerei Roosevelt e il presidente russo Eltsin russia Alexandr Lukascenko, noto per le sue idee panslaviste, ha accolto con entusiasmo la proposta di Eltsin di organizzare un blocco militare di ex Repubbliche dell'Urss da opporre alla Nato in espansione. Il presidente della Bulgaria Zhelev si ò mostrato invere preoccupato dal tono bellicoso di Mosca. Ieri ha dichiarato che «nessuno, né a Est né a Ovest» potrà imporre alla Bulgaria a quale blocco aderire e che il suo Paese deciderà «in piena sovranità» la sua partecipazione alla Nato. anni». Ma Claes non si è fatto impressionare. Anzi, riferendosi alla promessa di Boris Eltsin di aiutare i serbi bosniaci con qualcosa di «caldo», ha dichiarato che la Nato «non permetterà nessuna violazione unilaterale dell'embargo sulle armi». E mentre l'ambasciatore del Cremlino all'Orni convocava una riunione urgente del consiglio di Sicurezza, a Mosca si usavano toni durissimi. Il ministero degli Esteri russo ha addirittura accusato l'Alleanza atlantica di stare trasformando la Bosnia in un «poligono» per sperimentare il suo cosiddetto «nuovo ruolo» ne¬ gli affari europei e mondiali. E il ministro della Difesa russo Pavel Graciov ha ieri fatto una telefonata oltremodo bellicosa al suo collega americano William Perry. Graciov ha ribadito l'inammissibilità dei bombardamenti e ha paventato il rischio che l'escalation del conflitto jugoslavo porterà «inevitabilmente» all'espansione della guerra fuori dai Balcani. E infine ha rilanciato la minaccia avanzata nei giorni scorsi dal presidente russo: se i raid proseguiranno, la Russia romperà la cooperazione con la Nato, prevista dal programma «Partnership for peace», firmato nel maggio scorso. Ma da Washington il presidente degli Usa Bill Clinton ha negato che l'uso dei missili Tomahawk rappresenti un'escalation del conflitto e ha sottolineato che i bombardamenti con queste armi sono «necessari» perché servono a colpire l'antiaerea dei serbi e a garantire in questo modo la sicurezza dei piloti della Nato. L'Occidente e la Russia sempre più divisi dunque sul problema bosniaco. E anche gli ex Paesi «fratelli» dell'ex Urss, preoccupati dalle ultime mosse di Mosca, stanno facendo sapere la loro posizione. Il presidente della Bielo- Anna Zafesova LA SVOLTA MILITARE La decisione di massima fu presa a giugno. I dettagli definiti in 21 riunioni alla Casa Bianca Il lancio di un missile da una nave militare durante la guerra del Golfo