Pannella «Silvio censurato dalla Fininvest»
Pannello Pannello «Silvio censurato dalla Fininvest» ROMA. La Fininvest censura Berlusconi? L'accusa è di Marco Pannella. Secondo il leader radicale, domenica i telegiornali delle reti Fininvest hanno volutamente «nascosto» l'appello del Cavaliere ad appoggiare la raccolta di firme per i 18 nuovi referendum dei Kiformatori, «I sostenitori della par condicio - ha detto Palmella parlando ad un convegno a Sorrento - erano forse anche degli illusi all'inizio, ma se adesso non aprono gli occhi è proprio perché non vogliono vedere. La realtà è che tutta la Fininvest è già prona ai nuovi padroni, che arriveranno ufficialmente tra poco, ma che sono già qui». Anche il deputato di Forza Italia Piero Di Muccio ha lanciato accuse analoghe: «Noi lamentiamo - ha detto parlando a Radio Radicale che in casa Fininvest esista una lobby anti-Berlusconi, anti-democrazia, antioccidentc. Questo la dico lunga sul fatto che Berlusconi sarebbe il persuasore occulto. Berlusconi sarà anche il proprietario delle reti Fininvest, ma non il padrone. Tanto è vero che vi sono padroni che censurano le sue iniziative politiche». L'appello di Berlusconi in favore della raccolta di firme per i referendum è stato accolto con zelo da Tajani: «Da stamattina - ha detto - Forza Italia è mobilitata per la raccolta delle firme per i referendum in materia di giustizia, sistema elettorale ed economia compresi fra i diciotto promossi dal movimento dei club Pannella riformatori». La dichiarazione di Tajani, però, rischia di alimentare altre polemiche perché sembra confermare che Berlusconi è disposto ad appoggiare la raccolta di firme solo per alcuni dei 18 referendum. «Falso tuona Pannella - lui è per il progetto referendario nel suo insieme». «Spero proprio di no» replica Buttiglione, «io sono nettamente contrario ai referendum sulla droga, sull'aborto e a tutti quelli che riguardano materie complesse che non possono essere affrontate con un referendum». E la stessa posizione era già stata espressa nei giorni scorsi da Casini. Dal fronte cattolico, arrivano dichiarazioni durissime anche dal centrosinistra. «Di referendum, come di droga, si può anche morire - ha affermato il presidente del Consiglio nazionale del ppi, Giovanni Bianchi -, il raptus referendario che con regolare intermittenza colpisce Pannella e i suoi fedelissimi rischia di svuotare dall'interno e per overdose un prezioso strumento democratico previsto dalla Costituzione e di lasciare più che perplessi i cittadini davanti ad una abbuffata di schede». Bianchi rileva che «non è dunque un enigma la difficoltà a raccogliere le firme». Quanto all'appello di Silvio Berlusconi, Biai.chi ha detto che «il capo del Polo, lasciate le Gallie di Arcore, rischia di finire impantanato. Agli altri partner della coalizione di Berlusconi resta ancora una volta il compito di distinguere tra liberali e libertini. Non è cosa da poco per chi vuol mettere la famiglia in cima ai programmi». La ciliegina sulla torta è arrivata da Bossi, che ha accusato Rai, Fininvest e giornali di censurare i referendum proposti dalla Lega e di dare sppazio solo a quelli dei Riformatori. Pannella, che sul fronte delle censure subite non ammette '.cicorrenza, lo ha liquidato con una battuta: «Bossi? Ha preso un colpo di sole in ritardo», [r. i.]
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