Festa di chiusura alla 52a Mostra: folla e spintoni, Resnais è respinto, i vincitori ignorati

Festa di chiusura alla 52a Mostra: folla e spintoni, Resnais è respinto, i vincitori ignorati Festa di chiusura alla 52a Mostra: folla e spintoni, Resnais è respinto, i vincitori ignorati VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Scandali no, e neanche feste private per il gran finale della Mostra ma cenone Kodak-Biennale all'Excelsior, per tutti quelli, e sono tanti, che hanno lavorato per il cinema in questi dodici giorni. E col cenone arriva la disorganizzazione, tratto molto italiano e in quanto tale dominante di questo festival: inviti non spediti, lista di ospiti sparita, uffici stampa in stato confusionale, la diretta Rai di Mollica di poche ore prima, la diretta Tmc di Curzi in contemporanea. Folla, spintoni, ansie, domande inquiete in una attesa che sembra non aver fine per protagonisti e vincitori davanti a un servizio d'ordine spietato nella severità quanto digiuno di cinema. Alain Resnais, mitico regista francese, Leone d'oro alla carriera, nonostante il Leone e la carriera, viene respinto più volte e minaccia d'andarsene. Tornatore sosta a lungo in piedi senza trovare collocazione. Ennio Morricone si sistema in terrazza con la moglie, di Monteiro si perdono le tracce, del vincitore Ann Hung Tran e della bellissima moglie, elegante come un segno grafico protagonista del film Leone d'oro «Cyclo», si dubita che riusciranno a passare perché troppo storditi e solo un Pontecorvo che alza la voce fa assegnare loro un tavolo. Biennale e Kodak si rimpallano l'accusa di incapacità. Poi però, proprio come in una commedia italiana Anni Sessanta, tutto s'aggiusta, ognuno trova posto al suo tavolo e si finisce a tarallucci e vino, tra chiacchiere, baci e abbracci, con una gran voglia, per la prima volta, da anni, qui a Venezia, di starsene tutti insieme, stretti stretti, a parlare di cinema. Segno che l'assedio televisivo s'è fatto or- Tornail film tore: sono contento piace al pubblico A sinistra: Pontecorvo con Sean Penn e signora il direttore ha detto: «Vorrei più autonomia» Qui a fianco: Isabella Ferrari, premiata e a destra: Paolo Villaggio, «il presenzialista»

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